Salva-Stati, il fronte nordico vuole l’Italia sotto tutela
Lo scontroOggi l’Eurogruppo discute la proposta di Roma&C. di usare le risorse del Mes senza condizionalità. Germania e Olanda contrarie
La decisione finale arriverà al Consiglio europeo di Giovedì. Ma già oggi si capirà che strada prenderà la richiesta di alcuni Paesi, Italia in testa, di usare i soldi dell’ex fondo salva-Stati, noto come Mes (Meccanismo europeo di stabilità) per fronteggiare la crisi economica innescata dall’emergenza sanitaria del Covid-19. E le avvisaglie non sono buone. I Paesi del blocco nordico non sembrano aver cambiato idea rispetto alla crisi dell’euro del 2011: niente aiuti senza precisi vincoli, cioè mettere sotto tutela le politiche fiscali dei prossimi anni.
LA RIUNIONE dell’Eurogruppo, i ministri delle Finanze dell’eurozona, è fissata per le 18.30. Giovedì scorso, Giuseppe Conte ha chiesto ufficialmente che tutti i Paesi dell’euro possano usare le risorse del Mes “senza alcuna condizionalità presente e futura”. Come ha confermato il commissario Ue agli Affari economici, Paolo Gentiloni le ipotesi in campo sono tre. La prima è che il Mes offra linee di credito a tutti i Paesi membri, in modo da evitare l’effetto “stigma”, cioè che a chiederle siano solo alcuni Paesi finendo sotto pressione sui mercati. La seconda opzione è che venga fornita solo una qualche forma di liquidità destinata alle spese sanitarie per fronteggiare l’emergenza. La terza opzione è la più ardita: emettere i cosiddetti “corona bond”, debito garantito da tutti i Paesi dell’eurozona, una forma primordiale di eurobond, affidata al Mes. L’attivazione del Fondo salva Stati permetterebbe alla Bce di intervenire, in emergenza, con le Omt, le operazioni di acquisto illimitato ti titoli di Stato di singoli Paesi.
La linea italiana, studiata dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri (e caldeggiata dalla Banca d’Italia) è una sintesi della prima e della terza. Oggi per accedere alle linee di credito del Mes (note come “Eccl”) il Paese che ne fa richiesta deve siglare un Memorandum in cui si impegna a rientrare attraverso misure precise (tagli e tasse). È il meccanismo già visto in azione in Grecia, Paese che ha consegnato le sue politiche fiscali alla vigilanza dei suoi creditori. Conte e Gualtieri sperano di poter evitare le condizionalità, che però sono previste dal trattato istitutivo del Mes. Per farlo servono nuovi strumenti che aggirino l’ostacolo, e qui entrano in gioco i corona bond. Problema: i Paesi del Nord non li vogliono.
All’Eurogruppo del 16 marzo lo scontro si è già delineato. Da un lato, Italia, Francia e Spagna, dall’altro Germania e Austria contrarie a usare nuovi strumenti in capo al Mes perché – è emerso dai documenti tecnici preparatori – “dovrebbero essere approvati dai rispettivi parlamenti e si perderebbe tempo”. In realtà non c’è nessuna intenzione di fare grandi concessioni. L’Olanda è fortemente contraria. Ieri il ministero delle Finanze olandese ha fatto sapere che il Paese “è impegnato ad assicurare che una forma appropriata di condizionalità sia rispettata per ogni strumento utilizzato, come richiesto dall’attuale Trattato del Mes”. La posizione di Berlino è più sfumata. Merkel ufficialmente non ha chiuso all’idea italiana, ma sposarla frantumerebbe il suo fronte interno. Ieri, funzionari del governo tedesco hanno spiegato a Bloomberg che Berlino è disposta solo a concedere un prestito di emergenza all’Italia: “La Germania – è la linea – non è pronta a proseguire sugli eurobond. I tedeschi ritengono che l’Italia avesse problemi già prima che il virus colpisse la sua economia, e potrebbe essere necessario risolverli una volta superata l’emergenza”. Insomma, l’assenza di condizionalità può essere solo temporanea. Passata la fase critica, le politiche economiche dell’Italia saranno sottoposte al controllo del Mes, cioè di un organismo a trazione tedesca, considerato più efficace nel far rispettare le regole rispetto alla Commissione europea, ritenuta troppo politica.
Fin qui le fibrillazioni europee. Il problema è però anche la tenuta del governo giallorosa. Qualsiasi decisione (e per la verità anche la linea negoziale) deve passare dal Parlamento, dove non esiste al momento una maggioranza a favore del Mes. Oltre a Lega, Fratelli d’Italia e LeU, anche i 5Stelle sono assai contrari a qualsiasi coinvolgimento del fondo salva-Stati che preveda condizionalità. Linea recapitata ieri a Conte anche dal reggente Vito Crimi.
L’idea è che non serva uno strumento come il Mes, quando la Bce ha appena varato un maxi-piano di acquisto di debito pubblico dei Paesi dell’eurozona da oltre 750 miliardi e ha annunciato di essere pronta a fare anche di più. Ieri la Federal Reserve Usa ha preso la storica decisione di non mettere più limiti al suo piano di acquisto di debito federale, e potrà di fatto prestare soldi direttamente alle imprese americane. Al netto delle condizionalità, i prestiti del Mes diventerebbero debito “senior” cioè privilegiato rispetto a debito già emesso. Una mossa che per l’Italia si potrebbe rivelare disastrosa, innescando una fuga degli investitori dai suoi titoli di Stato.
Maggioranza spaccata M5S in trincea contro l’ipotesi. La decisione finale spetta al Consiglio europeo di giovedì
Cos’è
IL MES, Meccanismo europeo di stabilità, è stato istituito nel 2012 per fornire assistenza finanziaria ai Paesi dell'Eurozona che si trovano in gravi difficoltà finanziarie Si finanzia emettendo debito sul mercato. La sua capacità finanziaria residua (molto teorica) è di 410 miliardi. Nella sua forma attuale, o in quella vecchia di Fondo Salva Stati, ha prestato circa 260 miliardi a Grecia Spagna etc.