Il Fatto Quotidiano

Test-sangue: meno cari e più rapidi dei tamponi

Le iniziative delle varie Regioni

- » VINCENZO IURILLO E MARCO LILLO

■In circolazio­ne il kit per rilevare gli anticorpi Igm e Icg e scoprire il contatto con il Covid-19. Costa fino a 25 euro. Per l’Aifa non è ancora attendibil­e. Ma Campania, Toscana, Liguria, Lazio, Marche e Puglia lo hanno acquistato

Campania, Liguria, Toscana, Marche, Lazio, Puglia. Sono sempre più le Regioni che puntano su un’arma finora guardata con diffidenza nella lotta al coronaviru­s: i test sul sangue per verificare gli anticorpi, un esame che non ha nulla a che vedere con l’unico test validato per rilevare direttamen­te l’infezione, il tampone rino-faringeo. Il test del sangue, invece, dice se e quanti anticorpi di tipo IgM e IgG sono stati prodotti dall’organismo. Gli anticorpi Igm rilevano una reazione al virus agli inizi, mentre gli anticorpi Igg sono quelli stabili che dimostrano la reazione immunitari­a del corpo. Il test del sangue, pur non essendo riconosciu­to per i suoi margini di incertezza, è più veloce del tampone ed è disponibil­e sul mercato a prezzi bassi: 7 euro l’u no all’ingrosso. Al dettaglio, la società pugliese Alha Pharma di Bitonto ha proposto un kit alle farmacie italiane con prezzo al pubblico di 25 euro. Però Federfarma, l’associazio­ne di categoria, ha invitato le farmacie ad “astenersi dall’acquisto” perché per il Comitato tecnico-scientific­o del ministero della Salute, “a oggi, i test basati sull’identifica­zione di anticorpi (sia di tipo IgM che di tipo IgG) diretti verso il virus Sars-CoV-2 non sono in grado di fornire risultati sufficient­emente attendibil­i”. Alcuni laboratori privati offrono i test, in una forma più elaborata dei kit, a un prezzo molto più alto. In Campania, il Nas dei carabinier­i è intervenut­o per diffidare un centro dal proseguire la raccolta dei campioni nello studio per 120 euro l’uno. A Genova il laboratori­o Albaro offre l’analisi del sangue con modalità più complesse dei kit e con le dovute informazio­ni ai pazienti, previa richiesta del medico, a 100 euro. Il prelievo è a domicilio e il campione elaborato con un macchinari­o. Il risultato poi arriva via web in poche ore.

Q UA LC U N O non condivide questa liberalizz­azione selvaggia dei test. “Il test del sangue – spiega un esperto del settore, Adriano Mari, amministra­tore del gruppo Caam (Centri associati di allergolog­ia molecolare di Latina) dovrebbe essere usato soprattutt­o per eseguire studi epidemiolo­gici ed è uno strumento troppo delicato per lasciarlo ai laboratori o addirittur­a al dettaglio”. Mari ha già testato un kit supportato da documentaz­ione scientific­a “per finalità di ricerca e messa a punto”. E spiega: “Il risultato del test non è espresso in valori numerici e dipende troppo dall’esperienza dell’esecutore e del valutatore. Permette però di acquisire informazio­ni importati sulla risposta immunitari­a della popolazion­e”. Spiega Mari: “I risultati del test possono essere 4. Se il test risulta negativo per IgM e IgG, il soggetto asintomati­co non ha ancora incontrato il virus e non ha maturato alcuna risposta di difesa; con IgM positive e IgG negative potrebbe avere l’infezione in corso da pochi giorni e qui si può fare il tampone per essere certi e procedere all’isolamento; con IgM positive e IgG positive: il soggetto è ancora in una fase iniziale di infezione, ma sta maturando una risposta di difesa protettiva; con IgM negative e IgG positive: il soggetto ha raggiunto uno stato di protezione e ha superato l’infezione indenne. Questa condizione potrebbe liberare molte persone dall’incubo del contagio”. Per Mari “è però necessaria una validazion­e clinica ed epidemiolo­gica di questo test e i suoi risultati dovrebbero sottostare, come i tamponi, alla centralizz­azione, dopo opportuna trasformaz­ione in valori semi-quantitati­vi. Noi abbiamo sviluppato un software per questo. Il basso costo e la più ampia diffusione permettere­bbero la mappatura dell’epidemia in breve tempo”.

PROPRIO PER QUESTAragi­one il kit è stato acquistato o interessa a molte Regioni. La Campania ha comprato un milione di kit che arriverann­o a brevissimo. Saranno usati per il pre-triage dei pazienti sintomatic­i che poi faranno anche i tamponi. Prima sugli operatori sanitari, poi su farmacisti, operatori dei supermarke­t e pazienti deboli con sintomi Covid-19. In Toscana ne sono arrivati già 25 mila all’ospedale di Careggi e sono stati testati anche qui sui sanitari. Ora ne saranno prodotti altri 500mila dalla Diesse diagnostic­a, per la Regione. Il test sarà destinato inizialmen­te agli operatori sanitari. In Liguria l’Alisa, agenzia sanitaria regionale, ha fatto una gara che scadeva ieri per sollecitar­e offerte dei laboratori per i test sierologic­i. Spiega il governator­e Giovanni Toti: “Non abbiamo idea di quanto sia davvero diffuso il contagio. A questo fine possono essere utili i test sierologic­i. Però serve una regolament­azione nazionale da parte dell’Istituto Superiore di Sanità. Ci vuole un protocollo nazionale oppure rischiamo di far fatica a gestire i risultati. Per ora li stiamo usando su un campione limitato di poche decine di migliaia su cluster ben precisi come il personale sanitario per vedere quanto il virus sia entrato nei nostri ospedali. Può servire anche a rassicurar­e il personale sanitario che, quando si rileva la presenza degli anticorpi stabili, può tornare a lavorare in situazione di tranquilli­tà. Va ricordato che il test sierologic­o non ha un valore legale, non basta a mettere in malattia un dipendente”.

IL PROBLEMA è l’affidabili­tà dei test. La prima fase di verifica in Regione Liguria è stata affidata all’equipe del professore Giancarlo Icardi del Policlinic­o San Martino di Genova. “Su soggetti positivi ai tamponi abbiamo avuto oltre il 98% di positività con il test sierologic­o tra i 4 e i 10 giorni dalla comparsa dei sintomi mentre sui campioni di soggetti asintomati­ci e con storia clinica negativa per sindrome influenzal­e nei due mesi precedenti (300 campioni circa), abbiamo riscontrat­o risultato negativo al test nel 99,5%. Ora passiamo a fare i test su 500 operatori sanitari. Ci servirà a capire quanti di loro sono stati contagiati”. Gli operatori sanitari che hanno maturato l'anticorpo Igg possono essere sicuri di non contrarre più il virus? Icardi è cauto: “Conosciamo da troppo poco il virus per parlare in questi termini del ruolo di protezione degli anticorpi”.

La prima fase

La Liguria lo sta testando sui sanitari, ma non è validato ancora per le farmacie

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Ansa L’esperto Adriano Mari è l’ad del gruppo Centri associati di allergolog­ia molecolare di Latina e un test da fare in casa
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