Anche le Maldive ci chiudono le porte
Paesi negano l’entrata. Sempre più chiedono la quarantena
Il risultato è che oltre 200 mila persone, abituate ogni anno a essere chiamate nelle zone turistiche, non sanno che cosa succederà. È una categoria già precaria di suo: i più “fortunati” lavorano per otto mesi, quindi possono coprire il periodo di stop con quattro mesi di sussidio di disoccupazione (la Naspi, come prevista dal Jobs Act, dura la metà dei mesi di servizio). Ma la fetta più grossa è impegnata solo sei mesi, quindi può contare sull’ombrello solo per tre mesi e gli altri tre restano scoperti.
C'È GRANDE preoccupazione attorno al Lago di Garda. Mario (nome di fantasia) lavora da anni in una pizzeria situata sulle rive. “Ogni anno – dice – ai primi di marzo firmo il contratto che dura fino a fine ottobre. Quest’anno, invece, per il momento sono assunto fino al 31 marzo, poi si vedrà. Inoltre, tre colleghi che aspettavano la chiamata sono ancora a cas a”. Regna la prudenza, i proprietari stanno iniziando con metà equipaggio sperando in condizioni favorevoli per chiamare i rinforzi, che intanto vivono nell’ansia. “Qui – aggiunge il lavoratore – già in
Dalle
Maldive alla Thailandia, dall’Australia al Qatar passando per India, Isole Figi e Polinesia francese. Eccoli, nel giro del mondo, gli ultimi Paesi che applicano restrizioni ai viaggiatori in arrivo o che sconsigliano di venire in Italia. Tutto per contenere la diffusione del coronavirus. Una lista che si allunga e che ha un grande limite: è in continua evoluzione, come si può verificare sul sito Viaggiare Sicuri della Farnesina che, nella sola giornata di ieri, ha pubblicato 27 aggiornamenti. L’ultimo riguarda le Maldive che ieri sera hanno annunciato il divieto di ingresso per i viaggiatori provenienti dall’Italia a partire dalla mezzanotte di sabato 7 marzo, disponendo anche il divieto di sbarco per le navi da crociera. Sempre ieri la Germania ha imposto un auto-isolamento volontario a chi negli ultimi 14 giorni ha viaggiato in Lombardia, in Emilia Romagna, nel Comune di Vo’Euganeo e nell’Alto Adige. Berlino, però, ci tiene a sottolineare che si tratta di raccomandazioni non vincolanti.
IL DANNO È FATTO: l’emergenza ha già stravolto le politiche dei trasporti. Sono le agenzie turistiche e gli agenti di viaggio a non riuscire a stare più dietro ai continui aggiornamenti che condizionano le logiche dei mari e dei cieli. Ieri il governo di Malta ha negato l’attracco a una nave da crociera Msc Opera con a bordo duemila passeggeri. Mentre l’American Airlines ha sospeso tutti i voli da e per Milano fino al 24 aprile. Decisione analoga per la Delta (fino al 2 maggio). Lufthansa sta rimodulando il proprio servizio verso il Nord
Italia e la Turkish Airlines ha cancellato i voli da e per l’Italia dal primo marzo 2020.
Ma se fino ad oggi solo Figi, Israele, India, Territori Palestinesi, Giamaica, Madagascar, Libano, Giordania, Turkmenistan, Arabia Saudita, Bahrein, Kuwait, Iraq, Seychelles, El Salvador, Repubblica Dominicana, Mauritius, Capo Verde e Vietnam hanno chiuso le loro frontiere agli italiani, si perde il conto degli altri Stati che, in modo più o meno restrittivo, hanno messo l’Italia in quarantena.
Tra le misure anti-contagio spiccano Russia, Bulgaria e Repubblica Ceca che sconsiglia di recarsi nelle aree più a rischio; il Regno Unito impone l’auto-isolamento per 14 giorni a scopo precauzionale, come Malta, Cipro, Romania e Thailandia. Poi ci sono varie formulazioni con varie gradazioni di obbligo imposte da Macao, Panama, Ciad, Eritrea e Montenegro, Bangladesh. Controlli rafforzati ci sono anche in Messico, Malaysia, Nicaragua, Bielorussia, Slovacchia, Sudafrica e a Cuba. In Medio Oriente, il Kuwait ha sospeso i collegamenti aerei, mentre il Qatar ha sconsigliato di compiere viaggi in Italia stabilendo una quarantena di due settimane per i passeggeri che arrivano a Doha. Il governo Usa, come quello australiano, raccomandano ai propri cittadini di riconsiderare tutti i viaggi verso l’Italia.