Il Fatto Quotidiano

Cambiate musica

- » MARCO TRAVAGLIO

Secondo il sondaggio Pagnoncell­i- Corriere, il 57% degli italiani pensano che la prescrizio­ne sia una scappatoia per i colpevoli e il 59% di chi conosce la legge Bonafede la condivide. Buon segno: nemmeno questi partiti infami e questa “informazio­ne” degna di loro sono riusciti a mettere l’anello al naso alla gente. Ora qualcuno dovrebbe domandarsi come sia possibile che, di una legge che domina giornali, tg e talk da mesi, solo il 5% sappia tutto e un altro 40% qualcosa. Il motivo è semplice: se ne dicono e sentono di tutti i colori, senza che arrivi mai un esperto a zittire tutti e a dire come stanno le cose. Infatti i primi a non sapere nulla sono i media: molti descrivono il “lodo Conte bis” all’incontrari­o: cioè come una norma che svuota la Bonafede bloccando la prescrizio­ne non più dopo la sentenza di primo grado, ma dopo quella d’appello se c’è doppia condanna. Una cosa inutile, visto che in Cassazione si prescrivon­o solo 600 dei 130 mila processi morti ogni anno. Per fortuna è una balla.

1. Indagini e primo grado. Non cambia nulla: se la prescrizio­ne scatta prima della sentenza di primo grado, il processo muore lì. Le cose cambiano dopo la sentenza di primo grado.

2. Primo grado, condanna. Se il pm e/o la difesa impugnano, si va in appello. E la prescrizio­ne è abolita fino alla sentenza definitiva, salvo che in appello arrivi l’assoluzion­e (vedi punto 5).

3. Primo grado, assoluzion­e. Se il pm impugna, si va in appello. E la prescrizio­ne continua a correre, ma con 2 anni in più di sospension­e rispetto ai termini attuali: quanto basta per celebrare gli altri due gradi, anche con i tempi medi odierni. Ma bisogna sbrigarsi, dunque nessun rischio di “processi eterni” per gli assolti in tribunale.

4. Appello, condanna. Se il pm e/o la difesa ricorrono, si va in Cassazione. La prescrizio­ne si blocca sine die fino alla sentenza di terzo grado (conferma della condanna d’appello, annullamen­to senza rinvio, annullamen­to con rinvio a nuovo appello).

5. Appello, assoluzion­e. È la novità del lodo Conte-bis. Se il Pg ricorre (caso rarissimo: riguarda il 2-3% delle assoluzion­i), si va in Cassazione. E si recupera la prescrizio­ne “persa” in appello, come se non fosse mai stata bloccata dopo la prima sentenza: termini ordinari, più i 2 anni di sospension­e in appello, più 1 altro anno previsto per il giudizio di Cassazione. Anche qui, pochi rischi che il processo si prescriva in vista del traguardo o che duri in eterno.

Ora chi strilla sugli “imputati a vita” cambi musica e dica finalmente la verità: cioè che non voleva processi più brevi, ma più processi morti.

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