La fuga di Whirlpool è certa: a ottobre
Barba agli accordi, l’azienda lascia Napoli. Invitalia cerca una sostituta
La fuga da Napoli della Whirlpool ora ha una data certa: il 31 ottobre 2020. Non più tra due mesi, come era nei piani della multinazionale, ma tra nove. Cambia poco, però, la sostanza e la conclusione è stata accettata anche dal governo, che ha già attivato Invitalia affinché cerchi una nuova impresa – non necessariamente nel campo degli elettrodomestici – che voglia prendersi il sito e mantenere i 420 lavoratori.
L’OBIETTIVO è trovarlo entro luglio; nel frattempo ci sarà una verifica sugli altri stabilimenti per capire se l’azienda sta rispettando gli accordi firmati a ottobre 2018 al ministero dello Sviluppo economico. Accordi che, tra l’altro, prevedevano che non lasciasse la Campania. Il tavolo di trattativa, riaperto ieri pomeriggio dopo la tregua armata pre-natalizia, non ha generato lo scatto in avanti in cui speravano i sindacati. O meglio, non c’è stato verso di convincere l’azienda americana a fare marcia indietro. L’amministratore delegato della divisione italiana Luigi La Morgia ha ancora una volta definito “insostenibile” le attività di Napoli, con 20 milioni di perdite annue, nonostante i buoni risultati degli altri impianti. Le difficoltà dello stabilimento partenopeo, tra l’altro, erano note da anni, ha detto. Quindi anche prima del 25 ottobre 2018, quando comunque la Whirlpool ha assunto l’impegno di rilanciarlo. I sindacati lo hanno incalzato chiedendo dove sarà spostata la produzione delle lavatrici. La Morgia ha detto che i 17 milioni di investimenti promessi saranno ridistribuiti nelle altre fabbriche, mentre ancora non hanno deciso dove portare le produzioni.
Insomma, ieri l’azienda si è presentata all’incontro senza alcuna novità, se non la conferma della volontà di chiudere e indicando la data del 31 marzo. Una scelta definita “in ac ce t ta bi l e” dal ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli. È stata necessaria una riunione ristretta per strappare un compromesso sulla data del 31 ottobre. Ancora un po’ di ossigeno per trovare una soluzione. Bocciata l’ipotesi degli svizzeri della Passive Refrigeration Solutions, specializzati in container frigoriferi, idea proposta mesi fa dalla stessa Whirlpool, ora la palla è in mano a Invitalia. L’agenzia pubblica cercherà aziende interessate (e credibili) a presentare un progetto, anche in settori diversi da quello degli elettrodomestici, purché già presenti solidamente in Italia o che abbiano prospettive di insediamento nel nostro Paese. Se sarà trovato questo nuovo soggetto, potranno essere concessi incentivi pubblici.
I SINDACATI, però restano fermi sulla stessa posizione: a Napoli deve restare la Whirlpool, che deve mantenere i patti e proseguire con le lavatrici. “L’azienda, come altre multinazionali, non può decidere di strappare gli accordi firmati – ha detto la segretaria Fiom, Francesca Re David – e di andare a produrre e fare profitti altrove. Il governo si è dimostrato inadeguato, in quanto ha detto che non ha gli strumenti per impedire a Whirlpool di lasciare Napoli”. Si preannuncia un nuovo sciopero.