Parigi, 50° giorno di scioperi: vince la verde Hidalgo
Riforma delle pensioni La Francia oggi vive il 50° giorno di protesta contro il governo: nella capitale bus e metro fermi, il sindaco vede trionfare le “sue” piste ciclabili
Lo sciopero contro la riforma delle pensioni entra oggi nel suo 50° giorno. La Francia si prepara a una nuova mobilitazione nazionale domani, proprio quando il progetto di legge sarà presentato al Consiglio dei ministri. Nella “tragedia” di un Paese bloccato, a essere in qualche modo “favorita” è la sindaca di Parigi Hidalgo che fa campagna per una mobilità basata sull’ecologia: più zone pedonali, meno automobili, più zone verdi e ha moltiplicato le piste ciclabili negli ultimi anni. I parigini mai quanto in questo periodo hanno apprezzato le sue scelte, dato che biciclette e monopattini sono andati a ruba rappresentando almeno in città una valida alternativa al blocco dei mezzi. Di certo, dopo 50 giorni, il bilancio è pesante. Ecco i numeri.
Ammonta ad almeno 850 milioni di euro il danno alla Sncf: per la società delle ferrovie è il conflitto più lungo di sempre (il record precedente, di 28 giorni, risaliva al 1986-87). Nel metrò parigino, la Ratp ha calcolato un buco di 200 milioni di euro. Lo sciopero è costato 400 milioni di euro al giorno alle aziende, piccole e medie, secondo François Asselin, presidente della Confederazione nazionale delle Pme. Solo il settore alberghi e ristoranti ha perso intorno ai 740 milioni di euro. A Parigi, nel bel mezzo delle feste di fine anno, gli alberghi hanno registrato fino al 50% in meno di prenotazioni. Anche per i teatri parigini il bilancio è in rosso.
IN MEDIA si sono venduti il 55% di biglietti in meno. Per l'Opéra, dove tutti gli spettacoli sono stati annullati dal 5 dicembre, mai sciopero è stato così lungo. I dipendenti, dai ballerini ai tecnici, vogliono salvare il loro regime speciale nato 350 anni fa, insieme all'istituzione. Anche se, stando ad un sondaggio Odoxa, il 66% dei francesi continua ad approvare la protesta, il 57% ritiene che sarebbe bene mettere fine a questo sciopero che ha lasciato a piedi migliaia di francesi a Natale, congestionato le strade, messo nei pasticci chi doveva comunque raggiungere il posto di lavoro, causato il rinvio di esami alle università e annullato udienze nei tribunali. Da alcuni giorni il ritorno inatteso di treni e metrò dà ai francesi e ai parigini soprattutto, una parvenza di normalità. Ma lo sciopero non è finito, ha solo cambiato volto: i ferrovieri hanno cominciato a lanciare ciabatte contro il ministero dell'Economia, più di mille medici si sono dimessi dalle funzioni amministrative, alcuni avvocati hanno passato la notte in tenda davanti al tribunale di Bobigny, altri hanno bloccato il Palazzo di giustizia di Parigi stendendosi per terra, l'orchestra dell'Opera ha improvvisato concerti gratis. Il sindacato Cgt che continua a mobilitare i suoi per ottenere il ritiro del testo ha rivendicato martedì un black out gigante nel sud di Parigi che ha causato disagi all'aeroporto di Orly. Ieri due tecnici sono stati arrestati per aver tagliato l'alimentazione a una fabbrica classificata Seveso che produce aerosol in Dordogna.
Nei giorni scorsi gruppi di militanti Cgt hanno occupato la sede della Cfdt, il sindacato moderato accusato di scendere a compromessi con il governo. Altri hanno fatto irruzione nel teatro Bouffes du Nord dove si trovavano Emmanuel Macron e la moglie Brigitte. A Marsiglia, Bordeaux o Le Havre è ancora in corso l'operazione “po rt i mo rt i”. Domani, per la settima giornata di mobilitazione nazionale, nuovi cortei. Quelli del 15 gennaio avevano riunito 187 mila persone, secondo il ministero dell'Interno, meno comunque delle 806 mila contate il 5 dicembre. Treni e metrò si attende, un “venerdì nero”.
LA DATA è strategica: il testo comincia il suo iter al Consiglio dei ministri. L'articolo 1 introduce il nuovo sistema universale a punti e stabilisce che “un euro di contributi apre gli stessi diritti a chiunque”. Nella legge, che alcuni media francesi hanno potuto consultare, figura anche la contestata misura dell’età di equilibrio, che dovrà progressivamente spostare l'età della pensione piena, oggi fissata a 62 anni. Ma la misura resta sospesa nell'attesa di conoscere le proposte dei sindacati, che da fine gennaio ad aprile si riuniranno per discutere dell'equilibrio finanziario della riforma. La legge sarà discussa alle Camere dal 17 febbraio, per un voto entro l'estate e l'entrata in vigore il primo gennaio 2022.