Schierato contro Al Sisi e “seguito” fino in Italia
La sua professoressa: “È serio e preparato, siamo molto preoccupati per lui”
“Quella di oggi è stata una giornata molto difficile. Sono molto preoccupata”. Rita Monticelli, ricercatrice e professoressa associata del dipartimento di lingue, letterature e culture moderne dell’Università di Bologna, negli ultimi sei mesi ha avuto modo di conoscere e apprezzare a fondo Patrick George Zaki, iscritto al Master Gemma sugli studi di genere e delle donne. Uno studente modello: “Serio, preparato – aggiunge la docente –, sempre presente a tutte le lezioni e in regola assoluta con la sessione di esami. Quelli del primo semestre, cinque se non sbaglio, li ha superati brillantemente, storia, letteratura, metodologia e via discorrendo. Di lui, in particolare, risalta il suo spirito critico aperto e il rispetto delle opinioni altrui. Stamattina (ieri, ndr) una studentessa e la sua tutor mi hanno avvisato di cosa era accaduto, non potevo crederci. Spero davvero si risolva tutto in fretta e bene e lo aspetto alla ripresa dei corsi, magari non dal primo giorno, ossia da domani, ma molto presto”.
Patrick Zaki è arrivato a Bologna dal Cairo il 28 agosto scorso e il 2 settembre si è iscritto ufficialmente al corso dopo aver sbrigato le pratiche amministrative. In questi mesi ha vissuto in un alloggio messo a disposizione dall’Università nell’ambito del programma Erasmus Gemma. Il progetto, la cui sede di coordinamento è a Granada, in Spagna, prevede la compartecipazione di più atenei in ambito internazionale. Ogni studente deve svolgere attività in due sedi, una in quella di appartenenza e un’altra all’estero: “Non ricordo con esattezza, ma è probabile che Patrick George abbia scelto proprio Bologna e questo a tutte e tutti noi della sede universitaria bolognese ha fatto molto piacere” aggiunge la professoressa Monticelli.
DALL’OTTOBRE scorso l’Eipr (Egypian iniziative for personal rights) ha visto sei membri della propria organizzazione finire in manette. Alcuni di questi sono stati fermati dall’agenzia di sicurezza nazionale e interrogati per due giorni prima di essere rilasciati, altri ci hanno messo qualche settimana di più. Nessuno, tanto meno lui, sapeva che da qualche mese il Ministero degli Interni egiziano aveva preparato per lui un mandato d’arresto. Il regime non dimentica e attraverso tutte le sue fonti di intelligence controlla in maniera maniacale ogni voce contraria, dentro e fuori dal Paese. I post che Zaki ha pubblicato non sono passati inosservati, inoltre di lui l’intelligence già sapeva abbastanza. Per anni il 27enne originario di Mansoura ha fatto parte dell’Eipr, ma soprattutto ha collaborato con Khaled Ali, noto avvocato e attivista del Cairo, candidato per alcune settimane alle elezioni presidenziali del marzo 2018. Patrick George Zaki era presente la sera di fine gennaio di quell’a nno, quando Ali, a pochi giorni dalla scadenza delle candidature ufficiali, annunciò, tra la sorpresa generale, la sua intenzione di interrompere la corsa elettorale. Nel marasma del quartier generale di Ali, un ufficio nel cuore di Downtown, Zaki assistette a quel passo indietro, lo stesso compiuto da tutti gli altri candidati opposti al presidente Abdel Fattah al-Sisi che, due mesi più tardi, ebbe vita facile con il 97% dei consensi.
Il profilo Fa parte dell’Eirp, che si batte per i diritti umani, nel nostro Paese si occupa di studi di genere