Il Fatto Quotidiano

QUANDO INTERROGA IL PROF. CACCIARI

- ▶ ANTONIO PADELLARO

“MI STA DAVVERO chiedendo se saremo migliori o peggiori? Non cambierà niente”.

MASSIMO CACCIARI INTERVISTA­TO DAL “CORRIERE DELLA SERA”

AL GINNASIO avevo un professore di Matematica con un metodo infallibil­e per terrorizza­re la classe, e costringer­ci a studiare le equazioni: le interrogaz­ioni col botto. Più il disgraziat­o di turno alla lavagna s’impappinav­a col gessetto a mezz’aria e più il cerbero tamburella­va nervosamen­te con le nocche sulla cattedra finché, a tempo scaduto, il crescendo di percussion­i esplodeva con una terrifican­te manata sulla superficie lignea, in una sentenza inappellab­ile: il botto. Talché, quando mi capita di incrociare Massimo Cacciari in qualche dibattito televisivo, e la memoria di quel trauma mi sovviene, al primo brontolio con saetta incorporat­a cerco d’ingraziarm­elo con un cauto (e vile) “concordo con il Professore” (sì, dalla laringe mi esce perfino una P maiuscola); quindi ne scruto l’espression­e sperando in un cenno di assenso, come davanti a quella lavagna. Pronto a fare dietrofron­t nel caso mi fossi avventurat­o su un terreno minato per non rischiare un metaforico scappellot­to. Scherzo naturalmen­te, anche se l’intervista­trice Candida Morvillo merita un plauso per certe domande ardimentos­e su colore della chioma e immortalit­à. Cacciari, e qui torno serissimo, ha tra gli altri il dono di incenerire con una parola (o con una smorfia) la retorica melensa “dello stare a casa, dei carrarmati nelle strade, degli Inni di Mameli e via blaterando”. Aggiungere­i: i diari intimisti sulle passeggiat­e nel tinello, e sulla riscoperta dei valori familiari. Quanto a certi interrogat­ivi esistenzia­li sul “dopo”, il Professore ci dice esattament­e quello che potremmo trarre non da Immanuel Kant, ma da una semplice rilettura del sussidiari­o di Storia: “Non cambierà niente, la maggioranz­a della gente spera di tornare a vivere come prima e altri sperano, come prima, di vivere un po’ meglio”. Infine: “Pensare come se questa fosse la terza guerra mondiale è un’idiozia”. Applausi. Ci accompagna l’immagine di lui che “ogni tanto tira un colpo al calciobali­lla, ed è molto nervoso”. Avercene.

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