Il Fatto Quotidiano

“Sullo scambio intervento urgente e non ordinario”

Lodi Inchiesta sul deragliame­nto del Frecciaros­sa. Interrogat­orio fiume per gli operai Rfi indagati. Sulla stessa tratta altre 3 manutenzio­ni quella notte

- » DAVIDE MILOSA

Ilavori sul deviatoio 5 di Livraga erano non ordinari e gli operai nelle ore precedenti avevano già fatto tre interventi sulla stessa tratta. Questo emerge da ll’inchiesta sul deragliame­nto del Frecciaros­sa avvenuto giovedì alle 5:34 e che ha provocato la morte dei due macchinist­i. Vi era dunque un’emergenza e la necessità di fare in fretta. I lavori come recita il fonogramma inviato alla centrale operativa di Bologna terminano alle 4,45, e cioè 25 minuti prima che il treno parta dalla stazione centrale di Milano. Ieri negli uffici della Polfer di Piacenza si sono tenuti gli interrogat­ori dei cinque indagati e cioè tutta la squadra dei manutentor­i di Rfi che ha lavorato sullo scambio. I cinque lavoratori hanno spiegato la loro posizione. Gli interrogat­ori sono andati avanti fino a tarda sera alla presenza del pm Giulia Aragno e degli investigat­ori del Nucleo operativo incidenti ferroviari.

L’ISCRIZIONE nel registro degli indagati dei cinque lavoratori, si legge nell’avviso di garanzia, è dovuta al fatto che tutti, secondo la Procura di Lodi, “non avrebbero svolto l’attività in modo adeguato”. I cinque sono accusati di omicidio colposo, disastro colposo e lesioni colpose. Al centro dei verbali quello scambio rimasto in deviata (aperto) e che invece doveva essere chiuso e posto nel “g i us t o tracciato”, come scritto nel fonogramma, per permettere il passaggio del treno. Capire perché si trovasse in quella posizione è il cuore dell’indagine coordinata dalla Procura di Lodi. La Polfer ha sequestrat­o tre hard disk contenenti alcuni video importan

TRA LE IPOTESI si valuta un calo di pressione del sistema per mancanza di olio o per infiltrazi­oni di aria che hanno fatto riaprire lo scambio ti. Si tratta di una telecamera posta nella carrozza tre e di alcune riprese fatte dalle telecamere di sicurezza della palazzina attrezzi di Livraga. La prossima settimana sono previsti i primi accertamen­ti irripetibi­li. Anche per questo è stata necessaria l’iscrizione dei lavoratori, per permettere ai loro legali di partecipar­e agli accertamen­ti.

L’incarico ai consulenti sarà dato già domani. Le analisi tecniche si svolgerann­o sulle carrozze e sullo scambio. Il fatto che lo scambio fosse aperto, secondo la Procura, è da legarsi a un errore umano. Ora quale errore e se sia realmente umano è ancora da capire. Di certo quel giorno la squadra di manutentor­i aveva già operato tre interventi precedenti su altri scambi. La notte di giovedì il deviatoio 5 presentava due problemi: uno meccanico e uno elettrico. Il primo riguardava il meccanismo che apre e chiude lo scambio. Meccanismo composto da tre elementi. Gli operai hanno sostituito il primo, quello più importante. E nonostante ciò il problema è continuato sotto il profilo elettrico. Per questo si è scelto di riportare lo scambio nel “giusto tracciato”, ovvero in posizione dritta rispetto al senso di marcia del treno e lo si è fatto dalla centralina presente nella palazzina di Livraga. Dopodiché è stata tolta la corrente. Un particolar­e di non poco conto perché la disaliment­azione del deviatoio lo ha cancellato dalla rete informatic­a dell’alta velocità.

IN QUEL MOMENTOla centrale operativa di Bologna non lo ha più visto. Fosse stato collegato avrebbe prodotto un alert tale da far rallentare il treno in modo da prendere alla giusta velocità la curva prodotta dalla deviata. Rimanendo alla versione dei manutentor­i, l’operazione si è conclusa bene, tanto che il fonogramma lo dimostra. Cosa succede dopo? Secondo procedura, rimesso a posto lo scambio è stato vistato dal capo squadra. Lo scambio, però, è gestito da un sistema oleodinami­co. Impossibil­e aprirlo e chiuderlo a mano. Tra le ipotesi si valuta anche un calo di pressione del sistema per mancanza di olio o per infiltrazi­oni di aria che hanno fatto riaprire lo scambio. La Polfer ha sequestrat­o, oltre alle due scatole nere, anche il libretto statistico della manutenzio­ne con le annotazion­i fatte fino a giovedì mattina e il modello della corrispond­enza telefonica. Gli indagati restano cinque, ma l’indagine punta a ricostruir­e la catena di comando, fino a valutare il coinvolgim­ento della società Rfi (ancora non indagata) e dell’ad secondo la legge 231 sulla responsabi­lità penale degli enti.

La scheda

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