“Qui manca anche lo spazio per isolare i contagiati”
Nei rifugi per migranti alla frontiera con gli Stati Uniti è partito l’allarme su capacità e mezzi insufficienti a seguire le raccomandazioni dell’ Oms contro il Cor onavirus: “Ci manca lo spazio fisico per isolare un malato di Covid-19”. Il reportage de El Pais racconta di una delle nuove colonie in cui alloggiano gli immigrati in arrivo dal Sudamerica che si accalcano al confine in attesa di trovare asilo negli Usa. Tijuana, colonia di Nueva Aurora. Qui l’emergenza è anche andare al bagno, il virus non è possibile neanche immaginare di frenarlo. Il responsabile, Albert Rivera, parla di “popolazione a rischio” alla vigilia dell’arrivo della pandemia che necessariamente troverà il centro senza mezzi per porvi rimedio, né tanto meno per le cure. Stessa cosa vale per gli altri centri della Bassa California, la frontiera con maggior passaggio al mondo, soprattutto dopo che il presidente degli Usa, Donald Trump ha firmato con l’ omonimo messicano, Andrés Manuel López Obrador il progamma “Quedate en Messico”, cioè resta in Messico, volto a dare alloggio e lavoro ai migranti che arrivano perché si rassegnino a non chiedere asilo agli Usa. La maggior parte di loro vive nei centri di accoglienza, 40- 50 letti a stanza. Manca lo spazio per isolare i malati, denunciano le Ong che gestiscono i rifugi. “Siamo seriamente preoccupati perché non esiste un piano, un protocollo di coordinamento da parte delle autorità, denunciano, mentre il governatore della Bassa California dichiarava venerdì che ci sono solo due casi confermati di coronavirus nello Stato e che non bisogna “certo preoccuparsi di contagiare gli Usa, casomai il contrario, non possono certo colpevolizzarci”, ha aggiunto. Eppure Trump ha annunciato che rimanderà in Messico chiunque provi ad attraversare la frontiera sud, e
i due paesi hanno chiuso il passaggio transfrontaliero non essenziale per i prossimi 30 giorni.