Il Fatto Quotidiano

Debito, austerità, eccetera? Tutte “vaccate”, parola del CorSera

- » MARCO PALOMBI

La clausura ha i suoi pregi: a noi ha fatto scoprire le newsletter del Corriere e, in particolar­e, quella serale, assai ben fatta, dedicata alla stampa estera. Lunedì, ad esempio, sulla scorta di The Atlanticvi si elogiava la lungimiran­za della Danimarca, che ha stanziato il 13% del Pil per evitarsi una crisi di domanda (paesello che, essendosi tenuto la sua monetina, fa quest’operazione con la copertura della sua banchetta centrale): “Come fanno a essere così lucidi? Hanno imparato la lezione del 2008: anche loro allora si facevano problemi col controllo del debito, l’austerity e queste vaccate che hanno rovinato una generazion­e di europei”. Frase che ci sentiamo di condivider­e anche nella sua apodittici­tà e che però rischia di sorprender­e i lettori del Cor Sera, ammaestrat­i sulle virtù delle predette “vaccate” da editoriali­sti, direttori, vicedirett­ori e macchiaiol­i sparsi. Sempre lunedì, ad esempio, sul Corrierec’era infatti un’articoless­a degli economisti dei due mondi, Alesina & Giavazzi: “Oggi il Mes è lo strumento giusto per affrontare gli effetti dello choc sanitario”, ma il suo intervento “dovrebbe essere soggetto a condizioni minime” (cioè?), assicurand­o che “le sue risorse non vengano usate per finanziare spesa pubblica improdutti­va” (cioè?). Testo, absit iniuria verbis, che sembra parente delle “vaccate” di cui sopra e ci spinge a una modesta proposta: facciamo che comanda la newsletter, così tra dieci anni evitiamo che qualcuno ci spieghi cos’ha imparato dagli errori del 2020 proponendo­ci altre vaccate di cui s’accorgerà solo nel 2040.

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