Palazzo Chigi boccia Consob Si apre lo scontro con Savona
Nervi tesi Lo stop al rinnovo del contratto dei lavoratori dell’Autorità, atteso da 4 anni, non è stato preso bene dal suo presidente che minaccia di lasciare
Un braccio di ferro infuocato tra la Consob di Paolo Savona e la Presidenza del Consiglio: in mezzo, il rinnovo del contratto dei lavoratori dell’Autorità di vigilanza sui mercati, a cui Savona tiene particolarmente, tanto da celebrarlo con orgoglio nella email di auguri inviata ai dipendenti a Natale. La bocciatura è arrivata qualche giorno fa con un decreto di Palazzo Chigi, uno stop che Savona non sta prendendo bene, ventilando addirittura le dimissioni. Per legge, Consob deve recepire il contratto applicato in Bankitalia, ma può aggiungerci delle specificità. E sono queste che Palazzo Chigi ha respinto, giudicandole illegittime, anche se cercavano di risolvere grane non da poco alla Consob. Se Bankitalia ha riformato il suo contratto nel 2016, Consob ha atteso 4 anni per uniformarsi e in questo tempo progressioni e avanzamenti di carriera sono rimasti fermi, così come gli stipendi.
AL SUO ARRIVO, Savona ha cercato di sbloccare la situazione ma le cose non sono andate come sperava, inasprendo le tensioni con Palazzo Chigi. Il contratto è stato frutto di un lungo confronto con i sindacati. La sua firma, il 16 dicembre, aveva diviso le sigle: i comunicati di quei giorni riportavano da un lato l’accordo dei confederali (Cgil, Cisl, Uil) con Cida e Sibc, e dall’altro l’opposizione della Falbi, che aveva parlato di un eccessivo “disallineamento”.
L’intesa prevede l’adeguamento al regolamento di Banca d’Italia, che quindi recepisce anche gli aumenti salariali, ma anche dei soldi in più, una tantum, ai dipendenti per chiudere i mancati scatti di questi anni, assicurando almeno l’equivalente di uno scatto di carriera per tutti. Una soluzione che in cifre vale circa 7 mila euro e che avrebbe dovuto risarcire anche dei sette anni di stop delle sessioni di avanzamento dirigenziali. Per risolvere queste ultime, sono previste decine di nuove nomine, tra cui quattro posti da funzionario generale e ben dieci da condirettore, nonché l’istituzione di un fondo premiale, anche questo per riconoscimenti non strutturali, che riguarda “sviluppo, formazione, efficientamento e qualità dei processi”.
PALAZZO CHIGI, a quanto pare, non ha ben compreso la ratio di questi accordi e ha inviato più volte richieste di chiarimento alla Consob, prima in relazione all’istituzione del Fondo poi sulla sostenibilità finanziaria della riforma, puntando il dito sulla “corresponsione della somma una tantum al personale”. Il dubbio riguarda le coperture necessarie per questa misura (prese dal bilancio Consob) ma anche una non concordanza tra la cancellazione dei diritti acquisiti tra il 2016 e il 2019 e la decisione di compensare il personale con una somma versata in un’unica soluzione e “parametrata alle qualifiche rivestite negli stessi anni pregressi”. Per i tecnici della presidenza del Consiglio “non sono indicate le modalità di determinazione della somma”, tanto più che parte dei soldi verrebbe dal “fondo oneri contrattuali”, che però sarebbe “vincolato al finanziamento a regime della riforma”. Almeno per il versamento una tantum, le risposte dell’Autorità non hanno soddisfatto Palazzo Chigi. Tra i sindacati ci sono posizioni contrapposte. C’è chi ritiene che l’accordo sia il migliore possibile, dopo anni di impasse e nella prospettiva di un contratto che alla lunga ridurrà i compensi per i dipendenti. E c’è chi ci vede solo un giro di nomine, tanto più che la riforma assegna al presidente e alla commissione maggiori poteri per decidere le progressioni di carriera (l’equivalente di quanto avviene in Bankitalia col governatore). Nelle intenzioni di Consob, il visto di validità sarebbe servito come garanzia da eventuali ricorsi, invece è arrivata la sberla. In Consob il malumore è forte, visto che Palazzo Chigi ha fatto una valutazione formale ed è entrato nel merito della contrattazione collettiva. Savona non l’ha presa bene e c’è chi pensa che sia pronto a lasciare se lo scontro dovessero continuare.
Da chiarire
I dubbi dei tecnici riguardano gli indennizzi una tantum che sono stati previsti