Come si giustificava il dg che diede l’ok per acquisire Tercas
POPOLAREDIBARI L’ambigua condotta di Bankitalia
Salvatore Rossi è stato direttore generale della Banca d’Italia. Economista, manager, banchiere. Oggi presiede Telecom Italia. Rossi è direttore generale di Bankitalia nel 2013, quando la Popolare di Bari viene bollata da un giudizio “parzialmente sfavorevole”. Già due anni prima, peraltro, le era stato disposto il “divieto di crescita per linee esterne”: in sostanza non poteva acquisire nuove banche. Figurarsi la Tercas, ch’era indebitata fino al l’inverosimile. Ma nel 2014 cambia tutto. Può acquisire persino Tercas: Bankitalia revoca il divieto. E a revocarlo è proprio Rossi. Le criticità sono svanite: Bpb giura, tra l’altro, d’aver nominato un nuovo capo della Funzione Controllo Rischi ( Cro). Bankitalia nel 2013 è categorica: “La figura del Cro” ha un impatto solo se gli assicurano “sufficiente autonomia e autorevolezza”.
E INFATTI Bpb assume Luca Sabetta che proprio per la sua autonomia e autorevolezza, secondo la procura di Bari, viene esautorato (e successivamente vessato) nell’arco d’appena un mese. Al suo posto torna il Cro precedente. La procura specifica: senza che Bankitalia “fosse adeguatamente informata”. E ci mancherebbe. Bene. Questo è l’antefatto. Passiamo all’interrogatorio. Siamo a novembre 2017. Il procuratore aggiunto Roberto Rossi e la pm Savina Toscani convocano l’ex direttore generale di Bankitalia come persona informata sui fatti.
“Quali erano i miglioramenti che voi avevate verificato?”, chiede il procuratore. “Beh!” , risponde l’ex direttore generale di Via Nazionale, “loro, dunque, hanno molto cambiato il modo in cui erano organizzati, come dire, istituendo uffici, intanto la figura del Cro, che non c’era, e questo...”.
In realtà, fa notare il procuratore, non è che prima il Cro mancasse: “C’era”, conviene l’ex direttore, “ma era... non era idoneo”. Ah, ecco.
Domanda successiva: “Ma voi avete poi verificato i cambi di questa figura?”. “Immagino di sì”, dice Rossi, “sì”.
In effetti c’è stato un problemino. “Attualmente”, dicono quasi all’unisono i due magistrati, “il responsabile è... ritornato... lo stesso di prima... È già dal marzo... Cioè non c’è stato mai un cambiamento... c’è stato per due mesi...”.
L’ex direttore generale a questo punto s’incuriosisce: “Cioè quel signore che poi... Sabetta ...”. E già, Sabetta. Proprio lui.
“Chiaramente – continua il procuratore – è chiaro che voi, se vi viene comunicata una cosa, non è che avete possibilità di... non per nulla esiste un reato nell’ostacolo...”. Quindi Bpb avrebbe ostacolato la vigilanza di Bankitalia omettendo di aver rimosso Sabetta. Ci sarebbe un altro piccolo dettaglio: i cambiamenti che Bpb avrebbe dovuto operare nella governance. “La governance”, continua il procuratore, “al di là della nomina di Giorgio Papa ( amministratore delegato dal 2015 al 2018, ndr) ... rimane sempre in mano agli stessi soggetti”. Due fregature su due. Il procuratore aggiunge: “Tant’è vero che le interlocuzioni che voi fate sono con gli stessi soggetti... inviate una lettera, che non inviate a Papa, ma al presidente della famiglia...”.
Riep iloghiam o: Bankit alia chiede a Bpb di cambiare la governance ma poi quando arriva il nuovo ad, continua a scrivere ai soggetti di prima. Una spiegazione c’è. “Dunque”, risponde Rossi, “viene mandata al legale rappresentante, che è il presidente, dicendogli: ‘convoca un Consiglio di Amministrazione, e leggi a tutti questa lettera qua’, quindi anche al Chief Executive Officer”. Ah, ecco.
MA C’È UNA spiegazione più concreta: “Marco Jacobini, tanto per essere concreti..., per quello che risulta alla Banca d’Italia, e quindi a me, è stato mano mano, come dire, innalzato, quindi ha perso ... la presa che aveva sulla banca fino al 2010- 2011, è vero che ha piazzato i due figli, infatti il piazzamento dei due figli...”. In sostanza Marco Jacobini è stato “i nna lz ato ” e com’è ovvio, quando capita che ci si innalzi, perde la “presa sulla banca”. Tanto la perde, che “piazza i suoi figli” ai vertici. Ma a Bankitalia non sfugge: “Lo rileviamo, è una delle ragioni” delle “due restrizioni in atto”.
Rossi è però in grado di rivelare ai pm informazioni ben più riservate: “I due figli stanno ancora là, indubbiamente. Adesso io... ne conosco uno, ma l’altro no, mi dicono che uno sia intelligente, l’altro un po’ meno ... ma sono pettegolezzi”. Resta un fatto: “Per quello che risulta a me, l’organizzazione complessiva della banca è migliorata, al punto da meritarsi la rimozione delle due misure restrittive... nel frattempo s’era proposta come acquirente di Tercas e aveva dimostrato di poterlo fare efficacemente”. Bpb a dicembre è stata commissariata da Bankitalia. Marco e Gianluca Jacobini sono ai domiciliari. gli sono contestati a vario titolo i reati di falso in bilancio, falso in prospetto e ostacolo alla vigilanza.
Controsensi Revocò il divieto di acquisizioni Su Jacobini: “Ha meno presa sulla banca”. Ma poi vi si interfacciava
Chi è Salvatore Rossi nasce a Bari nel 1949.
È stato direttore generale di Bankitalia dal 2013 al 2019, oggi è presidente di Telecom Italia
Il punto
CON TERCAS
Pop Bari si è caricata un istituto con quasi un miliardo di crediti in sofferenza L’operazione fu autorizzata da Bankitalia dopo lo stop al blocco delle acquisizioni del 2011. Bpb è in dissesto finanziario ed è stata commissariata