Strage russa di turchi, la Nato con Erdogan che difende al Qaeda
La crisi Raid russi e di Damasco su Idlib, uccisi 32 soldati di Ankara: il Sultano si fa forte dell’Alleanza, ma minaccia l’Europa con una invasione di profughi
Ibombardamenti siriani-russi con l’uccisione di altri 32 soldati di Ankara (58 dall'inizio del mese) hanno determinato la replica del presidente Erdogan con la minaccia di inviare nuove truppe per fermare l'offensiva di Damasco contro l'ultima roccaforte siriana dei jihadisti; tra loro quelli legati ad al Qaeda e all'Isis, finanziati ed equipaggiati dai servizi di Ankara durante questi nove anni di guerra devastante. Ma proprio questa aggressività fra crescere in Turchia la contrarietà alla politica estera del capo dello Stato in Siria e Libia e la conseguente paura che l'artiglieria di Damasco possa lanciare un attacco missilistico contro la provincia turca di Antiochia, appena al di lá del confine siriano. Una parte della popolazione turca ieri mattina si è svegliata convinta che Antiochia fosse già stata bombardata e con il terrore che la Russia decida di rompere gli accordi stabiliti con la Turchia sulla Siria.
L'ESCALATION tra Damasco – spalleggiata da Russia, Iran, hezbollah libanesi – e Ankara, membro Nato, nella provincia siriana di Idlib vicina al confine nord occidentale tra i due paesi rivali, sta stressando giorno dopo giorno anche le relazioni tra Washington (leader della Nato) e Mosca, oltre a coinvolgere l'Europa relativamente alla questione dei profughi e per il fatto che molti paesi europei sono anche membri Nato legati dall'obbligo sancito dall'articolo 4 e 5 di proteggere ed eventualmente correre in aiuto di un alleato dell'Alleanza in difficoltà. Ma c'è un “ma”, anzi più d'uno. Se è vero che i soldati di Assad assieme ai russi e agli iraniani stanno bombardando la cosiddetta zona di demilitarizzazione stipulata con la Turchia ad Astana e a Sochi lo scorso anno, è anche vero che è stato Erdogan ad invadere il territorio di una nazione sovrana e non viceversa. Nel 2018 Ankara invase il cantone curdo-siriano di Afrin per rimpiazzare i curdi con le proprie milizie turcomanne e l'anno scorso fu sempre Erdogan a invadere l'altro cantone curdo-siriano, a est del fiume Eufrate, dove i curdi avevano stabilito una sorta di protostato autonomo che la Turchia teme possa allargarsi ai propri confini sud orientali a maggioranza curda.
CON IL PRETESTOdella difesa della sicurezza nazionale, Erdogan sta insediando i propri miliziani islamisti siriani in tutta la fascia settentrionale della Siria. Ma i curdi siriani, così come i siriani arabi non hanno mai lanciato attacchi volontari contro la Turchia. In realtà Erdogan mette a rischio la pace mondiale per la sua smania di sedere al tavolo dei negoziati di pace, e ottenere di fatto una lunga fascia di territorio siriano allo scopo di annichilire i curdi e sostituirli con i tre milioni e mezzo di profughi siriani provenienti da altre zone del paese, e attualmente rifugiati in Turchia. Il Sultano cerca di fare la voce grossa con Putin perchè sa di avere alle spalle la Nato, nonostante l'abbia tradita acquistando l'anno scorso il sistema di difesa antimissile russo S-400 anzichè i Patriot dell'alleato americano. Insomma Erdogan gioca da tempo su due tavoli. Questo giochetto però sa di non poterlo fare con la stessa disinvoltura al Cremlino, e infatti il Sultano nel pomeriggio di ieri si è affrettato a chiamare il presidente Putin per confermargli di non avere intenzione di attaccare i soldati russi in Siria. Anche sul sostegno della Nato Erdogan non può essere certo dato che sta cercando di mettere in crisi un altro membro dell'Alleanza, ossia la Grecia dopo aver caricato pullman interi di profughi scaricandoli al suo confine. La decisione di lasciar fuggire i profughi in Europa viola l'accordo del 2016 sottoscritto con la Ue per tenere i tre milioni di profughi in Turchia, in cambio di 6 miliardi di euro, di cui 3 sono già stati versati nelle casse del Sultano.
Speculazioni
La Turchia dalla Ue riceverà 6 miliardi di euro per i rifugiati: 3 sono stati già versati