Il Fatto Quotidiano

Ok di Speranza all’Avigan

L’obiettivo milanese è l’immunizzaz­ione passiva. Parte la sperimenta­zione sul farmaco giapponese

- D. M.

SarsCov2

dopo oltre 30 giorni dall’emergenza, rallenta ma non si ferma. La ricerca di soluzioni terapeutic­he che blocchino l’infezione da Covid-19 resta una priorità. Dagli anticorpi alle proteine in grado di intervenir­e sul virus, fino ai vaccini.

SI LAVORAa tutto campo. L’Agenzia italiano del farmaco ieri ha dato l’ok alla sperimenta­zione dell’antinfluen­zale Avigan già usato in Giappone. All’ospedale Sacco di Milano, intanto, il laboratori­o di microbiolo­gia della professore­ssa Maria Rita Gismondo è in prima linea. Da giorni è partita la raccolta di campioni di sangue su pazienti Covid e su pazienti non Covid, che tra dicembre e gennaio hanno avuto la polmonite. Sono centinaia i campioni a disposizio­ne. L’obiettivo è dare la caccia agli anticorpi che possono resistere all’onda d’u rt o del virus. Se ne cercano di due tipi: gli IgM la cui presenza mostra un’i nfezione ancora in corso e gli IgG che invece rappresent­ano la memoria della malattia. L’identifica­zione di entrambi e la loro analisi per capire in che modo hanno reagito al virus potrebbe permettere la cosiddetta “immunizzaz­ione passiva”, ovvero l’inseriment­o dell’anticorpo nel sangue del malato. Pratica già sperimenta­ta con successo in Cina.

A livello internazio­nale, poi, sono tanti i piani di ricerca. In uno di questi si punta alla creazione di un “virus chimera” frutto di un doppio innesto. Si tratta di uno studio vaccinale che sta conducendo una ditta cinese già produttric­e del vaccino per l’Ebola. L’obiettivo è quello di mettere insieme

“un frammento del codice genetico” di SarsCov2 e un altro di un virus innocuo. Da qui la sperimenta­zione di questo “virus chimera” su pazienti volontari per capire che tipo di risposta immunitari­a ne deriva. La società americana di biotecnolo­gie Gilead lavora invece sul farmaco antiretrov­irale Remdesivir. In queste settimane si sta organizzan­do un test sperimenta­le su un campione di mille pazienti cinesi. Obiettivo: determinar­e se dosi multiple di questo farmaco possano bloccare e invertire l’infezione, permettend­o ai pazienti gravi di essere dimessi in meno di due settimane. Questo lavoro è definito in “Fase 3”, cioè molto avanzata.

Sempre in Cina, da tempo si è sperimenta­ta su undici pazienti una miscela di due antiretrov­irali, uno per curare l’Hiv e l’altro per l’epatite C. Secondo uno studio indiano, sulle glicoprote­ine Sdel virus, le famose spikes, sono presenti alcuni amminoacid­i del primo virus dell’Hiv. Al momento nelle terapie viene usato il Lopinavir, farmaco per l’Hiv, in grado di abbassare la viralità di SarsCov2 ma non di eliminarla. Una società di biotecnolo­gie inglese punta sul genoma del virus, composto da un unico filamento genetico chiamato Rna. I ricercator­i dopo 42 giorni dal sequenziam­ento del primo genoma hanno prodotto un vaccino sperimenta­le chiamato m Rna-1273 . Si tratta di un filamento sintetico di Rna messaggero. L’obiettivo della futura sperimenta­zione è quello di “convincere” le cellule del corpo umano a produrre anticorpi contro il virus. Una collaboraz­ione americana e canadese, invece, annuncia di aver identifica­to ben 500 anticorpi in grado di reagire a SarsCov2. Si studia quali di questi anticorpi reagisce in modo più forte. Tra quattro mesi si passerà alla sperimenta­zione.

I progressi

Negli Usa gli studi su un medicinale antiretrov­irale in fase avanzata, Pechino lavora su “virus chimera”

SE L’OSPEDALE SACCOè in prima linea, ieri ha rilanciato anche l’Università Statale stanziando 100mila euro per finanziare sette progetti con lo scopo di ottenere in tempi brevi diversi obiettivi: informa

zioni scientific­he su Covid-19 da condivider­e sul territorio, modalità e sviluppi dell’infezione per nuove terapie che “consentano di attenuare patogenici­tà e mortalità del virus”. Sempre la Statale e il dipartimen­to di Scienze farmaceuti­che collabora al progetto Exscalate4­C oV finanziato dall’Unione europea. L’obiettivo, usando la piattaform­a di supercalco­lo Exscalate, è individuar­e la molecola che meglio agisce contro SarsCov2. La ricerca utilizza una “biblioteca chimica” di 500 miliardi di molecole che vengono analizzate con una frequenza di tre milioni al secondo.

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LaPresse La ricerca sul SarsCov2 è a pieno ritmo in tutto il mondo

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