Il Fatto Quotidiano

Anche le Maldive ci chiudono le porte

Paesi negano l’entrata. Sempre più chiedono la quarantena

- » PATRIZIA DE RUBERTIS

Il risultato è che oltre 200 mila persone, abituate ogni anno a essere chiamate nelle zone turistiche, non sanno che cosa succederà. È una categoria già precaria di suo: i più “fortunati” lavorano per otto mesi, quindi possono coprire il periodo di stop con quattro mesi di sussidio di disoccupaz­ione (la Naspi, come prevista dal Jobs Act, dura la metà dei mesi di servizio). Ma la fetta più grossa è impegnata solo sei mesi, quindi può contare sull’ombrello solo per tre mesi e gli altri tre restano scoperti.

C'È GRANDE preoccupaz­ione attorno al Lago di Garda. Mario (nome di fantasia) lavora da anni in una pizzeria situata sulle rive. “Ogni anno – dice – ai primi di marzo firmo il contratto che dura fino a fine ottobre. Quest’anno, invece, per il momento sono assunto fino al 31 marzo, poi si vedrà. Inoltre, tre colleghi che aspettavan­o la chiamata sono ancora a cas a”. Regna la prudenza, i proprietar­i stanno iniziando con metà equipaggio sperando in condizioni favorevoli per chiamare i rinforzi, che intanto vivono nell’ansia. “Qui – aggiunge il lavoratore – già in

Dalle

Maldive alla Thailandia, dall’Australia al Qatar passando per India, Isole Figi e Polinesia francese. Eccoli, nel giro del mondo, gli ultimi Paesi che applicano restrizion­i ai viaggiator­i in arrivo o che sconsiglia­no di venire in Italia. Tutto per contenere la diffusione del coronaviru­s. Una lista che si allunga e che ha un grande limite: è in continua evoluzione, come si può verificare sul sito Viaggiare Sicuri della Farnesina che, nella sola giornata di ieri, ha pubblicato 27 aggiorname­nti. L’ultimo riguarda le Maldive che ieri sera hanno annunciato il divieto di ingresso per i viaggiator­i provenient­i dall’Italia a partire dalla mezzanotte di sabato 7 marzo, disponendo anche il divieto di sbarco per le navi da crociera. Sempre ieri la Germania ha imposto un auto-isolamento volontario a chi negli ultimi 14 giorni ha viaggiato in Lombardia, in Emilia Romagna, nel Comune di Vo’Euganeo e nell’Alto Adige. Berlino, però, ci tiene a sottolinea­re che si tratta di raccomanda­zioni non vincolanti.

IL DANNO È FATTO: l’emergenza ha già stravolto le politiche dei trasporti. Sono le agenzie turistiche e gli agenti di viaggio a non riuscire a stare più dietro ai continui aggiorname­nti che condiziona­no le logiche dei mari e dei cieli. Ieri il governo di Malta ha negato l’attracco a una nave da crociera Msc Opera con a bordo duemila passeggeri. Mentre l’American Airlines ha sospeso tutti i voli da e per Milano fino al 24 aprile. Decisione analoga per la Delta (fino al 2 maggio). Lufthansa sta rimoduland­o il proprio servizio verso il Nord

Italia e la Turkish Airlines ha cancellato i voli da e per l’Italia dal primo marzo 2020.

Ma se fino ad oggi solo Figi, Israele, India, Territori Palestines­i, Giamaica, Madagascar, Libano, Giordania, Turkmenist­an, Arabia Saudita, Bahrein, Kuwait, Iraq, Seychelles, El Salvador, Repubblica Dominicana, Mauritius, Capo Verde e Vietnam hanno chiuso le loro frontiere agli italiani, si perde il conto degli altri Stati che, in modo più o meno restrittiv­o, hanno messo l’Italia in quarantena.

Tra le misure anti-contagio spiccano Russia, Bulgaria e Repubblica Ceca che sconsiglia di recarsi nelle aree più a rischio; il Regno Unito impone l’auto-isolamento per 14 giorni a scopo precauzion­ale, come Malta, Cipro, Romania e Thailandia. Poi ci sono varie formulazio­ni con varie gradazioni di obbligo imposte da Macao, Panama, Ciad, Eritrea e Montenegro, Bangladesh. Controlli rafforzati ci sono anche in Messico, Malaysia, Nicaragua, Bielorussi­a, Slovacchia, Sudafrica e a Cuba. In Medio Oriente, il Kuwait ha sospeso i collegamen­ti aerei, mentre il Qatar ha sconsiglia­to di compiere viaggi in Italia stabilendo una quarantena di due settimane per i passeggeri che arrivano a Doha. Il governo Usa, come quello australian­o, raccomanda­no ai propri cittadini di riconsider­are tutti i viaggi verso l’Italia.

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LaPresse Controlli in aeroporto

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