I presidenti di Confindustria e i loro molti buoni consigli
Noi siamo assidui lettori del Sole 24 Ore, il giornale color salmone di proprietà della Confindustria. E giustamente il quotidiano dà ampio spazio ai pareri della suddetta associazione e specie a quelli del presidente, il campano Vincenzo Boccia. Negli ultimi giorni il nostro è citato sul cuneo fiscale, sulle politiche di sviluppo che dovrebbero guidare il governo, sull’economia circolare, in quanto presidente della Luiss e come imprenditore per la sua “Arti Grafiche Boccia”. Ecco la meritoria azienda di famiglia, nata nel 1961, “farà investimenti per 10 milioni nei prossimi 18 mesi
- ci dice Il Sole - che si aggiungono ai 40 milioni già investiti negli ultimi 15 anni, oltre a un aumento di capitale già realizzato pari a 1,3 milioni con annessa ristrutturazione del debito”. E che sarà questa ristrutturazione del debito neanche citata nei titoli? Ma niente, è che un po’ “la congiuntura internazionale”, un po’ gli “Npl di clienti storici” (gente che non paga) e insomma... come dire... il 2019 si è chiuso molto male, i debiti sono alti... e il cda, “preso atto della crisi finanziaria della società”, è andato in tribunale a chiedere una procedura prevista dalla legge fallimentare che impedisce ai creditori di fare pignoramenti (i particolari sono a pag. 15). Cose che capitano, per carità, e forse Arti Grafiche non ha seguito i consigli di Confindustria, ma più che altro - ricordando che prima di Boccia ci furono Marcegaglia e Montezemolo - ci viene un dubbio: non è che i presidenti degli industriali stanno lì a dar buoni consigli quando non possono più dare il cattivo esempio?