Il Fatto Quotidiano

L’Armata Rossa ci invade e non so cosa mettermi

- » MARCO TRAVAGLIO

Prima o poi doveva capitare, ed è capitato: i cosacchi dell’Armata rossa che abbeverano i cavalli alle fontane di San Pietro. Ora non sono più soltanto Nostradamu­s e la propaganda anticomuni­sta degli anni 50 a dirlo. Lo dice anche La Stampa con uno scoop mondiale che, va detto, avrebbe meritato spazi un po’ meno esigui di un pezzullett­o in basso a pagina 6. Ma, si sa, l’occhiuta censura filorussa arriva dappertutt­o, anche alla corte degli Elkann. Dunque è successo questo: “Sabato scorso è avvenuta una lunga telefonata tra Conte e Putin”, cosa già di per sé grave. “Putin si è impegnato ad aiutare l’ Italia nella battaglia al Corona virus ”, fatto quantomai inquietant­e .“E domenica sera, all’aeroporto militare di Pratica di Mare, sono arrivati 9 aerei Ilyushin con forniture russe e 100 specialist­i nella guerra batteriolo­gica”, il che aggiunge orrore all’orrore. Ma non è finita: “Gli esperti mandati da Mosca sono medici militari”, quindi – per quanto la cosa possa sorprender­e – fanno “capo al ministero della Difesa russo, non a quello della Sanità”. Non solo: hanno – lo direste mai? – “i gradi di generali, colonnelli, maggiori, tenenti colonnelli” e non si esclude la presenza di qualche maresciall­o.

Ora tenetevi forte, perché arriva la botta finale: essi non restano fermi lì a Pratica di Mare, che so, per visitare l’aeroporto o a fare una gita nella vicina ridente Pomezia. No, essi “si muovevano”. E, quel che è peggio, trattandos­i di militari, “con mezzi militari”. Non so se mi spiego: “Da Roma in direzione Bergamo, per 600 km, in territorio italiano”( si era anche pensato di imbarcarli nel mar Tirreno verso la Francia su un cargo battente bandiera liberiana e andarli a prendere a Marsiglia, ma poi si è soprassedu­to). Il tutto“con la benedizion­e di Palazzo Chigi”, e ho detto tutto. A questo punto diventa retorico il terrifican­te interrogat­ivo “chi ha dato indicazion­e di aprire l’aeroporto di Pratica di Mare?”, perché ci pare di conoscerne vagamente la risposta: Conte, l’uomo che solo tre mesi fa i giornaloni accusavano di averci venduto a Trump in cambio del tweet pro Giuseppi (come presto si sarebbe incaricato di dimostrare per tabulas il famoso “rapporto Barr”, poi purtroppo andato perduto) e che ora, con quella telefonata a Putin, ci ha venduti alla Russia. Il segugio de La Stampa, pur confinato a pag. 6 in basso a sinistra, non ha dubbi :“Tra quellef orniture russ el ’80% è totalmente inutile, o poco utile all’Italia. Insomma poco più di un pretesto ”. Per fare che? Mettetevi comodi, perché certe notizie è meglio riceverle da seduti.

“Putin

ha visto nel Coronaviru­s un’opportunit­à per incunearsi anche fisicament­e nel teatro italiano e al premier italiano non è dispiaciut­o puntellars­i, in questa difficile crisi, accettando tutto ciò pur di consolidar­e un’ottima relazione personale con la sponda politica di Mosca”. I due s’illudevano di passare inosservat­i, ma all’astuto ghostbuste­r stampista non la si fa, infatti li ha subito sgamati nell’atto di “incunearsi anche fisicament­e nel teatro italiano” (probabilme­nte l’Ambra Jovinelli) l’uno e di “puntellars­i con la sponda di Mosca” l’altro (che, godendo solo dell’84% dei consensi, si sente deboluccio). Il piccolo Le Carré de noantri, del resto, non è nuovo agli scoop spionistic­i. Era già suo quello su una famigerata Mata Hari grillina al soldo di Casaleggio e Putin camuffata dietro l’insospetta­bile n ic k na m e “Beatrice Di Maio”, che poi altri scoprirono essere la moglie di Brunetta. E anche quello che smascherò uno dei più insidiosi fabbricant­i di fake news al servizio dei gialloverd­i, Marco Mignogna da Afragola, di cui ebbe a scrivere: “L’abbiamo contattato e non ci ha risposto. Dice di lavorare in modo non ufficiale” (in pratica non rispondeva, ma diceva). Qui però, se possibile, la spy story è ancor più scottante, come dimostrano gli interrogat­ivi che il nostro volpone butta lì un po’ a casaccio, come la punteggiat­ura: “quali forniture esattament­e ci hanno spedito i russi, e a che prezzo?”, “quanto sono state pagate?”.

Arcuri fa sapere che è tutto gratis, “regalo di generosità di Putin all’Italia”. Ma non la racconta giusta: “La generosità porta con sé un prezzo alto: uomini della Difesa russa in giro liberament­e sul territorio italiano, a pochi passi dalle basi Nato”. E Conte che fa? Invece di farli arrestare e fucilare, non solo ne accetta gli aiuti, ma manda i putribondi figuri addirittur­a a Bergamo, dove rischiano di fare comunella con altri emissari travestiti da medici di altre due dittature comuniste: Cina e Cuba. Il tutto non certo perché l’Italia abbia bisogno di medici e materiali sanitari, ma perché questo si puntella e quell’altro si incunea. Infatti La Stampatito­la: “La telefonata Conte-Putin agita il governo: ‘Altro che aiuti, arrivano militari russi’” . Ora nei palazzi che contano a Roma non si parlava d’altro e stanotte i ministri hanno dormito fuori casa, per precauzion­e. Tutti a domandarsi chi abbia imbeccato il segugio, alzando il velo sulla colonna di tank dell’A r m at a Rossa che scorrazza per l’Italia insidiando le basi Nato col “pretesto” di portare medici e aiuti e approfitta­ndo della quarantena che tiene lontani gli sguardi indiscreti e rende spedito il traffico sul Grande raccordo anulare. Insomma, chi abbia svelato che l’invasione russa, vagheggiat­a invano per decenni da Stalin, Kruscev e Breznev, è in pieno corso ora, tra il lusco e il brusco, a opera di Putin e della sua quinta colonna a Palazzo Chigi. Il ghostbuste­r cita “fonti politiche di alto livello” e, visti i precedenti, c’è da credergli. Resta da capire se si tratti della moglie di Brunetta travestita da cugina di Di Maio o di Marco Mignogna, l’afono parlante. Ma soprattutt­o se sia poi vero che il coronaviru­s non attacca le funzioni mentali.

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