Il Fatto Quotidiano

Salva-Stati, il fronte nordico vuole l’Italia sotto tutela

Lo scontroOgg­i l’Eurogruppo discute la proposta di Roma&C. di usare le risorse del Mes senza condiziona­lità. Germania e Olanda contrarie

- » CARLO DI FOGGIA

La decisione finale arriverà al Consiglio europeo di Giovedì. Ma già oggi si capirà che strada prenderà la richiesta di alcuni Paesi, Italia in testa, di usare i soldi dell’ex fondo salva-Stati, noto come Mes (Meccanismo europeo di stabilità) per fronteggia­re la crisi economica innescata dall’emergenza sanitaria del Covid-19. E le avvisaglie non sono buone. I Paesi del blocco nordico non sembrano aver cambiato idea rispetto alla crisi dell’euro del 2011: niente aiuti senza precisi vincoli, cioè mettere sotto tutela le politiche fiscali dei prossimi anni.

LA RIUNIONE dell’Eurogruppo, i ministri delle Finanze dell’eurozona, è fissata per le 18.30. Giovedì scorso, Giuseppe Conte ha chiesto ufficialme­nte che tutti i Paesi dell’euro possano usare le risorse del Mes “senza alcuna condiziona­lità presente e futura”. Come ha confermato il commissari­o Ue agli Affari economici, Paolo Gentiloni le ipotesi in campo sono tre. La prima è che il Mes offra linee di credito a tutti i Paesi membri, in modo da evitare l’effetto “stigma”, cioè che a chiederle siano solo alcuni Paesi finendo sotto pressione sui mercati. La seconda opzione è che venga fornita solo una qualche forma di liquidità destinata alle spese sanitarie per fronteggia­re l’emergenza. La terza opzione è la più ardita: emettere i cosiddetti “corona bond”, debito garantito da tutti i Paesi dell’eurozona, una forma primordial­e di eurobond, affidata al Mes. L’attivazion­e del Fondo salva Stati permettere­bbe alla Bce di intervenir­e, in emergenza, con le Omt, le operazioni di acquisto illimitato ti titoli di Stato di singoli Paesi.

La linea italiana, studiata dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri (e caldeggiat­a dalla Banca d’Italia) è una sintesi della prima e della terza. Oggi per accedere alle linee di credito del Mes (note come “Eccl”) il Paese che ne fa richiesta deve siglare un Memorandum in cui si impegna a rientrare attraverso misure precise (tagli e tasse). È il meccanismo già visto in azione in Grecia, Paese che ha consegnato le sue politiche fiscali alla vigilanza dei suoi creditori. Conte e Gualtieri sperano di poter evitare le condiziona­lità, che però sono previste dal trattato istitutivo del Mes. Per farlo servono nuovi strumenti che aggirino l’ostacolo, e qui entrano in gioco i corona bond. Problema: i Paesi del Nord non li vogliono.

All’Eurogruppo del 16 marzo lo scontro si è già delineato. Da un lato, Italia, Francia e Spagna, dall’altro Germania e Austria contrarie a usare nuovi strumenti in capo al Mes perché – è emerso dai documenti tecnici preparator­i – “dovrebbero essere approvati dai rispettivi parlamenti e si perderebbe tempo”. In realtà non c’è nessuna intenzione di fare grandi concession­i. L’Olanda è fortemente contraria. Ieri il ministero delle Finanze olandese ha fatto sapere che il Paese “è impegnato ad assicurare che una forma appropriat­a di condiziona­lità sia rispettata per ogni strumento utilizzato, come richiesto dall’attuale Trattato del Mes”. La posizione di Berlino è più sfumata. Merkel ufficialme­nte non ha chiuso all’idea italiana, ma sposarla frantumere­bbe il suo fronte interno. Ieri, funzionari del governo tedesco hanno spiegato a Bloomberg che Berlino è disposta solo a concedere un prestito di emergenza all’Italia: “La Germania – è la linea – non è pronta a proseguire sugli eurobond. I tedeschi ritengono che l’Italia avesse problemi già prima che il virus colpisse la sua economia, e potrebbe essere necessario risolverli una volta superata l’emergenza”. Insomma, l’assenza di condiziona­lità può essere solo temporanea. Passata la fase critica, le politiche economiche dell’Italia saranno sottoposte al controllo del Mes, cioè di un organismo a trazione tedesca, considerat­o più efficace nel far rispettare le regole rispetto alla Commission­e europea, ritenuta troppo politica.

Fin qui le fibrillazi­oni europee. Il problema è però anche la tenuta del governo giallorosa. Qualsiasi decisione (e per la verità anche la linea negoziale) deve passare dal Parlamento, dove non esiste al momento una maggioranz­a a favore del Mes. Oltre a Lega, Fratelli d’Italia e LeU, anche i 5Stelle sono assai contrari a qualsiasi coinvolgim­ento del fondo salva-Stati che preveda condiziona­lità. Linea recapitata ieri a Conte anche dal reggente Vito Crimi.

L’idea è che non serva uno strumento come il Mes, quando la Bce ha appena varato un maxi-piano di acquisto di debito pubblico dei Paesi dell’eurozona da oltre 750 miliardi e ha annunciato di essere pronta a fare anche di più. Ieri la Federal Reserve Usa ha preso la storica decisione di non mettere più limiti al suo piano di acquisto di debito federale, e potrà di fatto prestare soldi direttamen­te alle imprese americane. Al netto delle condiziona­lità, i prestiti del Mes diventereb­bero debito “senior” cioè privilegia­to rispetto a debito già emesso. Una mossa che per l’Italia si potrebbe rivelare disastrosa, innescando una fuga degli investitor­i dai suoi titoli di Stato.

Maggioranz­a spaccata M5S in trincea contro l’ipotesi. La decisione finale spetta al Consiglio europeo di giovedì

Cos’è

IL MES, Meccanismo europeo di stabilità, è stato istituito nel 2012 per fornire assistenza finanziari­a ai Paesi dell'Eurozona che si trovano in gravi difficoltà finanziari­e Si finanzia emettendo debito sul mercato. La sua capacità finanziari­a residua (molto teorica) è di 410 miliardi. Nella sua forma attuale, o in quella vecchia di Fondo Salva Stati, ha prestato circa 260 miliardi a Grecia Spagna etc.

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Ansa Avvisaglie Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e la cancellier­a tedesca Angela Merkel

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