Sanremo, si fa prima a dire chi mancherà
Dovesse trovarsi a corto di slogan, Amadeus potrebbe riciclare quello di Morandi. “Stiamo uniti!”, esortava Gianni, capitano in due Festival. Sì, perché il nuovo direttore artistico di Sanremo sembra vittima di un horror vacui da palco, quasi a palesare una fobica insicurezza nei propri mezzi. Non sarà mai un perfettino simil-Conti, né uno che se ne infischia come Baglioni, che faceva un altro mestiere e gli bastava buttar dentro il repertorio per fare boom. Il buon Ama è alla vigilia di un sogno coltivato sin da bambino (lo sottolineano pure gli spot-teaser), e hai voglia a dirgli che la sua spontaneità da uomo dannatamente medio sarà premiata dagli ascolti.
A TRE SETTIMANE dall’evento della vita, lo vedi ancora confuso sulle cose da dire ai giornalisti, che gli ringhiano addosso per la gaffe dei nomi dei cantanti usciti anzitempo. Eccolo lì nel vernissage a salmodiare che Sanremo non è suo, “ma di tutti”, a inzeppare la lista degli ospiti, come se dovesse organizzare un festone in villa e preferisse far imbucare chiunque pur di non restar solo. Ma le chiavi dell’Ariston non gliele hanno ancora consegnate: il sindaco Biancheri più volte lo chiama “Amedeus”, si rischia di sbagliare nome pure sul citofono. Per il Nostro la salvezza sta nel sovraffollamento in scena: dieci signore? Macchè, undici. Tre amici, di cui due “fratelli”. E qualche grande vecchio cantore fuori competizione. Delle donzelle, Ama chiarisce subito che le trova “bellissime”, poi spiega il senso delle convocazioni. Rula Jebreal (“Divisiva? Non avrei mai immaginato tutto questo, parlerà della violenza sulle donne, un tema che non ha colore politico”, e dimentichiamoci Michelle Obama, era un pour-parlerda un milione di euro); Diletta Leotta, le due a nc h o r w o m e n del Tg1 Laura Chimenti ed Emma D’Aquino, la modella Francesca Sofia Novello (fidanzata di Vale Rossi), Georgina Rodriguez (Lady Ronaldo), Monica Bellucci, Sabrina Salerno, Antonella Clerici, la co- conduttrice della finale Mara Venier, più Alketa Vejsiu, che in Albania è un mix (molto più bombastico) tra la Carlucci e la De Filippi, visto che conduce le edizioni locali di “C’è posta” e “Ballando”: sconosciuta in Italia, si affretta a ringraziare Lucio Presta. Gli amici-fratelli? Amadeus invoca a più riprese Fiorello, ma grande è il rischio che il convenuto oscuri il padrone di casa; Tiziano Ferro, impegnatosi a essere lì tutte le sere, non solo per cantare (di sicuro duetterà con Massimo Ranieri); infine Benigni, che non rientrerà a cavallo in teatro, ma quel giovedì “farà qualcosa che resterà nella storia del Festival”, assicura il direttore artistico. Non mancheranno gli attori in promozione: Favino, Rossi Stuart, Santamaria ed Emma per il film di Muccino, De Sica e mezzo cast per Brizzi, e occhio pure a un divo hollywoodiano. Quanto ai decani festivalieri arriverà Johnny Dorelli, non mancheranno Al Bano e Romina, riuniti da un brano di Malgioglio; si tace su Celentano, di cui qualcuno intravede l’ombra in lontananza. A questo punto non si capisce perché Rita Pavone sia in gara e non tra gli omaggiati, ma Ama ne difende la collocazione: “Non sapevo fosse sovranista, per lei parlano la carriera e questa canzone”.
CHISSÀ SE SARÀ radiofonica come le altre 23, preferite su oltre duecento. Nega di essersi basato sui nomi, Amadeus: “Alcuni cantanti li ho incontrati solo la sera dell’Epifania in tv”. Di certo, questo Sanremo N.70 non copierà se stesso, puntando dritto verso il futuro (si scommette forte sul guest Salmo per la prima serata, e su Dua Lipa, Mika, Lewis Capaldi, offrendo Zucchero a un pubblico più agée, fino a celebrare i fasti di Ultimo nella finale), occupando militarmente la città rivierasca per un Festival imperiale con mostre, red carpet e un imponente palco in piazza Colombo dove si materializzeranno le star, in un legame urbanistico- editoriale con l’interno dell’Ariston. Mentre la sala macchine della Rai pomperà senza soluzione di continuità il suo progetto ripiana-bilanci, tra programmi tv, radio, web e social. Anche nel momento della clamorosa defenestrazione della direttora De Santis e prima dell’intronizzazione del nuovo comandante dell’ammiraglia, il valido Coletta, gli ufficiali accorsi sulla tolda di Sanremo (il vice Fasulo e Marano) garantiscono che nessuno potrà fermare la navigazione solenne della corazzata di Viale Mazzini. Tutti a bordo: anche Amadeus ricorda che nessuno potrà cacciarlo, prima dell’8 febbraio. Dopo, chissà.