Il pane buono o la ricerca di droga: altre pazze idee per violare le regole
Anche ieri raffica di sanzioni: denunce per giocatori di carte e volley
Il virus è arrivato nel mondo del pallone. Il primo calciatore di Serie A è Daniele Rugani, difensore della Juventus che domenica ha giocato la sfida scudetto contro l’Inter. Risultato: entrambe le squadre in isolamento, quindi nemmeno i bianconeri (121 in quarantena) potranno giocare il ritorno di Champions col Lione. Subito dopo si è aggiunto Gabbiadini della Sampdoria, in Serie C c’erano già Favalli della Reggiana e quattro giocatori della Pianese. Il virus è sbarcato pure in Premier League, tre del Leicester contagiati. Fermarsi sarà inevitabile.
F1, tennis, Nba Usa: si ferma (quasi) tutto
L’Italia ci è arrivata per prima, nonostante il pasticcio tra ministero e Lega Serie A. Altri Paesi seguono l’esempio: la Liga spagnola si aggiunge a Portogallo, Olanda e Svizzera, fra i tornei maggiori si gioca soltanto in Inghilterra, Germania e Francia, a porte chiuse. La Formula 1 annullerà il primo Gp in Australia (e chissà se basterà). L’Atp di tennis ha sospeso l’attività per sei settimane: gli Internazionali di Roma, a inizio maggio, sono
“Dove
andate? Ce l’avete l’autocertificazione?”. “Siamo andati a comprare il pane nel paese vicino, lì è più buono”, hanno risposto i due pensionati di Zogno al carabiniere che li aveva fermati. Bergamo e i suoi contagi in rapida crescita sono a una ventina di minuti di macchina e in provincia i militari dell'Arma ieri hanno effettuato oltre mille controlli. Quaranta le denunce in tutto, solo una manciata delle 2.162 registrate dal Viminale in tutta Italia nei confronti di persone che hanno violato le restrizioni imposte dal governo per contrastare la diffusione del Covid-19.
Il decreto del presidente del Consiglio dei ministri firmato mercoledì da Giuseppe Conte ha chiuso i servizi commerciali considerati non essenziali, ma il concetto è relativo. Si deve pur vivere, hanno pensato in molti, ci sono le esigenze quotidiane da soddisfare. C’è chi cerca il pane e chi la droga, bisogno che per qualcuno può essere primario, dipende dal punto di vista. Come hanno risposto due 40enni fermati alla periferia nord di Torino ieri mattina. Sorpresi dalla Guardia di Finanza e interpellati circa la loro presenza in strada, i due non hanno saputo dare spiegazioni, se non che avevano trascorso “una lunga serata con amici” e che ora “erano alla ricerca di stupefacenti”.“Devo andare a vedere i lavori edili di fare dom a ni ”, ha provato invece a giustificarsi un 40enne di Gualtieri, nel reggiano, pizzicato al volante dopo aver fatto uso di droga.
I numeri pubblicati dal ministero dell’Interno dicono che ieri gli uomini delle forze dell'ordine hanno effettuato 106.659 controlli sull’intero territorio nazionale. Censori, per giuramento e mestiere, dei molti che hanno deciso di violare il divieto di riunirsi in luoghi pubblici stabilito per ragioni di sanità pubblica dal Dpcm dell’8 marzo e lo stop agli spostamenti deciso il giorno dopo. Se a Rimini sei persone, tra i 26 e i 42 anni, sono state denunciate perché avevano deciso di dilettarsi in una partita di beach volley sul lungomare Tintory, a Favaro Veneto, nel veneziano, l’intervento dei militari ha messo fine a un allegro aperitivo che vedeva brindare riuniti attorno a un tavolino 9 clienti di un bar, tutti deferiti assieme al gestore. Stessa sorte è toccata al titolare di un locale di Passarella di San Donà e a 7 amici che giocavano a carte. Peccati veniali a confronto del pranzo da 30 persone organizzato in un ristorante di Sternatia, nel leccese, con il nobile scopo di festeggiare un compleanno. Poi c’è chi dalle proprie schiavitù non riesce a liberarsi, neanche di fronte a un’emergenza sanitaria nazionale. Come in zona Is Mirrionis a Cagliari, dove “un elevato numero di persone” si è riunito in un circolo privato per giocare denaro alle videolottery.
Un bisogno , anche quest’ultimo, al quale per la legge della domanda e dell’offerta che regola il mercato c’è sempre un operatore pronto a dare soddisfazione. È ciò che hanno fatto fino alle ultime due notti le prostitute fermate e multate lungo la via Emilia dagli agenti della Questura di Parma e dai carabinieri della stazione provinciale. Loro, oltre alla sanzione, sono state raggiunte da un foglio di via. Ma il settore, purtroppo, è florido. Che si tratti o meno di un negozio come quelli intesi dai decreti del governo, l’amore mercenario non conosce crisi, è la lezione che ne trarrebbe un economista.