Da Campobasso in su: il cinema a caccia di qualche idea (virale)
Salvatores e Muccino chiedono l’aiuto degli spettatori per realizzare film sulla “Cuorantena”
La storia si ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come film. Non fa eccezione il coronavirus, su cui il cinema italiano ha già piazzato la camera: se causa lockdown le scappatelle sono interdette, ci ritroveremo comunque cornuti e mazziati.
Forte del precedente Italy in a Day (2013), il premio Oscar Gabriele Salvatores – si legge nella nota di Indiana Production e Rai Cinema – “come tutti gli italiani, è chiuso tra le pareti domestiche. Non può muoversi quindi chiede di prendere i telefonini e utilizzarli come se fossero i suoi occhi, per permettergli di viaggiare all’inte rno delle case, di mondi diversi, di storie, emozioni e immagini che si aprono dinanzi alle finestre”. Ne verrà un Viaggio in Italia, titolo nella migliore delle ipotesi aspirazionale: se ne sono fregiati, tra gli altri, Johann Wolfgang von Goethe, che tra 1813 e 1817 diede conto del suo Grand Tour nel Bel paese ( Italienische Reise); Roberto Rossellini, con il bel film partenopeo del 1954; Martin Scorsese, che vi ha anteposto Il mio per un fluviale omaggio documentario al nostro cinema (1999). Tanta roba, ma Salvatores e sodali tirano dritto e con un cronogramma dalla Cina allo stivale, dal contagio degli altri al nostro puntano a una cinematografia collettiva “che vuole essere testimonianza e memoria di questo drammatico momento storico”.
Non bastasse, ad aggiungere il resto di niente– come dal romanzo di Enzo Striano da lei adattato nel 2004 – è Antonietta De Lillo, che in una lettera pubblica indirizzata all’ad di Rai Cinema Paolo Del Brocco chiede di “ripristinare un clima di fiducia ed equità” e di “rendere pubblici i dati sull’utilizzo delle risorse nei diversi progetti”. Già, perché – rammenta De Lillo – mica c’è solo Salvatores al lavoro: Instant Corona, di MIR Cinematografica, AIR3 Associazione Italiana Registi e Milano Film Festival, ha residenza meneghina; Tutte a casa Donne, Lavoro, Relazioni ai tempi del Covi d- 1 9, tenuto a battesimo dalle Mujeres nel cinema, declinerà al femminile il qui e ora. Troppa grazia.
OK, MA L’EPICA da Trieste in giù? Orfani di Scola, l’abbiamo appaltata a Gabriele Muccino, vedere l’ultimo Gli anni più belli, sicché nel momento del bisogno poteva il nostrano Omero esimersi? Certo che no, ed ecco la chiamata alle armi via social: “Raccontatemi dei vostri rimorsi, dei vostri dolori, delle vostre gioie, dei vostri amori strappati, dei vostri amori ritrovati. (…) Scrivetemi di voi, fatelo confidenzialmente. Sarò l’unico a leggere le vostre testimonianze. Aiutatemi a scrivere questo film”, fermoposta: gmuccino3@gmail.com. Sceneggiatura partecipata, e c’è chi butta il cuore oltre l’ostacolo, l’ingegno oltre la venalità, il dovere del testimone oltre il diritto d’autore. Piovono idee, Twitter non si risparmia, per esempio, @matpredini offre Cu oran tena , ambientato a Campobasso dal febbraio all’aprile 2020, titoli di coda sulle note di Mascherina dei Litfiba reinterpretata da Claudio Baglioni e avvio in medias res: “Anna (Will Smith) è una diciassettenne molisana ribelle che vuole diventare una carrellista. La madre Rosaria (Stefania Sandrelli) non è d’accordo perché vuole che (…) intraprenda la strada del padre Jeffrey (Franco Oppini) - morto di infarto 5 anni prima – astronauta”. Chi vivrà vedrà, e forse non è una buona notizia, comunque almeno per il titolo Muccino potrebbe pensare a un remake: fosse ottimista, A casa tutti bene; virale, Baciami ancora; terminale, L’ultimo bacio; memoriale, Ricordati di me; epigrafico, Come te nessuno mai. Insomma, il #CoronaFilm Gabriele l’ha già fatto, pardon, Ecco fatto. @fpontiggia1
La polemica Rai Cinema sta coproducendo il lavoro del Premio Oscar La regista De Lillo: “Fondi per tutti gli altri?”