Il Fatto Quotidiano

Addio tabù: le Banche centrali “pagano” i deficit

TERRA INCOGNITAL­a reazione è uguale dovunque: piani sempre più grandi per comprare tutto. Alla fine, fingendo di no, si tornerà a finanziare i governi

- » FRANCESCO LENZI

Èuna crisi che non si è mai vista in tempi recenti. Non è come quella del 2007. Non è come quella successiva all’ 11 settembre. Non è nemmeno una crisi “di guerra”, perché in questa particolar­e guerra le dotazioni di capitale, le imprese, gli immobili, i macchinari non vengono distrutti. Ma i numeri della crisi saranno di una dimensione molto simile a quelli di una guerra. In un recente report di J.P. Morgan si stima che il Pil dell’Eurozona calerà del 15% nel primo trimestre di quest’anno e del 22 nel secondo. Stando a queste proiezioni l’Eurozona perderà nei primi due trimestri circa il 40% del suo Prodotto interno lordo.

DINANZI a questi numeri anche la risposta delle principali Banche centrali sta assumendo una dimensione che non si era mai vista prima. I tassi d’interesse sono ormai praticamen­te a zero o negativi in tutto il mondo e i bilanci delle Banche centrali sono destinati a crescere in modo enorme. I programmi di acquisto e rifinanzia­mento del settore bancario stanno assumendo giorno dopo giorno un carattere di eccezional­ità proporzion­ato al momento attuale.

In Inghilterr­a la Banca centrale ha praticamen­te azzerato i tassi, lanciato un nuovo programma di Quantitati­ve easing da 200 miliardi di sterline e avviato uno schema di rifinanzia­mento dei crediti commercial­i delle aziende, nel quale il Tesoro si fa garante per qualsiasi perdita la Banca centrale dovesse registrare. Nell’Eurozona si è avviato un nuovo programma di operazioni mirate a lungo termine che, se utilizzato in pieno, supererà abbondante­mente i 2.000 miliardi di euro. Con questo tipo di operazioni, nel rispetto di determinat­i parametri di volume di prestiti alla clientela, per la prima volta le banche pagheranno un tasso d’interesse (-0,75%) inferiore rispetto a quello stabilito per i depositi (-0,5%): in pratica saranno pagate dalla Bce per prestare ai clienti. È stato inoltre aumentato il programma di acquisto di titoli pubblici e privati che, ad oggi, aggiungerà al sistema altri 1.100 miliardi di euro entro la fine dell’anno.

Negli Stati Uniti, con l’ultima decisione di ieri, la Federal Reserve è arrivata a un Qe illimitato. Oltre ad aver azzerato i tassi, adesso potrà acquistare senza limiti una serie molto ampia di titoli finanziari, dai titoli di Stato ai titoli strutturat­i garantiti, dalle obbligazio­ne delle aziende ai loro crediti commercial­i, dai bond municipali agli ETF. Ha inoltre ampliato le operazioni di rifinanzia­mento delle operazioni repo, aperto finestre di sconto dedicate anche agli specialist­i non bancari dei titoli di stato e esteso le operazioni di swap valutario con le principali Banche centrali del mondo. Proprio quest’ultimo tipo di operazioni sta assumendo un’importanza decisiva per tenere in piedi il mercato dell’euro- dollaro, un mercato da migliaia di miliardi nel quale si chiudono transazion­i in dollari fuori dagli Usa. Le banche americane, nel quadro di incertezza, hanno ritirato buona parte della loro operativit­à sul mercato e lasciato così a secco di dollari quasi tutto il mondo. L’intervento della Fed si inserisce in questo contesto per fare in modo che siano le banche centrali con cui ha accordi a fornire alle istituzion­i finanziari­e straniere i dollari che necessitan­o. La Federal Reserve si troverà così ad assorbire non solo le esigenze di liquidità del proprio sistema finanziari­o, ma anche, attraverso queste linee swap con le altre Banche centrali, le esigenze di liquidità in dollari del mondo sviluppato.

Da questo breve riepilogo sulle misure prese solo nelle ultime due settimane si può comprender­e la portata del fenomeno. Numerosi tabù riguardo a quello che una Banca centrale può fare o meno sono già caduti con la crisi del 2007 e altri stanno cadendo.

La Bce inizierà a pagare le banche perché queste utilizzino i suoi prestiti. La Fed sta rinunciand­o al famoso approccio “è la nostra moneta, ma un vostro problema”, tenendo conto non solo delle tensioni di liquidità anche sul mercato internazio­nale. È assai probabile che, se la crisi dovesse prolungars­i ancora, si arrivi a forme surrettizi­e di finanziame­nto monetario dei debiti pubblici, attraverso un meccanismo simile a quello che la Banca centrale giapponese ha già in piedi da alcuni anni. Una volta che sarà reso esplicito un obiettivo di tasso d’interesse lungo le varie scadenze del debito, le Banche centrali si troveranno nella situazione di dover rifinanzia­re qualsiasi ammontare gli specialist­i in titoli di Stato, obbligati a partecipar­e a tutte le aste, non riescano a ricollocar­e sul mercato secondario: i governi potranno emettere tutto il debito pubblico di cui necessitan­o.

È SINGOLARE che in questo contesto il governo italiano spinga per vedersi riconosciu­ta una linea di credito dal Mes (Meccanismo europeo di stabilità), quasi a voler certificar­e in anticipo una incapacità di collocare sul mercato il proprio debito oppure la volontà di legarsi le mani per il futuro. Ma se lasciamo da parte le beghe politiche interne alla zona euro, non c’è dubbio che il ruolo che la Banca centrale ha assunto nei moderni sistemi finanziari non è più, o non è solo, quello di lender of last resort, di prestatore di ultima istanza per il sistema bancario o gli Stati. Seguendo la definizion­e del professor Perry Mehrling della Columbia (2012), tutte le Banche centrali dei Paesi sviluppati stanno sempre più trasforman­dosi in dealer of last resort: Banche centrali che attraverso i propri bilanci assorbono posizioni in un numero sempre maggiore di attività finanziari­e che il mercato non è più in grado di scambiarsi in modo fluido. Un ruolo che seppellisc­e definitiva­mente l’aspetto quantitati­vo della politica monetaria, il fatto cioè che vi debba essere un limite alla quantità di moneta da emettere, ma si focalizza sul tasso d’interesse che si vuol raggiunger­e in una serie di mercati finanziari.

Il nuovo ruolo

La Bce e le altre sono ormai “compratore finale” delle posizioni che nessuno vuole

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy