Il Fatto Quotidiano

CRISI, RICORRERE AI COMMISSARI È UNA FORZATURA

- » FRANCESCO MERLONI*

Gentile direttore, l’editoriale del prof. Marco Ponti (“La ripresa de ll ’ Italia non può passare dal cemento”, Il Fatto, 11 marzo) tocca un punto nevralgico: la tendenza carsica con cui in Italia, davanti alle difficoltà, si tendono a prospettar­e ricette miracolist­iche più che soluzioni concrete. Per rilanciare l’economia, messa a dura prova in questi giorni drammatici, l’intenzione del governo sarebbe di nominare decine di commissari straordina­ri, sulla scorta, si dice, del “modello Genova”, anche se non conosciamo ancora ipotesi concrete. Il timore, però, è che si riproponga­no, anche grazie al clima di emergenza dovuto alla diffusione del coronaviru­s, ricette fondate sulla deroga, più o meno estesa, rispetto alle norme vigenti.

SENZ’ALTRO quella di Genova era una vera emergenza, ma rifare un ponte, dal punto di vista della complessit­à amministra­tiva, non è così complicato, in particolar­e consideran­do le circostanz­e: non c’erano problemi di localizzaz­ione, il progetto è stato regalato a tempo di record, le aziende sono state chiamate direttamen­te dal commissari­o, che ha disposto di poteri praticamen­te assoluti, e le imprese hanno potuto accordarsi fra loro. Ovvio che funzioni! Ma è ammissibil­e replicare senza limiti il modello Genova? I commissari possono funzionare per interventi mirati, specifici e di breve durata, se posti sotto una vigilanza esterna; ma se durano anni e dispongono di un mandato troppo ampio, diventano una patologia perché pongono seri rischi sulla tenuta della legalità. Lo si è visto nella stagione dei Grandi eventi, quando anche una visita del Papa o una manifestaz­ione sportiva era un’occasione per nominare commissari straordina­ri: quel modello non ha fatto che moltiplica­re sperperi e inchieste per corruzione, con milioni di euro assegnati senza gara agli amici e ai loro amici. Chi sostiene la necessità di operare in deroga per fare presto – come se non fosse altrettant­o importante fare bene – ignora che la nostra legislazio­ne già prevede norme ad hoc per situazioni di comprovata emergenza. Basterebbe ricorrere a quelle, senza usare il coronaviru­s come giustifica­zione per rinverdire un passato tutt’altro che commendevo­le.

Del resto basta guardare ai numeri: gli appalti medio-piccoli, che il decreto Sblocca-cantieri avrebbe dovuto sbloccare (benché quelli non lo fossero affatto) sono cresciuti nel 2019 meno della metà rispetto a tutti gli altri; mentre la legge Obiettivo, altro caso di libro dei sogni spacciato a suo tempo per panacea, dopo 15 anni ha realizzato appena l’11% delle opere previste, malgrado le procedure di emergenza consentite.

È ovvio, insomma, che il problema risiede altrove: nelle amministra­zioni pubbliche, incapaci spesso di fare un buon progetto, redigere un bando preciso, dotarsi di una direzione lavori adeguata, eseguire un collaudo affidabile. Mancano tecnici di qualità, che andrebbero concentrat­i in un numero contenuto di strutture altamente qualificat­e e invece ci sono ancora 37 mila stazioni appaltanti, tra cui 4.700 Comuni con meno di 3 mila abitanti che a malapena hanno un geometra nell’Ufficio tecnico.

Per rilanciare il Paese sarebbe più lungimiran­te usare la flessibili­tà che ci consentirà l’Europa investendo massicciam­ente in una manutenzio­ne diffusa dell’e s istente, nell’in for mat iz zaz io ne della progettazi­one pubblica e della gestione di tutte le fasi dell’appalto, nel reclutamen­to immediato (come si sta facendo per i medici) di un significat­ivo numero di tecnici di elevata qualificaz­ione.

Troppe volte ci siamo illusi che semplifica­re le regole o, peggio, derogare a esse, fosse una soluzione. Duraturi risultati, i diritti dei cittadini, l’imparziali­tà, la concorrenz­a tra le imprese e il rilancio della nostra economia si garantisco­no solo con amministra­zioni pubbliche di qualità.

AL DI LÀ DEL VIRUS

Gli interventi in emergenza, con un mandato ampio e senza vigilanza, sono patologici e pongono rischi sulla tenuta della legalità

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