“È già infetto il 38%”
La società privata Meleam ha trovato positive agli anticorpi 668 persone su 1731
C’è uno studio realizzato in proprio da un’azienda che commercializza kit del sangue per la ricerca degli anticorpi Igm-Igg al coronavirus che dimostra un contagio della popolazione pari al 38 per cento e merita di essere spiegato.
Lo studio è della Meleam di Bitonto (Bari), impresa che tratta anche il kit Viva Viag Covid-19 (quello sulla goccia da puntura del dito), già acquistato da varie Regioni. Lo studio a prima vista dimostrerebbe una penetrazione del Sars-Cov 2 più ampia di quanto appaia dai primi studi sugli operatori sanitari effettuati da molte Regioni.
L’amministratore delegato di Meleam, il professore di Igiene del lavoro e medico legale, Pasquale Mario Bacco, spiega: “Su un campione di 1.731 persone di 9 regioni, Campania, Puglia, Sicilia, Sardegna, Veneto, Lombardia, Basilicata, Lazio e Liguria, diviso tra 1.113 uomini e 618 donne, sottoposte al test tra il 25 febbraio e il 2 aprile, ci risulta che le persone entrate in contatto con il virus sono 668, circa il 38 per cento”.
In Liguria il Policlinico San Martino ha registrato su 1.800 sanitari un tasso di contagio del 2 per cento. In Toscana, su un campione di 1.165, la percentuale sale al 4,6 per cento e in Basilicata, su un
I KIT Identificano dal sangue gli anticorpi prodotti contro il virus: prima Igm e poi l’Igg, che annuncerebbe (forse) l’immunità
STUDI
Il ministero non ha validato i test, ma le Regioni e i privati stanno già usando i kit per ricerche epidemiologiche. Lo scopo è capire quanto è esteso il contagio campione esiguo si arriva a 20 operatori positivi su 150 test del sangue. Ad Avellino, l’altroieri, è iniziato lo screening di massa con 5 mila test rapidi Technogenetics comprati dal sindaco Gianluca Festa di concerto con l’Ordine dei medici locale. Il progetto è curato dall’infettivologo Nicola Ocone, che spiega: “Preleviamo un cc di sangue e lo analizziamo in dieci minuti e il risultato è più sicuro rispetto alla ‘puntura del dito’. Abbiamo iniziato coi medici di base. I primi 30 sono tutti negativi: nessun anticorpo né Igm né Igg”.
NELLA RICERCAdella Meleam, invece, quasi un soggetto su due ha sviluppato gli anticorpi Igm (quelli della fase iniziale) e Igg, quelli stabili che dimostrano una reazione dell’organismo e annunciano guarigione e immunità, almeno secondo i più ottimisti nei limiti degli studi su un virus che ha solo 4 mesi di vita. I cittadini comuni sarebbero stati contagiati molto più dei sanitari. Forse perché i primi sono meno attenti a proteggersi?
In realtà esiste una seconda spiegazione: lo studio della società pugliese non è stato effettuato su soggetti totalmente asintomatici, come i sanitari. L’Ad Bacco di Meleam spiega: “Erano persone apparentemente sane, che stavano lavorando, che non hanno mai avuto febbre o sintomi tali da attivare i protocolli sanitari anti Covid-19, ma che nell’anamnesi immediatamente precedente al prelievo hanno detto di aver avuto qualche mal di testa, mal di gola, affaticamenti muscolari, dai quali si erano pienamente ripresi. Abbiamo quindi escluso dal campione le persone che ci avevano detto di non aver avuto nulla”. Cioè poco sintomatici e non asintomatici. La statistica è stata costruita “prima raccogliendo gli esami di donatori del sangue, e poi quelli di aziende private che ci hanno incaricato di mettere in sicurezza il loro personale, più altri gruppi di familiari o associazioni varie”. Il dato riguarda per il 27 per cento i dipendenti aziendali, per il 73 per cento il resto del campione. Meleam ha disaggregato le statistiche per sesso e fasce d’età. Gli uomini dai 18 ai 25 anni registrano il 47 per cento che scende di appena un punto dai 26 ai 40 anni. Invece dai 51 ai 70 anni il tasso è molto più basso: il 31 per cento, a conferma che di questo virus muoiono gli anziani ma a veicolarlo sono spesso i soggetti attivi. La ricerca conferma i numeri delle donne sono più bassi. Dai 18 ai 25 anni per loro il tasso di infezione è il 34 per cento, scende al 28 e al 24 nelle due fasce d’età successive. Per gli uomini il dato è dunque il 44 e per le donne è il 29. Tutte queste persone stanno bene e secondo Bacco continuano a lavorare. “Non ci risultano positivi al tampone rinofaringeo, ne saremmo stati informati”.
Gli studi sulla cittadinanza finora sono pochi. Un’altra società privata, la Caam di Latina, ha testato con i kit rapidi sul sangue 240 soggetti sia sintomatici che asintomatici in città come Parma, Napoli, Roma o Bergamo. I soggetti che hanno incontrato il virus e sviluppato l’anticorpo ritenuto “immunizzante” Igg sono 22, meno del 10 per cento.
La scheda
L’AMMINISTRATORE DELLA MELEAM BACCO
Non erano soggetti totalmente asintomatici ma che, pur non essendo né malati né positivi al tampone, avevano avuto lievi sintomi
La scheda
PIÙ BASSO il dato registrato dal gruppo Sant’Agostino di Milano che ha effettuato uno screeningper fini di ricerca circa tre settimane fa (prima del picco di contagio) tra i dipendenti dei suoi laboratori di analisi, questi tutti asintomatici. In questo caso, solo il 4 per cento aveva l’anticorpo Igg. Proprio ieri il sindaco Vincenzo Cascini, di Belvedere Marittimo, provincia di Cosenza, ha iniziato i t est- drive con puntura del dito sulla popolazione del Comune. Su 80 cittadini, asintomatici anch’essi, sono stati trovati cinque soggetti positivi a Igm e Igg. Quindi appena il 6 per cento.
Solo un vero studio nazionale con un campione rappresentativo potrà chiarire la vera penetrazione del contagio. Il Consiglio Superiore della Sanità promette di farlo entro aprile. Meglio tardi che mai.
IN CAMPO I test sono fatti dalle Regioni anche per decidere se far tornare ‘in campo’ – come dice il prof. Burioni –i sanitari
I COMUNI Alcuni sindaci, come quelli di Belvedere e Avellino, fanno screening di massa per trovare gli asintomatici