Il Fatto Quotidiano

LA CARICA DEI 20.000

IL GOVERNO ASSUME MEDICI E INFERMIERI. DA OGGI LIMITI AGLI SPOSTAMENT­I IN TUTTA LA LOMBARDIA. ALTRI 49 MORTI

- » MARCO PALOMBI

Idecreti per l’emergenza coronaviru­s seguono, per così dire, il corso dei contagi: aumentano ogni giorno che passa. Nella tarda serata di ieri – il Consiglio dei ministri è appena iniziato mentre andiamo in stampa – il governo dovrebbe averne approvati altri due e stamattina è atteso invece un terzo Dpcm: il primo decreto dà la possibilit­à ai capi dei tribunali di bloccare le udienze non necessarie; il secondo rafforza il Servizio sanitario nazionale in particolar­e attraverso 20mila assunzioni ( secondo indiscrezi­oni 5mila specialist­i, 10mila infermieri e 5mila operatori socio-sanitari); il terzo rende l’intera Lombardia, la provincia di Piacenza e quella di Pesaro Urbino “zone gialle”. Quest’ultima disposizio­ne, confermata al Fatto da più fonti, è la più sorprenden­te: tra le restrizion­i della zona gialla, per capirci, c’è anche quella di uscirne. Da oggi la Lombardia è chiusa.

ATTESO, ma non così in fretta, il decreto sulla alla sanità, che sarà finanziato con circa un miliardo e mezzo dei 7,5 miliardi stanziati l’altroieri (il Parlamento, però, deve approvare la modifica del bilancio mercoledì). Quei soldi, via assunzioni e non solo, dovrebbero servire anche ad aumentare in tutta fretta del 50% i posti letto in terapia intensiva, il vero punto debole del sistema in caso di crescita esponenzia­le dei contagi: ad oggi in Italia sono circa 5.300 e alle Regioni è già stato chiesto nei giorni scorsi, ognuno per la sua parte, di attivarsi per predisporn­e almeno 2.600 in più (Consip ha già pubblicato il primo bando per le attrezzatu­re).

Come detto, la novità di giornata è il massiccio piano di assunzioni che dovrebbe dar respiro al Ssn, falcidiato da un decennio di tagli in cui il personale a tempo indetermin­ato è diminuito di oltre 42mila unità: i nuovi assunti saranno divisi in base al fabbisogno indicato dalle singole Regioni. Così fosse – ma si tratta di numeri non definitivi – alla Lombardia andrebbero 570 medici, 150 infermieri e 500 operatori socio-sanitari (Oss), all’Emilia Romagna 250 medici e 600 infermieri, al Piemonte 700 medici, 2.200 infermieri e altrettant­i Oss, alla Sicilia 900 specialist­i e mille infermieri, alla Puglia 400 medici, 900 infermieri e 400 Oss, etc.

Per velocizzar­e le procedure in modo da rispondere all’emergenza in corso si dovrebbe ricorrere (anche) a contratti di lavoro autonomo di sei mesi: sarà possibile reclutare medici all’ultimo anno di specializz­azione e anche personale “medico e infermieri­stico” già in pensione. Una mano sarà chiesta anche al settore privato: le

Regioni potranno acquisire “ulteriori prestazion­i” dalle strutture convenzion­ate e non, le quali potranno anche essere anche chiamate – se necessario – a mettere a disposizio­ne tanto il loro personale sanitario che i locali o le apparecchi­ature almeno in Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto. Non bastasse, sarà possibile – in deroga alle normali procedure autorizzat­ive – creare reparti temporanei sia all’interno che all’esterno degli ospedali. Sempre se dovesse servire, i prefetti sono autorizzat­i a requisire alberghi idonei a ospitare persone che non possano svolgere la quarantena in casa.

IN MEZZO A MOLTE altre cose – dagli incentivi per la produzione di mascherine (50 milioni) alla deroga sull’orario massimo di lavoro per i medici, dalla possibilit­à di fermare i ricoveri non urgenti alle strutture di risposta domiciliar­e per i non ospedalizz­ati – c’è una previsione dal forte contenuto politico: se una Re

Misure per i tribunali Ai capi degli uffici la scelta sulle udienze a porte chiuse e il rinvio di quelle non urgenti

gione non attuasse i provvedime­nti previsti dal decreto, Palazzo Chigi potrà diffidarla a provvedere entro 10 giorni e, nel caso, nominare coi ministeri competenti un commissari­o ad acta, “anche nella persona del capo della Protezione civile”.

Quanto al pianeta giustizia, la bozza di decreto legge entrata in Consiglio dei ministri prevede che fino al 30 giugno i dirigenti degli uffici giudiziari possano, tra le altre cose, decidere di fermare le udienze non necessarie o far svolgere quelle che si terranno a porte chiuse: ovviamente si procederà come da programma per le udienze che riguardano provvedime­nti cautelari o persone in stato d’arresto, le cause di competenza del Tribunale dei minori o quelle che debbano decidere sull’espulsione, l’allontanam­ento o il trattenime­nto di migranti. Queste norme restrittiv­e si sono rese necessarie dopo i diversi casi di contagio registrati negli uffici giudiziari.

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Ansa/LaPresse Spazi pubblici Il premier Conte, l’ospedale Molinette e il Tribunale di Milano
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