Il Tramadol, sedativo-droga dei migranti
Dalla Nigeria a Borgo Mezzanone È un analgesico comune, però è usato come potente sedativo da chi raccoglie verdure nei campi: arriva in Italia l’oppioide sintetico il cui traffico nero fa tremare il mondo
Le confezioni vengono buttate via. Le pillole, tutte rosse, tagliate una a una. Tramadol Hydr. Tamol XX. Ma anche Rivotril, Anafranil. Arrivano nei trolley, in quel non luogo che è diventata l’ex pista di Borgo Mezzanone, periferia di Foggia: una, due volte alla settimana. Assieme a bustine di cocaina, hashish, marijuana messa a macerare in bottiglie di gin, da vendere ai migranti “abitanti”. Per lo più braccianti agricoli che in questo periodo dell’anno vanno a raccogliere – anche se è inverno, per 8-10 ore al giorno – broccoli, carciofi, verze, bietole e spinaci. Qualcuno, per i campi, parte in bici. In tanti, col pulmino del “capo nero”, il migrante che forma le “squadre” pronte all’uso del caporale di turno. Il tramadolo rosso si compra a 3 euro a pasticca: più o meno quello che in media si guadagna qui per riempire un cassone di verdure. “Alcune persone vengono per vendere medicine qua... vengono anche per la polvere bianca”, ci raccontano dalle baracche. “Il tramadolo è per tutto. Cura anche la schiena”. “Certi sono diventati matti...”. Alcuni lo assumono per i suoi effetti analgesici e calmanti. Altri, per reggere certe prestazioni fisiche e lavorative, e ridurre la necessità di dormire e mangiare. Altri ancora, per la “resistenza” sessuale. C’è chi lo prende al posto dell’eroina, per sopportare l’astinenza. E chi contro depressione e ansia. Il tramadolo è un oppioide. Tra i tanti, è ritenuto il “più innocuo”. È un oppiaceo farmaceutico. Di quelli che, in Italia, posso essere prescritti dal medico di base – non essendo considerati sostanze stupefacenti, in quanto farmaci – per trattare “il dolore moderato e moderato-severo”. Come quando un anziano si rompe una gamba o il femore, per esempio. Ma si sta diffondendo sempre più un uso non medico del tramadolo. A partire da alcuni Paesi del West Africa. E a dire che siamo di fronte a un’emergenza pari a quella dell’uso del Fentanyl negli Usa (l’altro oppioide sintetico che lì ha causato oltre 47.000 morti per overdose, solo nel 2017), sono le Nazioni Unite.
Secondo l’ultimo World Drug Report, 53 milioni di persone hanno ammesso nel 2017 di aver fatto uso di oppioidi nell’anno precedente. Le maggiori quantità di oppiacei sintetici sono state sequestrate non negli Stati Uniti o in Cina, ma in Nigeria (a seguire, in Egitto): a far schizzare il Paese in cima alla classifica è stato proprio il tramadolo. La quantità sequestrata di tramadolo ha raggiunto la cifra record, a livello mondiale, di 125 tonnellate: nel 2010, non arrivava a 10 chili (l’aumento è di 1.249.900% !!!). E l’87% dei sequestri è avvenuto proprio in Africa occidentale e centrale.
