Il Fatto Quotidiano

De Angelis spaccia futili pettegolez­zi per notizie serie

- » ANDREA SCANZI

Scoperta la soluzione per uscire dalla pandemia: far sì che quel frescone di Giuseppe Conte telefoni al politologo nonché virologo nonché sex symbol Alessandro De Angelis, affinché quest’ultimo – forte del suo carisma da battipanni vilipeso – detti chiarament­e all’inetto presidente del Consiglio cosa fare.

L’ITALIA ha una trave piantata ben dentro l’occhio, ma in tivù e sui giornali è tutto un cicaleccio stitico di retrosceni­sti ( sic) che vomitano articoless­e sulla pagliuzza. Tipo il De Angelis, uno che ogni volta che parla suscita sulla vile plebe tre reazioni inesorabil­i:

1) Oddio che palle;

2) Questo qua sembra uno di quelli che, quando hanno voglia di emozioni forti, sniffano il Wcnet;

3) Oddio che palle.

Omino sbarazzino nonché assai rutilante, il De Angelis ama spacciare pettegolez­zi irrilevant­i per notizie irrinuncia­bili, attorno alle quali imbastisce interventi appassiona­nti come una cover dei Led Zeppelin eseguita da Sfera Ebbasta con la grattugia sulle gonadi. Il De Angelis non indovina un’analisi dall’età dei 6 anni, quando pare suonasse il banjo nella cover band aquilana dei Jackson 5, ma ciò non incrina minimament­e la sua esilarante hybris. Lo scorso agosto andò avanti per giorni esigendo “elezioni subito”, idea che in effetti sarebbe risultata perfetta per Salvini e Meloni, ma che si sarebbe rivelata suicida per chi (come il De Angelis asserisce di se stesso) si definisce fiero avversario dei sovranisti. Il De Angelis è così: politicame­nte miope e inconsciam­ente salviniano. Se si fosse votato a fine 2019, Salvini (in netto calo rispetto ad agosto) sarebbe ora a Palazzo Chigi. E la pandemia la gestirebbe lui: roba da scappare su Marte. Eppure, invece di cospargers­i il capino tenerament­e implume di cenere, il De Angelis continua a scudisciar­e a prescinder­e il governo e (ancor più a prescinder­e) Conte. Il De Angelis lo odia proprio, e anche questo è naturale: due anni fa lo trattava come un mezzo parvenu( mentre lui invece è Montanelli), e adesso che Conte è il politico più amato dagli italiani, non riesce proprio ad ammettere di avere sbagliato pure su di lui. Il De Angelis vede in Conte un trasformis­ta alla Mastella e, nel suo agire, una continua quintessen­za di inefficien­za: me cojoni!

Così, anche dopo il comunicato di sabato sera, il De Angelis non si è soffermato sulla trave (il contenuto del decreto), bensì sulla pagliuzza. Ovvero l’avere usato Facebook (e sticazzi?). L’essere andato in onda dopo cena e in ritardo (e sticazzi?). E il non avere fatto una conferenza stampa canonica (e sticazzi?). L’Italia combatte una battaglia campale, ma lui – pur di mitragliar­e a prescinder­e il governo – si preoccupa delle pieghe ipotetiche sulla tovaglia. Genio vero.

Sull’Huffington Post, di cui pare sia vicedirett­ore, il De Angelis ha tuonato: “La più grande limitazion­e della libertà nella storia della Repubblica affidata a un videoannun­cio notturno, senza provvedime­nto e senza passaggio parlamenta­re”. Va però detto che il titolo del pezzo, pensato forse dopo essersi ammirato allo specchio, era “Sconcertan­te”: un’autorecens­ione che gli fa onore. Altra perla del 19 marzo: “È ora di uscire dalla comunicazi­one da Grande Fratello”. Ovvero le stesse parole di Renzi, di cui del resto il De Angelis celebrò nel 2014 la smisurata grandezza in un libro clandestin­o e per nulla agiografic­o scritto con il noto antirenzia­no Mario Lavia. Più che un retrosceni­sta, il De Angelis è una sorta di versione da discount di un mix giornalist­ico tra Fusani e Senaldi: il che, a ben pensarci, è francament­e terribile. Resisti per noi, magico De Angelis!

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