Libia, la diplomazia ciarla, il cessate il fuoco non c’è A Tripoli uccisi 3 bambini
La Turchia accusa il generale Haftar, lui: “Via Ankara o niente dialogo a Ginevra”
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diplomazia annaspa e in Libia ammazzano bambini. La tregua tanto auspicata dopo il summit di Berlino del 19 dicembre fra i leader europei non ha mai retto, e attorno a Tripoli le forze del generale Haftar proseguono l'assedio per stanare il governo di Al Sarraj. Ieri il sito Libya Akhbar, citando una fonte ufficiale del ministero della Sanità, ha raccontato che nella capitale tre bambini sono rimasti uccisi e un altro ferito da colpi d’artiglieria. Due delle vittime avevano 9 e 12 anni e sono state colpite nel quartiere di Badri, a cinque km dal centro. Difficile trovare riscontri. Da dove sono partite le cannonate? Chi le ha sparate? La guerra è fatta anche di comunicati: “Il golpista Haftar continua ad attaccare i civili indiscriminatamente, compresi i bambini. È l’ennesima prova che lui è dalla parte della guerra, non della pace”, scrive in un tweet il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu.
IN QUESTO CONTESTO appaiono surreali le conversazioni fra i capi di Stato, come quella avvenuta ieri fra Donald Trump e il presidente Erdogan. Secondo una nota della Casa Bianca i due “hanno discusso la necessità di eliminare le interferenze straniere e mantenere il cessate il fuoco in Libia”. Ma il cessate il fuoco non c'è mai stato e lo stesso Erdogan ha spedito miliziani siriani in aiuto del governo di al Sarraj, a sua volta supportato da Egitto, Emirati Arabi e Francia. Il ministro degli Esteri Di Maio ribadisce la linea italiana: “Ho sentito i ministri omologhi di Germania e Austria. Abbiamo discusso delle azioni da intraprendere in ambito Ue a seguito della conferenza di Berlino e di iniziative che possano garantire il rispetto dell’embargo sulle armi. Siamo preoccupati per le violazioni della tregua registrate nelle ultime ore; l’unica strada, lo ribadisco, è quella del dialogo, a partire dal prossimo incontro del Comitato militare misto. Non esiste una soluzione militare”.
Così, si guarda al fronte libico che non promette bandiere bianche, ma facce dipinte e coltelli fra i denti. Il Comitato 5+ 5 all’inizio di febbraio a Ginevra dovrà monitorare l’applicazione di un cessate in fuoco mai entrato in vigore. Haftar porrà come condizione per negoziare la partenza dalla Libia dei consiglieri militari turchi e dei mercenari siriani.