Gli annunci di notte: effetto anti-panico
La scelta di comunicare le misure in tarda serata (bozze permettendo...)
La
paura fa novanta. E così l’altra sera, in attesa delle ultime comunicazioni del presidente del Consiglio sull’emergenza Coronavirus, sui social c’era pure chi temeva di dover sopportare, oltre alla semi-quarantena, addirittura di peggio. Molti infatti evocavano il “dottor Sottile” e il ricordo misto a terrore della notte tra il 9 e il 10 luglio del 1992 quando il premier Giuliano Amato a Palazzo Chigi impose per decreto il prelievo forzato del 6 per mille sui conti correnti bancari. Non lasciando il tempo a nessuno, con gli sportelli chiusi da un pezzo e l’home banking di là da venire, di mettere i risparmi al riparo. Sarà per questo che nell’immaginario collettivo degli italiani, i decreti assunti (o comunicati) nel tempo di notte fanno tremare i polsi.
IN REALTÀ la decisione di Palazzo Chigi di attendere le 21 e 30 di mercoledì per annunciare le ulteriori misure per il contenimento del virus è stata dettata dalla necessità di assicurare una chiusura ordinata degli esercizi commerciali interessati dalla sospensione dell’attività dall’indomani mattina. Una scelta dei tempi “doverosa” anche per ragioni di ordine pubblico, fa sapere il ministero dell’Interno dove negli ultimi giorni, oltre all’attività ordinaria si è alle prese pure con la gestione dei controlli disposti per evitare il più possibile gli assembramenti.
MA NON SI TRATTAdi un’impresa facile: un paio di giorni fa i supermercati sono stati presi d’assalto dopo l’estensione a tutto il territorio nazionale dei sigilli imposti al territorio della Lombardia e di altre 14 province con il decreto dell’8 marzo. Un provvedimento formalizzato da Giuseppe Conte passate le due di notte dopo una giornata convulsa e l’esodo da nord a sud seguito alla diffusione, nel pomeriggio, delle bozze del provvedimento. Mercoledì sera, dopo l’annuncio delle nuove restrizioni, c’è stata ressa di fronte alle tabaccherie nonostante la loro esplicita esclusione dal novero degli esercizi commerciali interessati dal decreto mandato immediatamente in pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.