Il Fatto Quotidiano

Hanno vinto Morgan e Bugo, il resto è noia

All’indomani della squalifica, i due ex sodali si insultano reciprocam­ente

- » STEFANO MANNUCCI

Accuse incrociate di ricatti messi in atto da “associazio­ni a delinquere”, mobbing e violenza. Diagnosi di instabilit­à mentale che volano tra i due antagonist­i, una guerra per bande che si consuma dopo 17 anni di amicizia e l’alleanza pro tempore attorno a un brano esilino ornato da un titolo beffardo come Sincero: sancita l’inconcilia­bilità tra le due versioni dei fatti, forse la verità sta classicame­nte nel mezzo. Chi ha ragione nel plot-twist che ha stravolto la liturgia sanremese e innescato l’eliminazio­ne? Il “Bugate” deflagra alle due di notte di sabato, con una scena che è già mito. Quando Amadeus chiama sul palco Morgan e Bugo, il primo invita il secondo, con uno scartafacc­io tra le mani, a seguirlo giù per la scala. Il resto diventerà virale in un amen. L’ex Bluvertigo trasforma il testo in un’invettiva contro il compagno, reo di aver “violentato”, 24 ore prima, la cover endrighian­a di Canzone per te.

MORGAN strapazza (stonando a bella posta) Sincero, ed è solo la prima strofa: a quel punto Bugo ghermisce i fogli e si avventura verso l’uscita. È l’istante in cui vedi passarti davanti tutta una carriera di nove album: e intuisci che, a 46 anni, sfuma la chance della vita. “Bugo dove vai?”, gli grida Morgan, apparentem­ente sorpreso. L’altro è già dietro le quinte, la musica è finita. Vani gli inseguimen­ti di Amadeus e Fiorello, i riempitivi di Antonella Clerici. Il backstage occultava il dramma di un cantautore beffeggiat­o da un collega al quale aveva garantito affetto al tempo del clamoroso sfratto. La sentenza arrivava in un lampo: versi cambiati, defezione volontaria, espulsione. Si temeva uno scontro rusticano, già sfiorato nell’imminenza della performanc­e. Con Morgan che si era affannato a cambiare quel testo in chiave derisoria, e Bugo che sostiene di essere stato insultato con epiteti tipo “figlio di puttana, sfigato, non sai fare un cazzo”. In alcune ricostruzi­oni Morgan viene visto mordere (negherà l’episodio) il collega, che avrebbe risposto con uno sputo. Perché tanto odio reciproco? In due separati incontri con la stampa, i duellanti diranno la loro. Morgan: “Mi hanno usato per far accettare Bugo, è un dilettante, non sa tenere il palco. È a Sanremo grazie a me. Non sono stato ricompensa­to, quindi avevo chiesto dei punti autorali per una canzone che non mi piace, di cui ho cambiato solo un verso. Desideravo poter lavorare almeno sull’arrangiame­nto e mi sono proposto come direttore d’orchestra ma sono stato boicottato. Il manager di Bugo, Valerio Soave, mi ha messo le mani addosso perché l’avevo definito malandrino. Mi hanno fatto mobbing per mesi: e una volta ammessi al Festival volevano farmi fuori per imporre lui, che mi mandava messaggi come ‘Piccolo Mozart nano di merda’”. La replica di Soave: “Ho lavorato 25 anni con Morgan, è paranoico, non c’è alcun complotto, non sta bene, chi gli sta intorno dovrebbe salvarlo. Pretendeva ospiti come la Carrà o Sgarbi. Ha proposto 11 partiture per la cover, l’orchestra le ha giudicate insuonabil­i. Il 27 gennaio mi sono sentito chiedere un contratto da 55mila euro, altrimenti si sarebbe sfilato. Un disegno criminoso a scopo di estorsione”.

Il raccontodi Bugo: “Volevo rubargli la scena giovedì? Non eravamo riusciti a provare quel pezzo. Mi accusa di aver fatto una performanc­e orribile? E la sera dopo mi aggredisce prima del nostro turno? Insulta pure la mia famiglia? Quando ha cambiato le parole ho pensato ‘ vado via’”. Ora qualcuno dovrà pagare la penale. Intanto si sono presi il Festival. L’hanno mediaticam­ente vinto, da eliminati.

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LaPresse Penali in arrivo Morgan e Bugo sul palco dell’Ariston

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