M’Ama o non m’Ama più Verso il bis di Sanremo 71?
Tombola! Bisognava arrivare alla quinta serata di questa maratona televisiva travestita da Festival della canzone, per iniziare con la musica (e con Fratelli d’Italia). Ben tre canzoni in gara una in fila all’altra e in mezzo la zia d’Italia, Mara Venier. Poi è subito il momento dalla coppia d’oro, Fiore&Ama, featuring Maria De Filippi. Per sovramercato cantano pure il Gianni nazionale: si fa del morandismo. Nonostante gli hashtag galeotti e i tre giorni di tensione tra gli amici dell’amico Ama, sul palco c’è Un mondo d’amore: cantano gli Amarelli (Amadeus+Fiorello). Ma è previsto anche del freddismo, nel senso che Fiore ha voluto omaggiare Fred Bongusto, Amore fermati. La notte è piccola per noi del Fatto e dunque non possiamo dare il risultato della gara, ma dei premi della critica sì: incetta di consensi per Diodato, che porta a casa i riconoscimenti delle due sale stampa.
M’AMA o non m’Ama? La domanda, come ogni anno, è questa. Calato il sipario sul Festival numero settanta si parla già del 2021. I dirigenti Rai (Stefano Coletta in primis: “Amadeus se lo merita”) sognano un bis di questa edizione dei record (record di share, record di maratone notturne, record di scazzi). Al direttore artistico l’hanno già chiesto, lui però tentenna pur comprensibilmente tentato: “Questo è lo show di quest’anno, non parlerei di ‘probabilissimo’ bis. Chiunque arriverà farà il suo festival. Il mio è troppo lungo? L’ho fatto per dare una dimensione di show, poi ogni direttore artistico farà il suo Sanremo”. Del resto Fiorello, nonostante le battute in diretta ieri sera, aveva detto che per lui Sanremo finisce qui come Miss Italia (ha già stravinto) e ipotizzare un ritorno senza questa imprescindibile parte della conduzione è un enorme salto nel vuoto. Chiunque ci sarà nel 2021 riceverà in dono (ed è un dono avvelenato) il combinato disposto di share stellari e puntate extralarge: più in là delle 2.30 non si può pensare di andare (ogni limite ha una pazienza). E dunque fare meglio dei predecessori (il paragone è sempre con l’anno prima) sarà impresa ardua se non impossibile. Ieri ha parlato anche il presente della Rai Marcello Foa, comprensibilmente soddisfatto: “Sono molto contento del successo di questa edizione, che assumeva un valore particolare per la ricorrenza tonda. L’auspicio che avevamo condiviso in azienda era che portasse serenità, un po’ di svago e spensieratezza. Mi sembra che i dati d’ascolto parlino da soli”. Risate e musica, un mix che funziona. E un volto, quello di Amadeus, “rassicurante e non divisivo”.
NEL CONSUNTIVOfinale bisogna citare gli ascolti (fondamentali per gli inserzionisti): anche la quarta serata è stata un trionfo (seguita in media da 9.503.000 spettatori con il 53,3% di share). Una percentuale che non si raggiungeva dal 1999, nella mitica edizione condotta da Fabio Fazio con Renato Dulbecco. Rai pubblicità festeggia, anche se su questo fronte bisogna segnalare qualche crepa. Tim è “sponsor unico”(da quattro anni), ma in viale Mazzini dovrebbero rispolverare qualche puntata di Non è mai troppo tardiper farsi spiegare dal maestro Manzi il significato dell’aggettivo “unico”. In piazza Colombo (con mille problemi di sicurezza) è stato allestito un mega palco dal quale avrebbero dovuto esibirsi molti artisti, griffato Ferrero in ogni centimetro e ribattezzato Nutella stage. Striscia la notizia ha sollevato il caso quando Amadeus è uscito dall’Ariston per una lunga passerella in compagnia di Emma, scortata al suddetto stage. Passeggiata che a molti è sembrata un pretesto per mostrare il logo della crema di nocciola più famosa al mondo, disseminato lungo tutto il percorso. Uno scherzetto “unico” che avrà qualche conseguenza in euro. A proposito di soldi: la politica è stata stranamente silente sulle bagatelle sanremesi per cinque giorni. Ieri si è fatta viva. Il Pd farà un’interrog azione parlamentare per chiedere conto “del numero record di dirigenti Rai in trasferta al Festival, come riportato da alcuni organi di stampa”.
I premi
Dopo la gara dei giovani vinta da Leo Gassmann, Diodato fa incetta di premi della critica