L’Italia finora ha stanziato pochi soldi: i numeri nell’Ue
Coronavirus Confronto sulla risposta economica alla crisi nei principali Paesi europei: qui in azione risorse per il 2,3% del Pil, il 22% in Germania
Il Pil è “in forte contrazione” a marzo e così sarà pure il mese prossimo. Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, parlando in Parlamento a proposito del decreto che stanzia i primi fondi anti-crisi, l’ha messa così: il primo semestre del 2020 vedrà una “elevata contrazione del Pil”, il che porterebbe “nel 2020 a un calo di qualche punto percentuale, grave ma gestibile e recuperabile”, anche considerando l’arrivo ad aprile di un secondo decreto anti-crisi. Forse il ministro pecca di ottimismo, se si guardano le previsioni che già circolano. A mero titolo di esempio, Goldman Sachs ieri ha stimato in -11,6% il calo del Pil in Italia nel 2020, il dato peggiore dell’Eurozona (-9% in totale) e un tracollo visto raramente in tempo di pace. La risposta degli Stati, anche stavolta, sarà il fattore decisivo di risposta alla crisi, per questo abbiamo fatto un piccolo riassunto di quanto deciso finora da alcuni Paesi europei.
ITALIA. Ha varato misure pari al 2,3% del Pil: 25 miliardi di maggiore indebitamento e altri 17 attraverso Cassa depositi e prestiti (Cdp). Il sostegno al credito e alla liquidità di aziende ed enti locali nel decreto “Cura Italia” è pari a circa 5,8 miliardi. Il resto è dedicato al supporto diretto di imprese e lavoratori. Inoltre, Cdp ha approvato un plafond da 7 miliardi per facilitare l’accesso al credito e garanzie di nuovi finanziamenti per 10 miliardi. Ad aprile sarà promulgato un nuovo decreto per dare linfa all’economia: la dimensione di quell’intervento non è nota, ma le cifre italiane ad oggi impallidiscono se confrontate con quelle degli altri Paesi.
GERMANIA. L’intervento ammonta al 22% del Pil. Il governo ha annunciato un indebitamento aggiuntivo da 156 miliardi di euro per finanziare un piano di spesa pubblica, abbondando così il dogma de pareggio di bilancio. Il sistema ospedaliero riceverà 3 miliardi, mentre piccole imprese e liberi professionisti otterranno sovvenzioni da 9mila a 15mila euro in tre mesi. Sarà più facile accedere ai sussidi del programma Hartz IV. Sarà poi costituito un fondo di stabilizzazione economica (WSF) da 100 miliardi, che potrà acquisire partecipazioni dirette nelle imprese ed estendere fino a 400 miliardi le garanzie statali con cui sottoscrivere debito delle società colpite dalla crisi. È previsto anche un prestito fino a 100 miliardi alla banca statale KfW, che ha la possibilità di estendere liquidità illimitata alle imprese. Una potenza di fuoco totale da oltre 750 miliardi.
REGNO UNITO. Le misure di cui a oggi si conoscono le cifre sono pari a circa il 16% del Pil. Il governo di Boris Johnson ha annunciato 330 miliardi di sterline in garanzie statali e prestiti governativi e 20 miliardi di ulteriore sostegno diretto. Ma la mossa più radicale è la decisione di pagare fino all’80% dello stipendio dei lavoratori dipendenti licenziati: una scelta letteralmente senza precedenti, di cui il Tesoro britannico si è finora rifiutato di quantificare il costo.
FRANCIA. Il pacchetto di emergenza elaborato dal governo porterà, secondo il ministro del Bilancio Darmanin,
il deficit al 3,9% da un programmato 2,2%. Il governo offrirà 45 miliardi di euro in misure di sostegno diretto, fra cui 32 miliardi per sgravi fiscali e 8,5 per pagamenti ai lavoratori licenziati. Saranno poi estesi prestiti governativi per 300 miliardi. E il ministro delle Finanze Bruno Le Maire non ha escluso la possibilità di nazionalizzare grandi imprese.
SPAGNA. Madrid ha attivato un piano statale pari al 9,4% del Pil, che include 100 miliardi di prestiti e garanzie statali (soprattutto per le piccole e medie imprese) e 17 miliardi di altre misure: la mobilitazione di risorse più grande nella storia democratica del Paese.
L’ottimista Gualtieri Il Pil, per il ministro, avrà un calo “gestibile” Goldman Sachs: nel 2020 giù dell’11,6%