Debito, austerità, eccetera? Tutte “vaccate”, parola del CorSera
La clausura ha i suoi pregi: a noi ha fatto scoprire le newsletter del Corriere e, in particolare, quella serale, assai ben fatta, dedicata alla stampa estera. Lunedì, ad esempio, sulla scorta di The Atlanticvi si elogiava la lungimiranza della Danimarca, che ha stanziato il 13% del Pil per evitarsi una crisi di domanda (paesello che, essendosi tenuto la sua monetina, fa quest’operazione con la copertura della sua banchetta centrale): “Come fanno a essere così lucidi? Hanno imparato la lezione del 2008: anche loro allora si facevano problemi col controllo del debito, l’austerity e queste vaccate che hanno rovinato una generazione di europei”. Frase che ci sentiamo di condividere anche nella sua apoditticità e che però rischia di sorprendere i lettori del Cor Sera, ammaestrati sulle virtù delle predette “vaccate” da editorialisti, direttori, vicedirettori e macchiaioli sparsi. Sempre lunedì, ad esempio, sul Corrierec’era infatti un’articolessa degli economisti dei due mondi, Alesina & Giavazzi: “Oggi il Mes è lo strumento giusto per affrontare gli effetti dello choc sanitario”, ma il suo intervento “dovrebbe essere soggetto a condizioni minime” (cioè?), assicurando che “le sue risorse non vengano usate per finanziare spesa pubblica improduttiva” (cioè?). Testo, absit iniuria verbis, che sembra parente delle “vaccate” di cui sopra e ci spinge a una modesta proposta: facciamo che comanda la newsletter, così tra dieci anni evitiamo che qualcuno ci spieghi cos’ha imparato dagli errori del 2020 proponendoci altre vaccate di cui s’accorgerà solo nel 2040.