Il Fatto Quotidiano

Rianimazio­ni, il bando in ritardo

Ll bollettino I casi aumentano ma solo ieri è partito l’acquisto delle macchine per la terapia intensiva

- Violare le regole dell’isolamento non è una bravata, stiamo studiando eventuali conseguenz­e per un atto di questo tipo S. BRUSAFERRO (ISS) » ALESSANDRO MANTOVANI

Sono cinquemila gli apparecchi di ventilazio­ne che la Consip cerca di reperire con urgenza sul mercato per le terapie intensive e subintensi­ve. I posti già scarseggia­no in Lombardia e in altre regioni del Nord e la progressio­ne esponenzia­le dell'epidemia di nuovo coronaviru­s fa pensare che il picco non sia ancora dietro l'angolo e che altre aree del Paese possano ritrovarsi presto in emergenza.

Non c'è tempo da perdere. Il bando della centrale acquisti è partito ieri per 185 milioni di euro (la scadenza per le offerte è fissata al 9 marzo). Secondo diversi addetti ai lavori il governo, ministero della Salute in primis, potrebbe aver già perso giorni preziosi anche se tutti ufficialme­nte assicurano che nessuna Regione, finora, ha chiesto l'intervento di quelle confinanti. Ora però si punta a poco meno di un raddoppio dei mezzi a disposizio­ne per la terapia intensiva (oggi 5.300 posti in tutta Italia). I pazienti in terapia intensiva sono al momento 462, pari all'11,7 per cento del totale di 3.916 contagiati attuali e aumentano al ritmo di un terzo al giorno.

COLPISCE UN DATOtra quelli diffusi ieri, nel quotidiano aggiorname­nto a 14 giorni dai primi casi scoperti a Codogno (Lodi) e Vo' Euganeo (Padova), dal direttore della Protezione civile Angelo Borrelli: diminuisco­no i pazienti meno gravi, quelli cioè che hanno contratto il virus ma sono tenuti a casa in isolamento perché i medici non ritengono necessario il ricovero in ospedale. Erano infatti 1.065 contro i 1.155 di giovedì, il calo è dunque dell'8,2 per cento in un giorno. Per il resto tutto continua ad aumentare nell'ordine del 20 per cento in 24 ore, i decessi e i casi gravi crescono in misura ancora più consistent­e.

Ieri il bollettino ha dato conto di altri 49 morti che portano il totale a 197, più 33 per cento. A Sessa Aurunca, nel Casertano, non ce l'ha fatta un uomo di 46 anni di Mondragone, secondo le prime informazio­ni diabetico. Dovrebbe essere il più giovane tra i positivi fin qui deceduti, la cui età media è di 81 anni secondo un primo parziale studio dell'Istituto superiore di Sanità. A quanto si apprende ricorreva spesso al Pronto soccorso per problemi vari, era ricoverato in Medicina e nessuno gli ha fatto il tampone finché era vivo. Quindi ora c'è il rischio dell'ennesima infezione ospedalier­a e ci sono almeno 15 persone tra medici, paramedici e altri pazienti in quarantena.

Il tasso di letalità del virus nel nostro Paese sale così al 4,25 per cento, ben superiore al 3,4-3,8 per cento indicato nei rapporti dell'Organizzaz­ione mondiale della sanità (Oms) a livello internazio­nale e al 3,8 per cento registrato giovedì. “È vero, il numero delle vittime fa impression­e di per sé – ha detto all'Ansa il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss) Silvio Brusaferro, a margine della consueta conferenza stampa alla Protezione civile –, ma va valutato in un arco di tempo, non va solo visto in maniera istantanea. Stratifica­ndo per fasce di età vediamo che la mortalità da coronaviru­s in Italia è inferiore rispetto ad altri Paesi, come la Cina e altri”.

I malati in terapia intensiva sono 462 contro i 351 di giovedì (l'11,7 per cento del totale, più 31,6 per cento in un giorno), di cui 309 nella sola Lombardia (erano 244 l'altro ieri), 53 in Emilia-Romagna (contro 32), 30 in Piemonte (contro 17), 27 in Veneto (contro 24), 20 nelle Marche (contro 19) mentre il dato è almeno per ora trascurabi­le per tutte le altre Regioni. I ricoverati in ospedale, quindi meno gravi, sono 2.394 conto i 1.790 di giovedì (504 in più pari al 20,1 per cento). Solo 1.060 sono in isolamento domiciliar­e.

IL TOTALE DEI CONTAGI avvenuti nel nostro Paese, secondo le informazio­ni di ieri pomeriggio, è arrivato a 4.636, con un aumento di 778 casi (più 20,1 per cento) rispetto ai 3.858 registrati giovedì. Per arrivare ai 3.916 attualment­e in trattament­o sanitario bisogna ovviamente sottrarre i 197 decessi, ma anche i 523 guariti che sono l'11,28 per cento del totale delle persone colpite dal virus e hanno avuto un significat­ivo aumento anche ieri: 109 in un giorno più 26,3 per cento.

Addio a un 46enne

A Sessa Aurunca (Caserta) è deceduto il più giovane, diabetico e già ricoverato Siamo a 197 vittime: 4,25%

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