Non è più “italietta”, Londra e Parigi copiano
L'unico che continua a minimizzare è The Donald: "L'influenza è più pericolosa"
STATI UNITI Trump: “Riapro tutto, recessione è pericolosa”
Donald Trump ha fretta di riaprire gli Stati Uniti ‘for business’: vuole i motori dell’economia accesi “per Pasqua”, perché la recessione “può fare più vittime” della pandemia e perché il coronavirus fa meno morti “di un’influenza stagionale”. Il magnate presidente lo dice mentre i casi negli Stati Uniti sfiorano i 50 mila e i decessi superano quota 600. A New York, i numeri sono “astronomici”, afferma il governatore Andrew M. Cuomo: il contagio investe oltre 25 mila persone, raddoppia ogni tre giorni. L’atteggiamento di Trump sulla pandemia oscilla. Ieri, era il giorno dell’ottimismo a oltranza: bisogna riaprire e fare ripartire l’economia, altrimenti – questo il presidente lo sa – la rielezione a novembre diventa una chimera. Trump minimizza anche i contrasti con Anthony Fauci, massima autorità sulle malattie infettive negli Usa, sempre pronto a correggerlo, quando non a smentirlo. Il presidente sarebbe insofferente del ‘virologo in capo’, ma ieri era tutto latte e miele: “Una persona straordinaria”. Il buon umore di Trump è forse anche legato al fatto che il Senato sta per varare un piano da 1.800 miliardi di dollari per contrastare gli effetti della pandemia sull’economia: i democratici lo hanno bloccato perché volevano aumentare le tutele per i lavoratori ed evitare speculazioni, finendo per essere percepiti come quelli che impedivano l’avvio del più grosso pacchetto di stimolo economico nella storia degli Usa. Ormai, ci si chiede se la pandemia non faccia bene a Trump. Il coronavirus pareva giocargli contro, ora gli sta dando visibilità. Invece, Joe Biden è sparito: #WhereIsJoe è un hashtag virale sui social in questi giorni.
REGNO UNITO
Verso chiusura totale BoJo ora annaspa
Per settimane, per Boris Johnson e i suoi consiglieri, il Regno Unito era invincibile: niente controlli agli arrivi dalle zone rosse, pochi test. Il 3 marzo: “Ieri notte ero in un ospedale con casi di covid e ho stretto le mani a tutti. E continuo a farlo”. Il 5, dopo la prima vittima: “Lavatevi le mani, è tutto come prima”. Poi la strategia: immunità di gregge per almeno il 60% della popolazione, e pazienza per le vittime collaterali. Fino al 16 mattina, l’Italia è italietta: “Ci facciamo guidare completamente dalla scienza, non come altri paesi che adottano misure populiste” commenta il segretario dei Trasporti. Nel pomeriggio la rivelazione: l’approccio scientifico non ha fatto i conti con i letti di terapia intensiva disponibili, circa 5.000 per 200 mila possibili emergenze. Cambiano le indicazioni ufficiali: lavorare da casa e mettersi in auto-isolamento in caso di sintomi. Il 19 il governo impone la chiusura delle scuole. Il 22 a 1.5 milioni di anziani e vulnerabili viene chiesto di auto-isolarsi per 12 settimane. Lunedì il parziale lockdown: a quando quello completo?
FRANCIA
Gli esperti: altre cinque settimane a casa
Macron ha scelto una donna premio Nobel per guidare il nuovo Comitato di analisi e ricerca (detto CARE) che affianca il governo sull'emergenza: Françoise- Barré Sinoussi, virologa dell'Institut Pasteur, premiata nel 2008 per la scoperta del virus dell'HIV. Dirigerà un team di 12 membri che saranno consultati sulla strategia di test e l'eventuale ricorso a tecniche di b ac kt ra c ki ng . Il l o ck do wn è scattato in Francia una settimana fa, ma ieri gli esperti consigliavano di prolungarlo almeno di altre 5 settimane, fino al 28 aprile. Ieri è scattato anche, e per due mesi, lo “stato d'emergenza sanitaria”, adottato con legge ad hoc, su modello di quello instaurato dopo gli attentati del 2015. Il che vuol dire più poteri al governo e misure più strette: mercati vietati, passeggiate limitate a un'ora e a un raggio di un chilometro da casa, sanzioni fino a 3.700 euro e sei mesi di prigione per chi viola le regole quattro volte in trenta giorni. La Francia contava ieri 22.300 casi accertati di covid-19 e 1.100 morti.
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