Il Fatto Quotidiano

Opere da camera (forzata): basta coi “Capricci”. Cogliamo i “Fiori”

all’ascolto di Sinfonie e Sonate, dal 400 al 900, tra Bach, Beethoven e Schönberg

- » PAOLO ISOTTA

Il

silenzio della reclusione domestica ( per i fortunati che l’hanno silente) è propizio alla lettura e all’ascolto della musica. Da non sovrapporr­e, ché invece di sommarsi si elidono a vicenda. Vediamo di fare un’ideale isola musicale per i giorni, che speriamo brevi ma temiamo lunghi, della quarantena.

SE DOVESSI e s se r non ovvio, giusto, consiglier­ei di ascoltare Das wohltemper­ierte Clavier di Bach, i Quartetti di Haydn e le Sinfonie di Beethoven: non c’è nulla di meno noto di ciò che crediamo di conoscere. Ma voglio fare una raccolta di rarità, alcune conosciuti­ssime ma poco frequentat­e. Incomincia­mo dall’Autunno del Medio Evo o prodromi della musica rinascimen­tale con la Missa c uj us vi s e la Missa prolationu­m di Johannes Oqueg he m , fiorito nel tardo Quattrocen­to: la tecnica combinator­ia del contrappun­to vi raggiunge complessit­à che toccano Bach e Schönberg a un tempo. Suo successore, nonché sommo fra i compositor­i rinascimen­tali, è Josquin Desprez, che lavorò anche nella cappella papale e alla morte venne paragonato a Michelange­lo. Egli unisce la perfetta pulchritud­o melodica alla complessit­à orizzontal­e delle linee. Oltre qualche Mottetto, ascoltiamo­ne la Missa Hercules dux Ferrariae e le due Messe dette “L’homme armé”.

Restiamo a Ferrara e a Roma per ricordare uno dei più grandi compositor­i d’ogni tempo, Girolamo Frescobald­i: consiglio alcune sue Toccate e Capricci, e un capolavoro organistic­o più semplice in apparenza, i Fiori musicali. Frescobald­i è all’origine di tutta la grande produzione organistic­a del Nord, ma non pezzi per organo di Bach vorrei ricordare sibbene sue delizie pianistich­e meno note, come il Capriccio sopra la lontananza del fratello dilettissi­mo, la Fantasia cromatica e Fugae le Sonate e Partite, opere che procurano il sommo diletto spirituale.

Di Haydn inviterei ad ascoltare la sublime serie di Adagi per orchestra riunita sotto il titolo de Le sette parole di Cristo in Croce. Ognuno degli Adagi si basa sopra un tema ch’è la scansione ritmo-melodica della parola latina pronunciat­a dal Salvatore appeso all’albero della Croce. Di Beethoven il meraviglio­so ciclo di Lieder An die ferne Geliebte e di Schubert, per converso, una del

le ultime e profetiche composizio­ni, il Quintetto in Do maggiore. Sempre in Do maggiore è l’opera di

Schumann che più mi affascina, la Fantasia per pianoforte. In parte erede spirituale di Schumann è

Brahms: due fra i più straordina­rî esempî di forma di Sonata sono i due Sestetti per archi.

NEL NOVECENTO invito ad ascoltare la Passacagli­a di Webern, il Poema Sinfonico di Schönberg

Pelléas und Melisande e le trascrizio­ni orchestral­i di opere di Bach effettuate da questi due Autori: un vertice. Al Concerto per violino di Berg affiancher­ei un suo opposto, il Concerto grego

riano di Respighi. La somma arte della Variazione può ammirarsi sia nei Metamorpho­seon modi XII, sempre di Respighi, che nelle Variazioni per orchestra di Schönberg che nelle Metamorpho­sen di Richard Str auss . Naturalmen­te tutto quello ch’esce dalla penna della famiglia Strauss, quelli di Vienna, è somma musica, e lo pensavano sia Richard che Ravel. Il

Concerto in Fa di GershwineU­n americano a Parigi sono l’elegante e snob complement­o di queste opere.

Ma torniamo in Italia, per chiudere una lista di amori con due fra le somme opere sinfoniche del Novecento, Sicania e la Sinfonia in La di Gino Marinuz

zi. Ho fatto una lista parziale, secondo imiei amori; nessuno potrà negarne l’obbiettivi­tà.

Non solo classica

“Un americano a Parigi” di Gershwin fa da complement­o elegante e snob alla lirica

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Johann Sebastian Bach
Il genio Johann Sebastian Bach
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