LA CARICA DEI 20.000
IL GOVERNO ASSUME MEDICI E INFERMIERI. DA OGGI LIMITI AGLI SPOSTAMENTI IN TUTTA LA LOMBARDIA. ALTRI 49 MORTI
Idecreti per l’emergenza coronavirus seguono, per così dire, il corso dei contagi: aumentano ogni giorno che passa. Nella tarda serata di ieri – il Consiglio dei ministri è appena iniziato mentre andiamo in stampa – il governo dovrebbe averne approvati altri due e stamattina è atteso invece un terzo Dpcm: il primo decreto dà la possibilità ai capi dei tribunali di bloccare le udienze non necessarie; il secondo rafforza il Servizio sanitario nazionale in particolare attraverso 20mila assunzioni ( secondo indiscrezioni 5mila specialisti, 10mila infermieri e 5mila operatori socio-sanitari); il terzo rende l’intera Lombardia, la provincia di Piacenza e quella di Pesaro Urbino “zone gialle”. Quest’ultima disposizione, confermata al Fatto da più fonti, è la più sorprendente: tra le restrizioni della zona gialla, per capirci, c’è anche quella di uscirne. Da oggi la Lombardia è chiusa.
ATTESO, ma non così in fretta, il decreto sulla alla sanità, che sarà finanziato con circa un miliardo e mezzo dei 7,5 miliardi stanziati l’altroieri (il Parlamento, però, deve approvare la modifica del bilancio mercoledì). Quei soldi, via assunzioni e non solo, dovrebbero servire anche ad aumentare in tutta fretta del 50% i posti letto in terapia intensiva, il vero punto debole del sistema in caso di crescita esponenziale dei contagi: ad oggi in Italia sono circa 5.300 e alle Regioni è già stato chiesto nei giorni scorsi, ognuno per la sua parte, di attivarsi per predisporne almeno 2.600 in più (Consip ha già pubblicato il primo bando per le attrezzature).
Come detto, la novità di giornata è il massiccio piano di assunzioni che dovrebbe dar respiro al Ssn, falcidiato da un decennio di tagli in cui il personale a tempo indeterminato è diminuito di oltre 42mila unità: i nuovi assunti saranno divisi in base al fabbisogno indicato dalle singole Regioni. Così fosse – ma si tratta di numeri non definitivi – alla Lombardia andrebbero 570 medici, 150 infermieri e 500 operatori socio-sanitari (Oss), all’Emilia Romagna 250 medici e 600 infermieri, al Piemonte 700 medici, 2.200 infermieri e altrettanti Oss, alla Sicilia 900 specialisti e mille infermieri, alla Puglia 400 medici, 900 infermieri e 400 Oss, etc.
Per velocizzare le procedure in modo da rispondere all’emergenza in corso si dovrebbe ricorrere (anche) a contratti di lavoro autonomo di sei mesi: sarà possibile reclutare medici all’ultimo anno di specializzazione e anche personale “medico e infermieristico” già in pensione. Una mano sarà chiesta anche al settore privato: le
Regioni potranno acquisire “ulteriori prestazioni” dalle strutture convenzionate e non, le quali potranno anche essere anche chiamate – se necessario – a mettere a disposizione tanto il loro personale sanitario che i locali o le apparecchiature almeno in Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto. Non bastasse, sarà possibile – in deroga alle normali procedure autorizzative – creare reparti temporanei sia all’interno che all’esterno degli ospedali. Sempre se dovesse servire, i prefetti sono autorizzati a requisire alberghi idonei a ospitare persone che non possano svolgere la quarantena in casa.
IN MEZZO A MOLTE altre cose – dagli incentivi per la produzione di mascherine (50 milioni) alla deroga sull’orario massimo di lavoro per i medici, dalla possibilità di fermare i ricoveri non urgenti alle strutture di risposta domiciliare per i non ospedalizzati – c’è una previsione dal forte contenuto politico: se una Re
Misure per i tribunali Ai capi degli uffici la scelta sulle udienze a porte chiuse e il rinvio di quelle non urgenti
gione non attuasse i provvedimenti previsti dal decreto, Palazzo Chigi potrà diffidarla a provvedere entro 10 giorni e, nel caso, nominare coi ministeri competenti un commissario ad acta, “anche nella persona del capo della Protezione civile”.
Quanto al pianeta giustizia, la bozza di decreto legge entrata in Consiglio dei ministri prevede che fino al 30 giugno i dirigenti degli uffici giudiziari possano, tra le altre cose, decidere di fermare le udienze non necessarie o far svolgere quelle che si terranno a porte chiuse: ovviamente si procederà come da programma per le udienze che riguardano provvedimenti cautelari o persone in stato d’arresto, le cause di competenza del Tribunale dei minori o quelle che debbano decidere sull’espulsione, l’allontanamento o il trattenimento di migranti. Queste norme restrittive si sono rese necessarie dopo i diversi casi di contagio registrati negli uffici giudiziari.