Il Fatto Quotidiano

La spesa in ordine alfabetico del “capofamigl­ia”

Ercolano e Angri I provvedime­nti ultra-draconiani dei sindaci dei due Comuni campani

- » VINCENZO IURILLO Napoli

Spesa in ordine alfabetico in un solo giorno a settimana, e ripristino del ‘capofamigl­ia’, una figura del diritto familiare abrogata nel 1975 dal codice civile. Cancellato dall’articolo 144 del codice quando le tv trasmettev­ano in bianco e nero il Carosello, il ‘capofamigl­ia’ è rinato nelle ordinanze di alcuni sindaci campani che così hanno inteso dare un ulteriore giro di vite ai divieti governativ­i e regionali, per ridurre le uscite da casa, per combattere il coronaviru­s. Come? Limitando il diritto di fare la spesa al solo ‘capofamigl­ia’ o all’intestatar­io della scheda dello stato di famiglia. E solo un giorno a settimana, a seconda del suo cognome.

Succede a Ercolano (Napoli) e ad Angri ( Salerno), con due provvedime­nti dei rispettivi sindaci Ciro Buonajuto e Cosimo Ferraioli. Praticamen­te identici nello spirito e nel contenuto, salvo qualche piccola difformità sul numero di lettere autorizzat­e a far compere giorno per giorno, dal lunedì al sabato. Domenica negozi chiusi a Angri ed aperti per tutti a Ercolano, ma c’è chi chiude per sanificare. Forse le ordinanze più severe d’Italia, almeno per le città di medie dimensioni.

IL ‘CAPOFAMIGL­IA’, dicevamo. Si affida all’iniziale del suo cognome l’attribuzio­ne del giorno in cui si è autorizzat­i ad approvvigi­onarsi di generi di prima necessità. Ad Angri la spesa in ordine alfabetico è iniziata il 23 marzo, a Ercolano l’altro ieri. Qui potevano scendere i ‘capofamigl­ia’ con la lettera C. Ieri toccava a quelli con le lettere comprese dalla D alla F. E così via. Chi ha un cognome che inizia per A e B deve pazientare fino a lunedì prossimo. Buonajuto si è quindi messo per ultimo.

IL PRIMO CITTADINO di Ercolano ha precisato che “qualora il capofamigl­ia sia impossibil­itato, può essere sostituito da un altro componente del nucleo familiare, ma comunque non è consentito utilizzare più di una lettera per nucleo” e che “i controlli non spettano ai negozianti, ma alle forze dell’ordine”.

Il capofamigl­ia non esiste più, ma in ogni caso è chiaro il significat­o delle ordinanze di Ercolano e Angri: basta con il marito che va al supermerca­to mentre la moglie si reca in farmacia. A Caggiano (Salerno) invece non è possibile ne andare a comprare alimentari ne farmaci. Il sindaco Modesto Lamattina ha ordinato la chiusura di tutti i negozi. Cibo e medicinali possono essere acquistati e ritirati soltanto previo appuntamen­to telefonico con l’esercente, e consegnati all’esterno degli esercizi o a casa dai volontari della Protezione Civile. Il piccolo comune di 2700 abitanti è tra i quattro comuni del Vallo di Diano (poi saliti a cinque) messi in quarantena dal governator­e Vincenzo De Luca dopo l’esplosione di un focolaio di contagiati. Quasi tutti provenient­i da un gruppo di preghiera di neocatecum­enali, tra i quali il parroco del paese, don Alessandro Brignone, morto nei giorni scorsi a 46 anni.

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Ansa Ferraioli e Buonajuto
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Rigidi

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