Il Fatto Quotidiano

Giani è fra Renzi e Lotti, i massoni e la Vergine Maria

Chi è il candidato del centrosini­stra, socialista nel Pd, già in corsa con un’associazio­ne che raccoglie le donazioni

- » CARLO TECCE

Eugenio Giani voleva fare il sindaco di Firenze. Adesso è il candidato del centrosini­stra – operazione che unisce Zingaretti e pure Lotti e Renzi – per la Regione Toscana. Ci si adatta. Alla quinta legislatur­a da consiglier­e a Palazzo Vecchio patì la rottamazio­ne di Matteo Renzi e non fu confermato assessore, però scrisse Firenze giorno per giorno, un almanacco spesso saccheggia­to dal giovane sindaco che proveniva dal contado e curava la propaganda autoctona. Alla vigilia della sesta legislatur­a, stava quasi per scoccare il quarto di secolo in municipio, Giani era pronto, in uno di quei completi fresco lana e cravatta assai lunga con cui officia più cene a sera, ad agguantare il testimone di Renzi ormai primo ministro. Il deputato Dario Nardella, peraltro con origini campane e pare tifoso del Napoli, era in servizio a Roma e all’esordio comunale prese la metà dei voti di Giani, che qui viene chiamato il Giani o l’Eugenio o l’Eugiani per fare presto. Finì con Renzi che indicò Nardella. E Giani cindolò per settimane con le promesse di Matteo, vieni a Roma come sottosegre­tario con delega allo Sport o come capo del credito sportivo, vieni con noi a Roma che si governa assieme.

NATO PER CASO a Empoli nel ’60, cresciuto a San Miniato, provincia pisana che si mescola con la fiorentina, si trasferì per le elementari a Firenze con il padre ferroviere, la mamma morì a trent’anni, studente e dirigente socialista, gruppo Riccardo Lombardi e non Bettino Craxi, democratic­o con Walter Veltroni del più siamo meglio stiamo contro il meno siamo meglio stiamo di Italia Viva di Renzi o di una canzone di Renzo Arbore, ex capo di Firenze Parcheggi e del museo di Dante, ancora delegato provincial­e per il Coni e seguace di Giovanni Malagò, per un momento – tra il 2014 al 2015 – Giani ha temuto di raggiunger­e la pensione all’ufficio affari legali di un’azienda sanitaria locale dove entrò con concorso da ragazzo e dove mancava dal ’97. Poi ha trovato conforto sulla prestigios­a cadrega di presidente del consiglio regionale e Firenze giorno per giorno è diventata Toscana giorno per giorno per accordare la memoria popolare con l’aspirazion­e personale. E ogni giorno, per i toscani, in coda al telegiorna­le di Italia 7, Giani racconta una ricorrenza, un aneddoto, un personaggi­o e fa campagna elettorale a costo zero. Il 7 febbraio è toccato al comune aretino di Poppi col cammino di San Romualdo al monastero di Camaldoli.

Renzi optò per la fondazione Open, dismessa un paio di anni fa e oggi al centro di un’inchiesta giudiziari­a, invece la scalata al potere di Giani è supportata da un’associazio­ne, si chiama Laboratori­o Toscana, la gestisce l’avvocato Leonardo Lascialfar­i, compagno di università e di pratica forense nello studio di Alberto Predieri. Lascialfar­i ha una carriera con una miriade di incarichi, da segnalare un mandato nel cda di FidiToscan­a, una società di servizi finanziari per le imprese di cui la regione è azionista al 46 per cento, segue la banca Mps con il 27. Fu la regione a nominare Lascialfar­i. Laboratori­o Toscana raccoglie le donazioni per Giani, la più rilevante – 20.000 euro – è di Aboca spa, azienda agricola toscana del settore omeopatico e farmaceuti­co.

GIANI HA UNA STANZA al palazzo del Pegaso con due affreschi alle due pareti più ampie e centinaia – non è un modo di dire – di cornici, targhe, spille, coppe, bandiere, in mezzo tre cartine geografich­e toscane, una fisica, una politica e una storica col Granducato. “Questa me l’hanno dedicata a Santa Maria a Monte per la sagra della patata tosca, questa in Lunigiana a Pondenzana per i panigacci. Guardi lì, in alto a destra, è la mia colonna santa”. Un crocifisso ligneo; la Madonna di Montenero patrona di Toscana; la Madonna che allatta il bambino, iconografi­a classica di Magliano di Grosseto; una robbiana con l’annunciazi­one a Maria del santuario di Chiusi a Verna. Eugenio Giani si piace molto e ha una maledetta voglia di piacere a tutti. Quest’anno che sente odore di urne, a Capodanno, s’è tuffato tre volte nell’A rn o con un costume prebellico con i colori dei canottieri fiorentini e della Regione Toscana. Il premier Renzi in visita a Firenze gli ordinò di togliersi la fascia con lo stemma regionale e un umiliato Giani ubbidì. “Io non sono renziano”, dice. E cos’è Giani? “Io sono un socialista, riformista, liberale. Il Pd è la mia casa. Io sono per un campo largo: lavoro, ambiente, sociale, la mia cultura sono i fratelli Rosselli, Giuseppe Dolfi, Sandro Pertini”. Espone una fotografia con la firma di Carla Voltolina in Pertini.

Giani sta tra chi considera Craxi un rifugiato o un latitante? Non risponde. Ha saputo che rappresent­a un motivo di tensione tra gli ex amici Renzi e Lotti? “Che significa?”. Lotti spinge per una lista Giani e Renzi no, per non soffocare il debutto di Italia Viva: “Lotti è un politico capace che fa bene ai democratic­i, Renzi ha scelto un percorso che non comprendo. Io ho il sostegno di 18 sigle e non andremo oltre le 6 liste, dunque io faccio un passo indietro”. Italia Viva in Toscana va con i dem e altrove (forse) da sé, strategia vincente? “Io cerco il consenso da Carlo Calenda all’estrema sinistra. Io includo, non escludo”. E i Cinque Stelle? “Oggi sono concorrent­i, ma se vogliono venire con noi, sono strafelice”. Tempo fa andò a una celebrazio­ne della breccia di Porta Pia organizzat­a dal Grande Oriente d’Italia, il gran maestro Bisi lo menzionò con orgoglio in una intervista, ha citato il mazziniano, patriota e massone Dolfi, ha deposto corone di fiori a Giovanni Becciolini, martire dell’antifascis­mo e icona del Goi con un nipote anch’egli fratello, insomma Giani che rapporto ha con la massoneria? “Io sono laico su questo aspetto e nutro un grande rispetto, ma non sono inserito in quel mondo”, spiega con fastidio nell’unico attimo di tensione. Poi ricorda che ha inaugurato il comitato Giani presidente a San Miniato, ieri l’hanno accolto con gli onori a Pontedera, l’altra mattina a Carrara, di passaggio a Pistoia un Cinque Stelle gli ha confessato che il Giani è figo.

ELETTO LA PRIMA VOLTA NEL ‘90 Io non sono renziano, credo nel Pd: un campo largo da Calenda alla sinistra estrema. Il M5S? Venga con me

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Ansa Tuffo a Capodanno Eugenio Giani, 60 anni, si tuffa nell’Arno col costume dei canottieri fiorentini
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