QUI COMANDA SEMPRE LA LIBIA
Comanda la Libia. So di avere appena scritto una frase vera e assurda, e so (poiché la vivo fin dall’inizio) che appena la dici ti buttano addosso la coperta sporca dell’unica ossessione che regola ciò che resta della nostra civiltà, l’odio (odio, molto più che paura) dell’immigrato e dell’immigrazione. Sappiamo che il fenomeno è europeo, e che due terzi di ciò che chiamiamo “Unione europea” è capace di odiare “lo straniero” persino senza il lavoro poderoso e incessante di fabbricatori di odio come Salvini, come la Lega, gente che segue tuttora scrupolosamente la parola di un ideologo e maestro Borghezio.
VOLETE una prova? L’onore ma anche il prestigio e l’autorevolezza dell’Italia richiedono di rifiutare in modo forte e netto la co-partecipazione italiana ai disumani campi libici, di cui le Nazioni Unite e papa Francesco non fanno che ripetere le condizioni di orrore che puntano a impedire la sopravvivenza e sono regolate, come i campi nazisti, da condizioni deliberatamente disumane. C’è una lunga catena di trattati Italia-Libia, in un incoerente sbandare tra destra e sinistra, tra la visione della vita tutta danaro di Berlusconi (per una somma giusta si fa qualunque cosa e chi se ne frega del bambino torturato e della donna stuprata) e la lunga, concitata fuga dal comunismo (dall’accusa terribile di essere ancora comunisti) che induce la catena Pds, Ds e Pd ad accettare di tutto pur di non essere colpiti dall’accusa di restare ancora “comunisti” o anche solo “di sinistra”, accuse che rovinano carriere, posizioni, nomine, vite, e persino partecipazioni regolari ai talk show. Chiaro che bisogna con coraggio liberarsi del passato buonista, e se decade un trattato Berlusconi al servizio della Libia per cessazione di attività del partner Gheddafi, si può sempre provvedere con un trattato Minniti. E quando Salvini pensa di avere mano libera nella gestione della crudeltà contro i deboli, e molti buonisti e papisti dicono che “non durerà per sempre“, ecco che arriva un governo con orgogliosa partecipazione Pd (evidentemente nè di destra nè di sinistra, come gli alleati Cinque Stelle) e si guarda bene dal fare due cose che rischiano di farti piovere addosso l’accusa di comunismo. Primo, l’attuale trattato con la Libia (pessimo e di piena sottomissione, come i precedenti) deve continuare anche se sarebbe scaduto, la Libia resta al comando e usa armi e navi italiane per catturare in mare la preda umana. Secondo, le leggi Salvini dette “decreti Sicurezza” (se scappi da Aleppo bombardata giorno e notte da Putin e Assad, puntando a case, scuole, ospedali, sei un pericolo per la sicurezza nazionale italiana) che multano fino a un milione di euro una nave che salva, per il “reato di salvataggio di vita umana,” quei decreti restano intatti e in vigore, per non farsi gridare dietro “comunista e negro” dalla fiera opinione pubblica leghista. L’epoca post coloniale è stata dura per tutti i Paesi che si sono macchiati del dominio arbitrario e crudele in casa altrui. Ma la vicenda libica italiana è speciale nella umiliante sottomissione dell’Italia all’ex colonia. Gheddafi è stato protagonista della vita economica e della politica italiana da ospite di riguardo. Il settore privato se ne è liberato in tempo. Ma la politica dei governi, da Andreotti a oggi, ha invece accentuato sottomissione e onori. E quando, in modo tragico, è stato spazzato via il dittatore ed ex manager del terrorismo, l’Italia si è inventata un primo ministro di Tripoli che risiede in mare, gli ha mandato (unico Paese al mondo) un ambasciatore, e ha provato a riceverlo a Roma come se comandasse. Non comanda niente, tranne le prigioni e una guardia costiera di pirati armati su navi italiane, impegnati nell’unico scopo di rifornire i lager. Un governo o l’altro potevano notare per tempo che se c’è un generale Haftar con truppe, armi, uniformi e le sue camionette armate in marcia verso Tripoli, dovevano esserci ben altri gruppi e milizie e tribù pronte a conquistare spazio, schiavi e petrolio senza passare per Roma. Infatti turchi e russi hanno cominciato a interessarsi della vicenda, quando si sono accorti che l’Italia aveva un solo nemico, i migranti.
La statista Meloni è stata chiara: affondare subito le navi che portano a terra i salvati, arrestarli tutti, diritto di asilo o no, e deportarli. Abbiamo avuto persino una “alta rappresentante” italiana per Affari internazionali, nell’Unione. Ha taciuto per cinque anni, ordine del governo leghista che intanto si dedicava a insultare l’Europa e a minacciare l’uscita dell’Italia dall’Unione ( per andare presumibilmente in Ungheria). Un solo fraterno obiettivo ci legava e ci lega alla Libia, togliere di mezzo i migranti, non importa come, mentre guerre contro i civili continuano anche in questo momento, (Turchia, Curdi, Siria, territori iracheni, Yemen). Come vedete, l’Italia, con un partito o l’altro al governo, è ferma e succube. Nei prossimi giorni la Libia (e la Turchia e la Russia) ci faranno sapere.