Essere Ignazio Visco è davvero un lavoro difficile
Essere Ignazio Visco non è un lavoro facile: si ritrova, dopo un primo settennato “sfortunato”, confermato governatore di Bankitalia solo perché Renzi l’aveva messo sulla graticola costringendo il Quirinale a blindarlo (così ha raccontato Gentiloni in un libro). Ora opere e omissioni del passato tornano a trovarlo di continuo, da ultimo sotto forma di Popolare di Bari. Ieri il povero Visco s’è presentato dunque assai nervoso davanti alle meglio grisaglie dell’Assiom Forex e s’è dedicato alla tradizionale autodifesa, pratica che di recente s’è fatta più difficile. Ha detto Visco: “Quando Pop Bari ha acquisito Tercas sulla base di una propria autonoma scelta imprenditoriale, la Vigilanza...” ha fatto tutto bene (riassunto). Bizzarro, visto il risultato e visto che nel bilancio 2014 dello stesso istituto c’è scritto: “Nell’ottobre 2013 la banca è stata chiamata a valutare una possibile acquisizione di Tercas...”. Chiamata da chi? “Banca d’Italia”, aveva spiegato a verbale l’allora presidente Marco Jacobini al cda il 17 ottobre 2013. Ha detto Visco: “Ho letto ricostruzioni che segnalerebbero ‘estrema accondiscendenza dei vertici dell’istituto’ nei confronti di Pop Bari”, “una insinuazione non solo del tutto priva di fondamento ma altamente offensiva”. Speriamo avrà modo di spiegarlo al Gip di Bari, che l’ha sostanzialmente scritto nella sua recente ordinanza di arresto di Marco Jacobini e del figlio. Ora, non sappiamo se Visco – come si vocifera da tempo nei palazzi romani – possa lasciare l’incarico in anticipo: nel caso, qualcuno dica a Renzi di tacere.