Nei Paesi in via di sviluppo – con scarso accesso alle cure mediche e che non sono in grado di permettersi i più costosi analgesici in uso in Occidente – il tramadolo viene usato come antidolorifico. Ecco perchè l’International Narcotics Control Board delle Nazioni Unite ha rifiutato di aggiungerlo all’elenco delle “sostanze controllate”. Per evitare che fosse reso difficile l’accesso nei Paesi a basso reddito, per cui il tramadolo è un farmaco vitale. Avendo un decimo della potenza della morfina, si è ritenuto, erroneamente però, che la probabilità di creare dipendenza da tramadolo fosse bassa. Esiste invece un problema, in caso di sovradosaggio. La dose raccomandata dovrebbe essere di 50 mg per compressa, mentre in Paesi come Nigeria, Gabon o Ghana raggiunge i 200 o 250 mg, aumentando i rischi per la salute e creando dipendenza. Basti pensare che, senza andare in Africa, l’Agenzia francese per la sicurezza dei farmaci ha disposto che gli antidolorifici contenenti tramadolo – i più usati in Francia – vengano prescritti per cure di massimo 3 mesi, proprio per limitarne l’abuso e il rischio di astinenza. Anche nella maggior parte dei Paesi dell’Africa occidentale e centrale, è legale solo la vendita di tramadolo da prescrizione. Gran parte della popolazione qui, però, è solita acquistare medicinali al di fuori dei canali ufficiali: un
mercato nero, quello dei farmaci contraffatti, che solo per il continente nero è stimato in 200 miliardi di dollari. Il tramadolo utilizzato per scopi diversi da quelli medici non proviene da fonti farmaceutiche autorizzate, ma è preparato in laboratori senza licenza. Qui viene sintetizzata la sostanza di base, che arriva per lo più dall’India, il primo hubper il traffico di tramadolo. “Pillole contraffatte o di qualità inferiore, originariamente made inIndia e Cina – spiega Jeffery Bawa, responsabile dell’Unodc per il Sahel – entrano nell’area subsahariana atttraverso Paesi costieri come Benin, Ghana, Costa d’Avorio e Nigeria. Da qui, parte il traffico illegale in tutta la regione e in alcune parti del Medio Oriente, come Gaza”. Per arrivare fino all’Italia.
Non solo Borgo Mezzanone. A Reggio Emilia, “Unità di Prossimità”, un servizio di unità di strada della cooperativa Papa Giovanni XXIII, lavora da anni con persone italiane e straniere con fragilità complesse come abuso di sostanze e difficoltà abitative e sanitarie. Secondo una loro indagine – l’unica del genere condotta in Italia – il tramadolo per uso non medico è assunto anche nel nostro Paese. Luca Censi, referente operativo di Up, racconta di come nelle loro uscite territoriali trovassero, tra gli scarti di materialeriale sa-sanitario abbandonato, sempre più blister di Tramadol. Così perer circa due anni hanno indagato l’utilizzo dell’oppioide sintetico, conon l’o-l’obiettivo di monitorarne l’uso in strada a Reggio Emilia. Ne è emersomerso che il consumatore italiano assume tramadolo solo per scopopo ri-ricreativo, alla dose di 50 o 100 mg. I dati più interessanti però sonoono emersi dai migranti richiedenti asilo, per lo più provenienti dal West Africa: utilizzano compresse a dosaggio più alto (200/25050 mg, 0,50-1 euro a pezzo) proveniente da India e Nigeria, per lo più dal mercato nero. Non solo a scopo ricreativo e come antidolorifico, ma soprattutto in associazione alla cannabis come sedativo per stati ansiogeni e depressivi. “L’idea che ci siamo fatti è che il super-tramadolo, quello da 250 mg – spiega Censi – sia lo stesso che queste persone usano in Africa, portato in Italia anche grazie al ruolo crescente che potrebbero avere i cartelli della mafia nigeriana”.
L’unica indagine sui consumi di droga in Africa arriva proprio dalla Nigeria: uno studio del 2017 sull’uso non medico degli oppioidi da prescrizione, tramadolo in testa. I consumatori sarebbero 4,6 milioni, di età compresa tra 15 e 64 anni. In 8 casi su 10, consumatori abituali che spendono in media 3,6 dollari quotidianamente (in un Paese dove la maggioranza vive con meno di 2 dollari al giorno).
“Quello che facciamo è leggere i consumi rispetto al contesto”, racconta Censi. “Un conto è se prescrivo tramadolo a una persona in seguito a un trauma o come de-ospedalizzazione, un altro è se a farne uso è chi vive in strada ed è un richiedente asilo bloccato nel limbo dei centri di accoglienza. È droga, in questo caso. Associata alla condizione specifica in cui vive, oggi in Italia, un richiedente asilo. L’incertezza estrema, l’impossibilità di essere padroni del proprio futuro è la stessa che avvertono nein loro Paesi d’origine”. Ce lo ricorda Sarah, questo il nome di fantasia che ci hannohann dato all’ex pista adibita a campo, a Borgo Mezzanone. SarSarah è la giovane donna africana che, dopo tre giorni di agongonia, è morta giovedì scorso, in seguito all’ennesimo rogo scoscoppiato nelle baracche. Aveva ustioni sul 90% del corpo, la memetà di terzo grado. Sarah non ha ancora un nome. E non sappiapiamo se mai l’avrà.