I pirati informatici in agguato, facile rubare i dati sanitari
NONSOLOVIRUS Reti degli ospedali vulnerabili Secondo l'esperto Schneier, governi e hacker possono avere interesse a manipolare le informazioni sul virus
nito risposte sulle possibilità di rientro di “non turisti”, ritenuti la fascia più fragile dei concittadini all’estero. “Ma c’è anche chi come nel mio caso ha un contratto di soli 12 mesi, vive in Perù da poco – spiega ancora il professore di Italiano – e non ha le radici necessarie per potersela cavare. La speranza è che in caso di necessità pur dovendo pagare il volo, il ministero degli Esteri ci faccia rientrare”. Intanto “Vizcarra ha disposto un bonus di 380 soles (100 euro) in una specie di decreto Cura Perù per una popolazione che vive con un salario minimo di 900 soles”, racconta l’italiano che continua a tenere lezioni online grazie alla piattaforma Zoom. “Ma il mio è un caso particolare, i miei alunni fanno parte della classe borghese. So che anche le università pubbliche si stanno organizzando, ma ci sono anche colleghi italiani nella scuola pubblica con contratti a tempo che sono senza stipendio”.
Sono stati invocati a torto per il crash del sito dell’Inps il 1° aprile scorso, quando il premier Giuseppe Conte e il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, hanno ipotizzato un “attacco hacker”.
Sono stati invocati anche per un recente e presunto accesso abusivo ai sistemi informatici dell’ospedale romano in prima linea contro il coronavirus: lo Spallanzani. Ma anche in questo caso lo scetticismo è d’obbligo, fino a quando non saranno chiuse le indagini. Esiste, però, un rischio reale che cybercriminali e spie possano sabotare la lotta alla pandemia?
Ad aver denunciato questo pericolo in modo autorevole è stato un esperto di livello internazionale: l’americano Bruce Schneier, che il settimanale Economist ha definito “il guru della sicurezza informatica”. In un articolo dal titolo Come hacker e spie potrebbero sabotare la lotta al coronavirus,