Il risiko Agcom porta fino alla Camera
Potrebbe finire Larosella, vicesegretario vicario a Montecitorio
Un
risiko che tocca quasi tutti i palazzi e i potentati che contano, dalla Camera al Senato alle segreterie dei partiti fino, secondo le fonti meglio informate, al Colle più alto, il Quirinale dove quando si parla di Authority l’attenzione è sempre altissima.
In gioco ci sono le nomine all’Agcom, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, che potrebbero trovare una definizione il 5 marzo, giorno che il presidente della Camera, Roberto Fico, ha proposto alla sua omologa del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, per chiudere la partita. Solo che i giochi sono in alto mare, con le polemiche ancora accese sulla ultima delibera varata dal collegio in prorogatio che ha rifilato alla Rai una multa da 1,5 milioni di euro entrando a gamba tesa sull’autonomia dell’azienda e delle sue redazioni: il Movimento 5 Stelle, tanto per dire, ha chiesto l’audizione del presidente di
Agcom, Angelo Maria Cardani, mentre la Rai impugnerà la delibera che avrebbe leso la sua libertà editoriale e il direttore del Tg2, Gennaro Sangiuliano è sul piede di guerra per difendere il suo operato censurato dall’Autorità.
Il tutto mentre impazza il toto nomine per il nuovo collegio (presidente nominato da Palazzo Chigi e quattro membri eletti dal Parlamento) che fa litigare le forze politiche.
Fosse per il Pd la partita sarebbe già chiusa: i dem un candidato forte ce l’hanno, Antonello Giacomelli, deputato e già sottosegretario alle Telecomunicazioni. Nome non sgradito a Forza Italia, il cui leader Silvio Berlusconi, è risaputo, ha sempre cercato di disegnarsi l’Authority a sua immagine e somiglianza. Un rischio che viene ventilato anche in queste ore da non pochi parlamentari già infastiditi dallo spazio concesso al padrone di Mediaset che per la quota che gli spetta vorrebbe insediare una dirigente del Mise da lui molto apprezzata, Laura Aria. E allarmati dal sicuro sostegno alle aziende berlusconiane del commissario che la Lega reclama per sé anche se non vuole farne il nome. Certamente non sarà ostile all’ex Cav. il candidato su cui punta il Movimento 5 Stelle, Emilio Carelli, deputato pentastellato ed ex direttore di Sky Tg 24, per tanti anni ai vertici del Tg5.
CON I NOMI in alto mare, ci si azzuffa anche sui criteri. Come emerso nell’ultima riunione dei partiti di maggioranza, per i paletti messi dalla capogruppo del Misto Loredana De Petris che ha sparigliato le carte chiedendo che tra i nominati all’Agcom non ci siano parlamentari in carica o politici di lungo corso. Stop che ha infastidito soprattutto il Pd, aperto invece sull’altra questione sempre da lei posta, della rappresentanza di genere.
Una quadra difficile da trovare, mentre un nome si fa largo per la presidenza Agcom che spetta a Palazzo Chigi: quello del vicesegretario vicario della Camera, Giacomo Lasorella. Una candidatura raccontata da autorevoli fonti come benedetta da Ugo Zampetti, segretario generale del Quirinale e per lungo tempo titolare della stessa carica a Montecitorio. In caso di nomina, Lasorella libererebbe la sua attuale posizione a beneficio di Costantino Rizzuto Csaky, uno degli attuali quattro vicesegretari, che si troverebbe così sulla rampa di lancio per raccogliere l’eredità dell’attuale segretaria generale, Lucia Pagano.