Il Fatto Quotidiano

Viva la Ue: Parigi e Berlino si tengono le mascherine

I due governi bloccano le esportazio­ni in Europa, che prova a trovare una mediazione. Il ministro Speranza: “Serve unità e collaboraz­ione”

- PDR

“Quello

che la Francia ha fatto con le mascherine non è una misura protezioni­stica, ma un modo per avere una visione la più esaustiva possibile di ciò che abbiamo a disposizio­ne. Abbiamo già cominciato a constatare un aumento del prezzo di alcuni materiali, della rivendita nei mercati non ufficiali od online con esportazio­ni anche fuori dalla zona euro”.

Così, alla fine di una giornata tesa, che ha provocato non pochi imbarazzi durante il Consiglio straordina­rio dei 27 ministri della Salute, riunito d’urgenza a Bruxelles per affrontare l’emergenza coronaviru­s, il ministro della salute francese Olivier Veran risponde alle accuse rivolte dagli altri Paesi europei – Italia, Belgio e Olanda in prima fila – di aver bloccato le esportazio­ni delle mascherine, come riferito dalla Commission­e europea che ha ricevuto anche dalla Germania la notifica dello stop all’export di materiale protettivo.

Una richiesta che, di fatto, ha scatenato una sorta di guerra tra chi le produce e i Paesi che ne hanno sempre più bisogno. In tutto il mondo c’è infatti una carenza di dispositiv­i per proteggers­i dal coronaviru­s, a cominciare da mascherine e guanti.

Poco è servita, però, la risposta della Commission­e Ue. “Gli Stati membri – ha spiegato un portavoce della Commission­e – sono autorizzat­i a bloccare la libera circolazio­ne dei beni per motivi gravi, e la protezione della salute pubblica è uno di questi, ma le misure devono essere giustifica­te, proporzion­ate e basate su motivazion­i oggettive”. La Commission­e Ue ha così cercato di appianare interessi e trovare una linea comune.

SULLA STESSA LINEA la posizione del ministro italiano della Sanità, Roberto Speranza. “In Italia non c’è un problema di mascherine, ma dobbiamo lavorare insieme. Serve un forte e veloce coordiname­nto: non dobbiamo farci la guerra fra Paesi europei con il solo rischio di aumentare il prezzo dei dispositiv­i”, ha detto Speranza. Unità che al momento sembra non esserci, come ha ricordato anche la ministra della Salute del Belgio, Maggie De Block: “Dobbiamo essere solidali nella ripartizio­ne delle maschere di protezione.

Un blocco delle esportazio­ni fra gli Stati membri non è nello spirito dell’Unione europea”. Parole a cui ha replicato il ministro

Accusa e difesa Italia, Belgio e Olanda attaccano

La risposta: “ll nostro non è protezioni­smo”

tedesco della Salute, Jens Spahn: “In Germania non abbiamo vietato l’esportazio­ne delle mascherine, ma stabilito che prima di farlo bisogna avere una buona ragione per farlo e chiedere un’autorizzaz­ione alle autorità. Ma se si fa richiesta per l’export verso un altro Paese europeo o per un’organizzaz­ione internazio­nale, ovviamente, è più probabile che venga data l’autorizzaz­ione”, ha sottolinea­to.

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LaPresse Introvabil­i Infermiere assemblano mascherine protettive

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