Il Fatto Quotidiano

“Qualcuno usa questa emergenza per farsi notare”

Stefano Buffagni Il viceminist­ro al Mise

- ▶ DE CAROLIS

La crisi corre veloce e i problemi che ha scatenato anche di più, così tenere il passo è complicato. “Il quadro cambia di continuo in base anche ai riscontri che abbiamo dall’Europa, ci sono mille fronti da seguire” conferma dalla sua casa di Milano il viceminist­ro allo Sviluppo economico, il 5Stelle Stefano Buffagni. Tanti fronti, ma quello che occupa sempre le cronache è lo scontro tra Stato e Regioni. E la miccia spesso è la sua “Lombardia”…

Qualcuno ha voluto spettacoli­zzare e descrivere come scontro politico un confronto necessario, in cui tutti devono fare la loro parte. Il governator­e lombardo Fontana si lamenta spesso delle presunte mancanze del governo centrale. E non è l’unico dei presidenti di Regione a farlo. Tutti hanno commesso sbagli. Ma, ripeto, qualcuno ha sfruttato mediaticam­ente la situazione. C’è chi, mentre gestiva questa emergenza, si è detto disponibil­e a fare il sindaco di Milano (l’assessore alla Sanità lombardo Giulio Gallera, ndr).

Alcuni 5Stelle, tra cui il capo reggente Vito Crimi, sostengono che le competenze sulla sanità andranno nuovamente centralizz­ate. E sempre Crimi è molto critico verso la gestione della Regione Lombardia.

La Lombardia ha commesso certamente errori, muovendosi con lentezza nella fase iniziale della crisi. Ma non credo che centralizz­are la sanità sia la soluzione a tutti i mali. Bisogna pensare a un modello omogeneo che tenga conto delle differenti gestioni e valorizzi i sistemi che funzionano. Per esempio quello dell’Emilia-Romagna, con una sanità impostata sui presidi territoria­li, ha funzionato meglio di quello della Lombardia che è ospedale-centrico. E allora va imitato. Dopodiché se qualcuno non lavora bene si può anche commissari­are.

Cioè si può anche commissari­are la sanità di una Regione?

Sì. Ma nel caso vanno definiti con attenzione i poteri del commissari­o. Lei ha spesso lamentato lo scarso peso del Nord in questo governo.

È un problema che si sta certamente manifestan­do anche in queste settimane. E andrà affrontato.

Si discute molto anche del ruolo dei tecnici. Hanno troppo peso?

Su alcune decisioni hanno avuto troppo peso, sì. Su altre la politica deve prendere decisioni in fretta, basandosi sui dati.

Tirano in ballo Mario Draghi come sostituto del premier Giuseppe Conte, e si riparla di rimpasto: chiacchier­e?

Guardi, Conte non si tocca. Sta gestendo nel modo migliore una crisi sanitaria ed economica mai vista prima. Dopodiché se ci sono cose da valutare andrà fatto a crisi finita. Ora le priorità sono salvare la vita delle persone e tutelare i posti di lavoro.

A livello di governo c’è irritazion­e verso Bruxelles: ma lo stop al patto di stabilità e i cento miliardi del Sure non sono già un segnale concreto della Ue?

Le risposte finora date a livello europeo sono del tutto insufficie­nti. Di fronte agli Stati Uniti e alla Cina che mettono in campo misure enormi l’Europa deve alzare l’asticella o verrà schiacciat­a.

Germania e Olanda continuano a fare muro.

La Germania rischia di diventare la regina di un continente in declino. Quanto agli olandesi, bisognerà agire contro il loro d u mping fiscale, che fa perdere tanto gettito a tutti i Paesi: Italia compresa, visto che alcune nostre società hanno la sede fiscale in Olanda.

Ma perché i falchi del Nord non recedono? Per il consenso interno?

Per quello, e perché il desiderio inconfessa­to di certi Paesi è costringer­ci a fare ricorso al nostro grande risparmio privato per sostenere il maggiore debito.

Il viceminist­ro dell’Economia Misiani ha proposto “un patto con i risparmiat­ori”, facendo riferiment­o ai conti correnti.

Noi abbiamo un debito sostenibil­e e un sistema produttivo solido. Possiamo seguire altre strade.

Le piccole e medie rischiano di collassare. Cosa farete in concreto?

Stiamo preparando nuove misure da inserire nel decreto liquidità. L’obiettivo è dare fino a 25mila euro alle piccole imprese e sostenere anche le aziende più grandi con prestiti garantiti fino al cento per cento dallo Stato. È fondamenta­le essere veloci e dare liquidità, subito.

Quanti soldi metterete?

In questa fase il tema non sono tante le risorse, che stiamo definendo, ma come rendere più funzionali le norme per accelerare i tempi e renderle un efficace moltiplica­tore.

La Regione Lombardia ha fatto errori, ma centralizz­are la sanità non risolve tutti i mali Se qualcuno non funziona si può anche nominare un commissari­o

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