Milano chiusa fa sparire Sala, sepolto dalle sue ridenti gaffe
L’apericena Due settimane fa il sindaco dem brindava a birra con Cattelan e incitava i locali a riaprire e i cittadini a uscire
Sembra passato un secolo da quel 27 febbraio. Data che verrà ricordata negli annali della città di Milano come il giorno dello “sfondone” di Beppe Sala. Quella mattina, infatti, con 258 casi di Covid-19 registrati il giorno precedente in Lombardia e le immagini di Attilio Fontana in quarantena che indossa goffamente la mascherina, il sindaco di Milano se ne esce con un video e un hashtag, #milanononsiferma, che sembra plasmato dai creativi yuppies dei film di Vanzina degli anni Ottanta.
UN VIDEO che ricorda tremendamente quello della pubblicità dell’Amaro Ramazzotti e della Milano da bere (1988), assurto a simbolo di un’epoca caracollata poi sotto i colpi di Tangentopoli. “Facciamo miracoli ogni giorno. Abbiamo ritmi impensabili. Portiamo a casa risultati importanti. # m i l a no n o n s if e rma ”, recita lo spot messo a punto dall’agenzia Brainpull. E quel giorno, a Milano, si decide di riaprire i locali la sera. “Torna l’aperitivo! Anzi l’apericena!”, si esulta sui social. “Riapre il Duomo, la città prova a ripartire”, titola il Corriere. Mentre Beppe Sala si fa ritrarre con birra in mano insieme ad Alessandro Cattelan. Pure Nicola Zingaretti sale nel capoluogo lombardo per uno spritz sui Navigli coi giovani del Pd. Sarà in codesta occasione che si è preso il virus? Chissà. Nel frattempo di Milano non si ferma c’è pure un decalogo, messo a punto con Confcommercio. “Sono gli ultimi giorni di saldi: approfittane! Prenditi cura di te, vai dal parrucchiere o dall’estetista! Vai in agenzia viaggi e prenota la tua prossima vacanza! Incontra gli amici al bar per un aperitivo, non sono più chiusi dopo le 18! Esci a cena, i ristoranti sono aperti! Fai una passeggiata e mangia un gelato prima di tornare a casa…”. Al sindaco la riapertura della città preme molto. E il 5 marzo, con un post in inglese, tenta di rassicurare la platea internazionale. “Alcuni media riportano notizie non vere sulla situazione del Nord Italia, questo virus è un fenomeno globale e non localizzato solo qui…”, dice.
TUTTO APPARE tragicomico adesso che Milano, come tutto il Paese, ha chiuso tutto. Col sindaco obbligato a fare retromarcia e a riconnettersi con lo
IL 27 FEBBRAIO il sindaco di MIlano Beppe Sala (Pd) lancia l’hashtag #milanononsiferma, corredato da un video che mostra la città che riparte
NELLE STESSE ORE la Confcommercio milanese invita i cittadini a uscire, ad approfittare degli ultimi giorni di saldi e consumare gelati e aperitivi spirito emergenziale di Giuseppe Conte, del governatore Fontana e dell’assessore regionale alla Sanità, Giulio Gallera.
In Lombardia si è assistito a due linee opposte: da un lato Sala che per giorni ha tentato di minimizzare nel segno del “riapriamo tutto il prima possibile”. E l’ha detto chiaro in un post di domenica scorsa, dopo la prima stretta del governo. “Siamo in emergenza sanitaria, ma il blocco di un quarto del Paese, che in termini economici vale tre quarti, produrrà danni incalcolabili alle famiglie italiane”, ha scritto. Lamentandosi poi con Conte perché “non è possibile che sindaco e prefetto di Milano debbano apprendere le nuove norme dai media”. A Palazzo Marino la bozza uscita prima del tempo, e che ha scatenato la corsa ai treni in Centrale, non è mai arrivata. Dall’altra parte, invece, sta la Regione, che è sembrata capire subito la gravità della situazione, tanto da richiedere, e quasi imporre a Roma, la serrata totale. Con gli appelli di Fontana. E le conferenze stampa giornaliere di Gallera. L’assessore che in queste settimane si è guadagnato le luci della ribalta e che in molti vedono come possibile sfidante, l’anno prossimo, proprio di Beppe Sala. Il sindaco che fino a poco fa era considerato il guru della città-mondo, l’inventore delle imperdibili “week”, il mago che tira su grattacieli storti, il moltiplicatore del pil cittadino.
La scheda
Facciamo miracoli ogni giorno. Abbiamo ritmi impensabili Portiamo a casa risultati importanti #milanononsiferma
L’UOMO dei miracoli (a Milano) che riesce a far sparire pure i suoi guai giudiziari. E che qualcuno già vedeva come candidato premier del centrosinistra. Addirittura riserva della Repubblica, possibile premier di un esecutivo di unità nazionale. Quando il gioco si è fatto duro, però, Beppe Sala ha mostrato tutte le sue debolezze. Come aver rovesciato, per sbaglio, una boccetta d’inchiostro sul curriculum.