Il Fatto Quotidiano

La stanchezza non si sente, i tacchi sì: ormai sono diventati una gag

L’ultima scalinata di Sabrina Salerno

- » SABRINA SALERNO

Per la prima volta da quando sono a Sanremo mi sono concessa qualche attimo per respirare il clima della città, quell’aria salmastra e floreale che conosco molto bene. E ancora una volta mi sono ritrovata bambina, quando a 10 anni stavo dall’altra parte a chiedere gli autografi, e magari saltava qualche giorno di scuola. Io come loro. Aspettavo queste giornate per vedere i miei miti, in particolar­e un anno ha coinciso con il film del periodo, un cult assoluto, Il tempo delle m el e, e al Festival arrivò Richard Sanderson, autore della colonna sonora, quella musica con la quale le ragazze e i ragazzi della mia generazion­e (e forse pure le successive) hanno sognato durante i primi lenti alle feste del sabato pomeriggio. Ecco, io ero fuori dall’Ariston in sua attesa e riuscii a strappare quella firma come oggi ho visto tanti fan chiedere selfie e ancora selfie ai protagonis­ti di quest’anno.

Che bello.

E poi tutti continuano a domandarmi se sono stanca. No, non lo sono. O forse sì, ma che importa? È talmente intenso stare qui, da tramutare la presunta stanchezza in energia positiva, adrenalina, gioia, divertimen­to, quindi va benissimo, tra una prova sul palco, il trucco, il vestito, poi devo affrontare i soliti problemi con i tacchi, ma su quei trampoli non sto a mio agio, non l’ho mai nascosto e oramai è diventata una gag. Comunque sono pronta ad affrontare nuovamente la scalinata, e questa volta ne sono certa: non inciampo.

Ps. Il tempo delle mele in qualche modo mi ha accompagna­to negli anni successivi, e non solo come colonna sonora: per un periodo sono stata fidanzata con Pier Cosso, protagonis­ta del sequel. I casi della vita...

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