Il Fatto Quotidiano

“Se si vota insieme sul deficit in più è un segnale all’Ue”

Il ministro Boccia Affari regionali-autonomie

- » WANDA MARRA

“Il nostro primo obiettivo è bloccare il contagio per non saturare le terapie intensive”. Francesco Boccia, ministro degli Affari regionali, in prima linea nell’emergenza coronaviru­s, risponde a una telefonata ogni tre minuti. Ma ci tiene a dire: “Riusciremo a capire davvero come sono le curve, quando cominceran­no a finire le prime quarantene dopo le due settimane dal contagio. Per ora, nessuno può prevedere come vanno le cose”. Nel frattempo avete messo in campo risorse ingenti.

Sì, 7.5 miliardi che devono essere autorizzat­i dal Parlamento perché correggono il rapporto deficit/pil dello 0,35%. Auspico un voto unanime e una presa d’atto da parte di tutti che si possono prendere risorse dal nostro bilancio senza litigare con tutti. Gualtieri non ha dovuto sbattere i pugni sul tavolo con nessuno in Europa. Alle Camere serve la maggioranz­a assoluta: ma se ci fosse l’unanimità, saremmo un bell’esempio per la Ue. Vorrei dire alle opposizion­i che è inutile che sparino cifre a caso: Conte ha ascoltato tutte le parti sociali e alla fine nessuno è stato in grado di dire quanti soldi servono.

In che senso Gualtieri non ha dovuto litigare?

Quando sei credibile e non minacci nessuno le ragioni della politica prevalgono sempre. E poi anche per le regole europee in caso di emergenza si possono avere risorse aggiuntive. Ieri la riunione di Roberto Speranza con i ministri della Salute Ue è andata bene.

Però non c’è un protocollo comune e Germania e Francia hanno bloccato l’export delle mascherine. Sta cambiando tutto. Si è fatta la task force e si va avanti insieme.

Come spenderete questi soldi? Ci stiamo lavorando, faremo un decreto dopo il voto sullo scostament­o del bilancio. Ci saranno misure per lavoro, credito, famiglie, imposte. Ognuno di noi ha una cartellina con le proposte dei partiti di maggioranz­a e di opposizion­e. Se serviranno altre risorse, come è probabile, potremo discuterne insieme in occasione del Def ad aprile. Che cosa farete per le terapie intensive?

Abbiamo già previsto un miliardo per la sanità. Bisogna aumentare del 50% i 5324 posti nelle terapie intensive. E non chissà quando, ma in questo mese: ieri Zingaretti ha annunciato 150 posti in più. Ogni Regione nel frattempo deve trovare delle risposte. Abbiamo disposto 20 mila assunzioni. Ogni Regione poi valuterà trasferime­nti con territori limitrofi e sul richiamo dei pensionati. Sto scrivendo a ogni presidente di Regione: alcuni di loro volevano attingere al fondo di emergenza di Bruxelles direttamen­te, ma la competenza è della Protezione civile.

A proposito di Regioni: ci sono stati vari contrasti con il governo nazionale in questa vicenda. L’organizzaz­ione territoria­le della sanità è regionale, ma in casi di emergenza nazionale le linee guida le dà lo Stato. Dal Dpcm del 1° marzo c’è stata l’unificazio­ne del percorso: e ogni decreto del Presidente del Consiglio omogenizza sempre più le regole. Questa vicenda ci deve far riflettere

Vuol dire che ci sarà un maggiore accentrame­nto statale?

In casi in cui c’è un'emergenza nazionale decide lo Stato e ora è chiaro a tutti. È scolpito nella nostra Costituzio­ne. Ma non si deve pensare che un servizio pubblico locale lo faccia meglio lo Stato perché rappresent­ano lo Stato anche le Regioni e i Comuni. Ma nella gerarchia sulle emergenze deve essere chiaro chi decide.

E la sanità privata?

Pesa un quarto della sanità italiana e sta dando una mano importante ma la salute in Italia è un diritto universale e dobbiamo essere orgogliosi della nostra sanità pubblica. Qualcuno sta già dando una mano. In questa fase, decidono gli scienziati o il governo?

Gli scienziati fanno le loro ipotesi. Sul blocco delle attività eravamo tutti d’accordo. La decisione è stata presa sulla base di quelle valutazion­i, alcune molto molto dettagliat­e. Alcuni erano meno convinti di altri. Ma poi alla fine, l’ultima parola deve essere della politica

Non crede ci sia stata una overdose di comunicazi­one da parte di Conte e anche degli scienziati? Un’overdose di trasparenz­a. Conte ha parlato per rassicurar­e gli italiani sulla base di decisioni prese da tutto il governo. Per quanto riguarda gli scienziati, gli stiamo consiglian­do di fare il lavoro che sanno fare meglio, ovvero gli scienziati. E se rappresent­ano le istituzion­i devono evitare di farsi trascinare troppo davanti ai microfoni.

Alcune Regioni volevano attingere direttamen­te al fondo di emergenza di Bruxelles, ma la competenza è della Protezione civile

Stiamo consiglian­do agli scienziati di fare il lavoro che sanno fare meglio: se rappresent­ano le istituzion­i devono evitare di stare troppo ai microfoni

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