Da soli o col centrosinistra? Il ballottaggio che divide i 5S
I candidati più votati alle Regionarie su Rousseau fotografano in pieno la frattura interna: quel che resta dei “dimaiani” contro gli “aper turisti”
Le elezioni regionali sono lontane e i sondaggi, almeno per il momento, somigliano a una faticosa salita di montagna. Eppure i ballottaggi per la scelta dei candidati governatori dei 5 Stelle in Puglia, Toscana e Liguria si rivelano specchio perfetto delle spaccature che agitano il Movimento nei territori tanto quanto nei vertici nazionali.
Il primo turno è andato a vuoto perché nessun candidato ha raggiunto il 50%+1 dei voti su Rousseau e così domani gli iscritti potranno scegliere tra i due più cliccati in ciascuna Regione: Giacomo Giannarelli e Irene Galletti in Toscana, Alice Salvatore e Silvia Malivindi in Liguria, Antonella Laricchia e Mario Conca in Puglia.
MA LA CONTESA, appunto, si intreccia con la burrasca attorno alla leadership del Movimento. In Toscana il capogruppo Giannarelli è l’uomo forte di Luigi Di Maio, sua perfetta emanazione in Regione. Si è costruito ottimi rapporti personali a Roma ma meno in Toscana, dove gli attivisti gli rimproverano una gestione oligarchica del Movimento. Settimana scorsa, a ridosso del voto su Rousseau, ha organizzato un tour per i ministeri “per portare le istanze dei cittadini toscani”: legittimo – e pure lodevole – per un capogruppo regionale, ma di certo non una carineria elettorale nei confronti degli altri tre colleghi consiglieri, anche loro candidati alla presidenza. Irene Galletti, la sua sfidante, potrebbe ora far convergere su di sé i voti degli scontenti puntando sul recupero del rapporto con gli attivisti. In ogni caso, chiunque vinca difficilmente potrà cambiare lo schema sulla scheda elettorale, dove è quasi certo che il Movimento non sarà in coalizione con il Pd: Eugenio Giani è già piuttosto divisivo a sinistra, figurarsi in una alleanza allargata.
Diverso invece il discorso in Liguria, perché Giovanni Toti potrebbe rischiare la sconfitta soltanto in caso di accordo giallorosa e la partita delle alleanze qui non è chiusa. Anche qui, però, il Movimento sta intanto scegliendo la propria candidata. Alice Salvatore è capogruppo in Regione ed è considerata molto vicina a Di Maio - “il miglior ministro del Lavoro di sempre”, l’ha definito una volta in Consiglio comunale – tanto da ricalcarne umori e dichiarazioni. A fine agosto, in tempo di luna di miele giallorosa, aprì all'accordo col Pd anche per le Regionali; appena due mesi dopo, complice la batosta in Umbria e la stroncatura dimaiana dell'alleanza, si rimangiò tutto. A questo proposito è rimasta molto più possibilista Silvia Malivindi, consigliera comunale a Ventimiglia fino allo scorso anno e ora candidata in Regione con parole d’ordine che fanno fischiare le orecchie ai vertici M5S: “Ho assaporato lo stato d’abbandono dei consiglieri comunali. Dobbiamo riavvicinare le persone, le riunioni non si convocano 48 ore prima senza neanche il tempo di organizzarsi”.
E ANCHE in Puglia, terza Regione al ballottaggio, il copione è simile. Antonella Laricchia è la candidata dimaiana in pectore, Mario Conca il consigliere che prova a farsi portavoce di un malessere. Proprio mentre si sceglievano i candidati, la Laricchia era anche nominata referente per le elezioni regionali insieme all'ex ministra Barbara Lezzi. Ora che la consultazione si avvicina, gli iscritti potranno forse ripensare a un episodio dello scorso ottobre, in piena discussione sul rapporto tra 5 Stelle e Pd: sette degli otto consiglieri regionali M5S scrissero una lettera a Di Maio per esprimere contrarietà all’alleanza coi dem in Regione. Tra loro, Antonella Laricchia. L’ottavo consigliere, quello che non aveva firmato, era Mario Conca.
Domani si rivota
Il secondo turno per la scelta degli aspiranti presidenti di Puglia, Liguria e Toscana