Totò, Rita Hayworth e il Carosello: Nicola Arigliano, una vita da film
JAZZ MADE IN ITALY Il suo paese, Squinzano, non ha mai dimenticato quel “figlio” internazionale
“Posso cambiarmi un attimo ?”. Prego. EL arry Franco si cambiò: camicia a fiori, scarpe di vernice bicolori (bianche e nere stile rockabilly), pantaloni neri, un singolare copricapo. E le mani che tremano perché stanno per toccare i tasti di un pianoforte rarissimo (“al mondo ci saranno sei esemplari ”) uno Stenway costruito solo ed esclusivamente per il jazz. Siamo a Squinzano, Salento, a casa di Franco Arigliano, musicista e insegnante di conservatorio, a parla
Il nipote Franco “Voleva fare il sarto, la musica ebbe la meglio Trovò il principe a Capri e da lì tutto cambiò”
re di suo zio Nicola. Nicola Arigliano, artista del grande jazz italiano e swinger di successo dagli anni Cinquanta del secolo passato fino a pochi mesi dalla morte, nel 2010. Siamo con la troupe di Loft per girare un documentario sulla Puglia, la clip dedicata al grande cantante si chiama Go man. “Così Nicola – dice Larry Franco, che negli ultimi anni suonò con lui – ci incitava quando dovevamo attaccare un pezzo dei suoi”. E Larry suona, I sing ammore. Il “marchio di fabbrica” di Arigliano. Una canzone straordinaria, come straordinaria è la vita di questo artista.
UNA AVVENTURA umana, un pezzo della storia d’Italia, utile per affrontare anche il nostro triste oggi. “Zio Nicola – racconta Franco, il nipote – partì quasi bambino da Squinzano. Il paese gli stava stretto, la balbuzie di cui soffriva aumentava la sua timidezza. Andò a Merano che più Nord non si può, voleva fare il sarto”. Ma il taglia e cuci lasciò presto lo spazio alla passione vera di Nicola, la musica. “Una sera – continua il nipote – zio Nicola vide in un locale una orchestra che suonava, chiese di cantare e fu un successo. Da allora non si fermò più”. La guerra era finita da poco, gli italiani cominciavano ad assaporare il gusto della musica portata dagli americani. Il jazz e lo swing. Al giovane Nicola quelle note piacevano. Sognava l’America, lontana e costosa da raggiungere per un aspirante cantante di jazz italiano, meridionale e squattrinato.
“Una sera col suo gruppo andò a cantare in un locale a Capri – ricorda Franco Arigliano –, tra il pubblico c’era il grande Totò, appassionato di jazz. Il principe fu colpito da zio Nicola, lo chiamò e gli disse: voi dovete andare in America, qua non vi capisco
no. Nicola fu lusingato assai, ma rispose che non aveva i soldi per il viaggio e che negli States non conosceva nessuno. Totò ascoltò e poco dopo donò a mio zio 200mila lire dell’epoca, una cifra molto importante, in più gli segnò l’indirizzo di una sua amica che viveva a New York…”.
L’amica di Totò, nobile nel profondo dell’anima, era Rita Hayworth.
Per Nicola si spalancarono porte importanti, Frank Sinatra (“ma io che c’azzecco con Frank, io faccio il jazz”, amava dire), e soprattutto Nat King Cole, che volle fare una cover tutta sua di Permettete signorina, uno dei primi successi di Arigliano, col titolo di Cappuccina, recentemente incisa anche da Renzo Arbore. Storie di una vita piena e avventurosa. Dall’America all’incisione di centinaia di successi, alla tv con Canzonissima, Sentimentalmente insieme a Mina, Il Cantatutto. Al cinema, tra gli altri, La grande guerra di Monicelli, e Ultimo tango a Zagarolo, di Nando Cicero, oggi un “cult”.
FINO ALLA PUBBLICITÀ, con il leggendario “carosello” del digestivo Antonetto, “è tanto comodo che lo potete prendere anche in tram”. “Sì, la vita di Nicola è davvero un film – ci dice il dottor Alfonso Renna, medico con la passione della musica e presidente del Jazz club di Squinzano – a settembre celebreremo lui e la sua musica con una grande iniziativa nel suo paese”. La clip integrale e il doc Puglia sarà presto visibile sulla piattaforma Loft.