Test-sangue: meno cari e più rapidi dei tamponi
Le iniziative delle varie Regioni
■In circolazione il kit per rilevare gli anticorpi Igm e Icg e scoprire il contatto con il Covid-19. Costa fino a 25 euro. Per l’Aifa non è ancora attendibile. Ma Campania, Toscana, Liguria, Lazio, Marche e Puglia lo hanno acquistato
Campania, Liguria, Toscana, Marche, Lazio, Puglia. Sono sempre più le Regioni che puntano su un’arma finora guardata con diffidenza nella lotta al coronavirus: i test sul sangue per verificare gli anticorpi, un esame che non ha nulla a che vedere con l’unico test validato per rilevare direttamente l’infezione, il tampone rino-faringeo. Il test del sangue, invece, dice se e quanti anticorpi di tipo IgM e IgG sono stati prodotti dall’organismo. Gli anticorpi Igm rilevano una reazione al virus agli inizi, mentre gli anticorpi Igg sono quelli stabili che dimostrano la reazione immunitaria del corpo. Il test del sangue, pur non essendo riconosciuto per i suoi margini di incertezza, è più veloce del tampone ed è disponibile sul mercato a prezzi bassi: 7 euro l’u no all’ingrosso. Al dettaglio, la società pugliese Alha Pharma di Bitonto ha proposto un kit alle farmacie italiane con prezzo al pubblico di 25 euro. Però Federfarma, l’associazione di categoria, ha invitato le farmacie ad “astenersi dall’acquisto” perché per il Comitato tecnico-scientifico del ministero della Salute, “a oggi, i test basati sull’identificazione di anticorpi (sia di tipo IgM che di tipo IgG) diretti verso il virus Sars-CoV-2 non sono in grado di fornire risultati sufficientemente attendibili”. Alcuni laboratori privati offrono i test, in una forma più elaborata dei kit, a un prezzo molto più alto. In Campania, il Nas dei carabinieri è intervenuto per diffidare un centro dal proseguire la raccolta dei campioni nello studio per 120 euro l’uno. A Genova il laboratorio Albaro offre l’analisi del sangue con modalità più complesse dei kit e con le dovute informazioni ai pazienti, previa richiesta del medico, a 100 euro. Il prelievo è a domicilio e il campione elaborato con un macchinario. Il risultato poi arriva via web in poche ore.
Q UA LC U N O non condivide questa liberalizzazione selvaggia dei test. “Il test del sangue – spiega un esperto del settore, Adriano Mari, amministratore del gruppo Caam (Centri associati di allergologia molecolare di Latina) dovrebbe essere usato soprattutto per eseguire studi epidemiologici ed è uno strumento troppo delicato per lasciarlo ai laboratori o addirittura al dettaglio”. Mari ha già testato un kit supportato da documentazione scientifica “per finalità di ricerca e messa a punto”. E spiega: “Il risultato del test non è espresso in valori numerici e dipende troppo dall’esperienza dell’esecutore e del valutatore. Permette però di acquisire informazioni importati sulla risposta immunitaria della popolazione”. Spiega Mari: “I risultati del test possono essere 4. Se il test risulta negativo per IgM e IgG, il soggetto asintomatico non ha ancora incontrato il virus e non ha maturato alcuna risposta di difesa; con IgM positive e IgG negative potrebbe avere l’infezione in corso da pochi giorni e qui si può fare il tampone per essere certi e procedere all’isolamento; con IgM positive e IgG positive: il soggetto è ancora in una fase iniziale di infezione, ma sta maturando una risposta di difesa protettiva; con IgM negative e IgG positive: il soggetto ha raggiunto uno stato di protezione e ha superato l’infezione indenne. Questa condizione potrebbe liberare molte persone dall’incubo del contagio”. Per Mari “è però necessaria una validazione clinica ed epidemiologica di questo test e i suoi risultati dovrebbero sottostare, come i tamponi, alla centralizzazione, dopo opportuna trasformazione in valori semi-quantitativi. Noi abbiamo sviluppato un software per questo. Il basso costo e la più ampia diffusione permetterebbero la mappatura dell’epidemia in breve tempo”.
PROPRIO PER QUESTAragione il kit è stato acquistato o interessa a molte Regioni. La Campania ha comprato un milione di kit che arriveranno a brevissimo. Saranno usati per il pre-triage dei pazienti sintomatici che poi faranno anche i tamponi. Prima sugli operatori sanitari, poi su farmacisti, operatori dei supermarket e pazienti deboli con sintomi Covid-19. In Toscana ne sono arrivati già 25 mila all’ospedale di Careggi e sono stati testati anche qui sui sanitari. Ora ne saranno prodotti altri 500mila dalla Diesse diagnostica, per la Regione. Il test sarà destinato inizialmente agli operatori sanitari. In Liguria l’Alisa, agenzia sanitaria regionale, ha fatto una gara che scadeva ieri per sollecitare offerte dei laboratori per i test sierologici. Spiega il governatore Giovanni Toti: “Non abbiamo idea di quanto sia davvero diffuso il contagio. A questo fine possono essere utili i test sierologici. Però serve una regolamentazione nazionale da parte dell’Istituto Superiore di Sanità. Ci vuole un protocollo nazionale oppure rischiamo di far fatica a gestire i risultati. Per ora li stiamo usando su un campione limitato di poche decine di migliaia su cluster ben precisi come il personale sanitario per vedere quanto il virus sia entrato nei nostri ospedali. Può servire anche a rassicurare il personale sanitario che, quando si rileva la presenza degli anticorpi stabili, può tornare a lavorare in situazione di tranquillità. Va ricordato che il test sierologico non ha un valore legale, non basta a mettere in malattia un dipendente”.
IL PROBLEMA è l’affidabilità dei test. La prima fase di verifica in Regione Liguria è stata affidata all’equipe del professore Giancarlo Icardi del Policlinico San Martino di Genova. “Su soggetti positivi ai tamponi abbiamo avuto oltre il 98% di positività con il test sierologico tra i 4 e i 10 giorni dalla comparsa dei sintomi mentre sui campioni di soggetti asintomatici e con storia clinica negativa per sindrome influenzale nei due mesi precedenti (300 campioni circa), abbiamo riscontrato risultato negativo al test nel 99,5%. Ora passiamo a fare i test su 500 operatori sanitari. Ci servirà a capire quanti di loro sono stati contagiati”. Gli operatori sanitari che hanno maturato l'anticorpo Igg possono essere sicuri di non contrarre più il virus? Icardi è cauto: “Conosciamo da troppo poco il virus per parlare in questi termini del ruolo di protezione degli anticorpi”.
La prima fase
La Liguria lo sta testando sui sanitari, ma non è validato ancora per le farmacie