Il Fatto Quotidiano

Assembrame­nti e gaffe: i flop dei sindaci nell’emergenza

Tra presidi sanitari e buoni spesa

- » LORENZO GIARELLI E LUCIO MUSOLINO

A Massa ha previsto la consegna di mascherine per strada

C’è chi distribuis­ce mascherine in piazza, chi consegna buoni spesa in base alla cittadinan­za e chi favorisce famiglie con un parente detenuto. La gestione dell’emergenza nei territori procede in ordine sparso e in questi giorni sta causando problemi e imbarazzi.

Venerdì abbiamo raccontato della distribuzi­one di 500 mascherine da parte del Comune di Massa, che ha provocato assembrame­nti ai banchetti. Nonostante il precedente, domani saranno distribuit­e altre 5mila mascherine in 17 punti strategici. Questa volta il sindaco di centrodest­ra Francesco Persiani ha garantito che ci sarà un servizio d’ordine: “I 17 punti saranno vigilati da numeroso personale della Protezione civile”.

Anche se fosse, però, resta irrisolto il rischio già corso l’altro giorno, cioè quello di invitare migliaia di persone a uscire di casa. Persone che nelle vicinanze della consegna potrebbero pure seguire le norme di prevenzion­e, ma che avranno occasione per uscire, passeggiar­e e incontrars­i. C’è poi un tema politico, perché Persiani ha pubblicato sulla sua pagina istituzion­ale una foto con Matteo Salvini per ringraziar­lo “per l’ampia disponibil­ità ad aiutare le amministra­zioni locali”. Tutti episodi che non sono piaciuti alle opposizion­i: il deputato del M5S Riccardo Ricciardi ha sentito in privato il sindaco, sconsiglia­ndo di proseguire con la consegna, mentre Martina Nardi (Pd) ha promesso un’in ter ro gazione parlamenta­re per denunciare gli assembrame­nti, citando la “spettacola­rizzazione” in corso.

MA I GUAI non finiscono a Massa. In Calabria a preoccupar­e sono i criteri per assegnare i buoni spesa. A Cirò Marina e Strongoli (Crotone) il rischio è stato quello di avere graduatori­e in cui un detenuto in famiglia costituiss­e un titolo preferenzi­ale. I due Comuni, entrambi sciolti per mafia e retti da commissari prefettizi, avevano un bando fotocopia:

“La graduatori­a sarà formulata applicando un ordine di priorità”. Priorità tra cui spiccava, appunto, l’appartenen­za del richiedent­e “a famiglie di detenuti”, criterio ritenuto più rilevante delle “condizioni socioecono­miche gravemente disagiate”. Partita la segnalazio­ne della Dda di Catanzaro, i commissari si sono affrettati a modificare i bandi, eliminando il criterio contestato.

Ad Af rico invece, vicino Reggio Calabria, chi chiede i buoni dovrà riportare che nel proprio nucleo familiare “non sussistono condanne definitive ai sensi dell’articolo 416 bis (associazio­ne mafiosa, ndr ), né condanne per reati contestati con l’aggravante dell’agevolazio­ne mafiosa, né carichi pendenti per gli stessi reati”. Una dicitura “sbagliata e pericolosa” secondo la sezione locale dei magistrati di Area Democratic­a per la Giustizia: “Non si esplicita se gli eventuali precedenti o le pendenze costituisc­ano causa di esclusione anche per il familiare convivente del reo o dell’indagato ancora sub judice”.

Opposti poi i casi di Ferrara e Parma. La prima, amministra­ta dal leghista Alan Fabbri, ha inserito la provenienz­a tra i criteri di priorità per i buoni pasto: prima gli italiani, poi gli europei e poi gli extraeurop­ei, ma solo quelli con determinat­i permessi di soggiorno. E Cgil, Cisl e Uil protestano: “Per quale motivo dovrebbe essere ignorato un cittadino straniero che ha perso il lavoro e si trova in difficoltà, solo perché in possesso di un permesso di soggiorno diverso da quello di lungo periodo?”. A Parma invece Federico Pizzarotti, prima di fare marcia indietro, aveva imposto ai richiedent­i di “ripudiare il fascismo”. Anche a Codogno, epicentro del focolaio, il sindaco ha dovuto rivedere i piani: prima aveva annunciato la distribuzi­one gratuita di uova di Pasqua per strada, nonostante gli ovvi rischi; poi ieri si è corretto trasforman­do l’iniziativa in una consegna porta a porta.

Disastri nei Comuni A Massa tutti in piazza per le mascherine, in Calabria aiuti prima ai parenti di detenuti

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Ansa Pericolo Nonostante le raccomanda­zioni, a volte sono gli stessi sindaci a provocare situazioni a rischio

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