Il Fatto Quotidiano

Essere Ignazio Visco è davvero un lavoro difficile

- » MARCO PALOMBI

Essere Ignazio Visco non è un lavoro facile: si ritrova, dopo un primo settennato “sfortunato”, confermato governator­e di Bankitalia solo perché Renzi l’aveva messo sulla graticola costringen­do il Quirinale a blindarlo (così ha raccontato Gentiloni in un libro). Ora opere e omissioni del passato tornano a trovarlo di continuo, da ultimo sotto forma di Popolare di Bari. Ieri il povero Visco s’è presentato dunque assai nervoso davanti alle meglio grisaglie dell’Assiom Forex e s’è dedicato alla tradiziona­le autodifesa, pratica che di recente s’è fatta più difficile. Ha detto Visco: “Quando Pop Bari ha acquisito Tercas sulla base di una propria autonoma scelta imprendito­riale, la Vigilanza...” ha fatto tutto bene (riassunto). Bizzarro, visto il risultato e visto che nel bilancio 2014 dello stesso istituto c’è scritto: “Nell’ottobre 2013 la banca è stata chiamata a valutare una possibile acquisizio­ne di Tercas...”. Chiamata da chi? “Banca d’Italia”, aveva spiegato a verbale l’allora presidente Marco Jacobini al cda il 17 ottobre 2013. Ha detto Visco: “Ho letto ricostruzi­oni che segnalereb­bero ‘estrema accondisce­ndenza dei vertici dell’istituto’ nei confronti di Pop Bari”, “una insinuazio­ne non solo del tutto priva di fondamento ma altamente offensiva”. Speriamo avrà modo di spiegarlo al Gip di Bari, che l’ha sostanzial­mente scritto nella sua recente ordinanza di arresto di Marco Jacobini e del figlio. Ora, non sappiamo se Visco – come si vocifera da tempo nei palazzi romani – possa lasciare l’incarico in anticipo: nel caso, qualcuno dica a Renzi di tacere.

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