Se ora scarica Roma, l’Europa è nuda davanti alla Storia
Inchiesta Mediapart sulla partita Ue
Sono anni ormai che l'Italia si muove in Europa come un elefante in un negozio di porcellane. Dalla crisi dell'euro, i responsabili europei si sono sempre voltati dall'altro lato per non vedere la crescente frammentazione della zona euro, di cui l'Italia è l'epicentro. Fingono di ignorare i numeri imbarazzanti che riguardano la terza economia dell'Unione, giocano sul tempo, cercano espedienti per continuare a rinviare i cambiamenti. La pandemia di Covid-19, che sta colpendo tutto il continente, e l'Italia in primo luogo, abbattendosi su un Paese già gravemente indebolito, non giustifica più queste tattiche dilatorie. Oggi l'Europa ha un appuntamento con la storia. A seconda della risposta che darà all'Italia, cadrà in frantumi, oppure no.
Il caso dell'Italia è così grave che ha già fatto barcollare diversi responsabili europei. Prima fra tutti Christine Lagarde, il cui intervento sugli aiuti da garantire ai Paesi della zona euro in questa crisi sanitaria senza precedenti era molto atteso. Ma la Lagarde ha commesso una gaffe inspiegabile, imperdonabile per una responsabile del suo livello che, prima come ministro, poi come direttore generale del Fondo Mondiale Internazionale, ha già dovuto gestire la crisi dell'euro (…). Le giuste scuse che la Commissione europea ha rivolto all'Italia basteranno a cancellare questi affronti? Dall'inizio di questa tragedia gli italiani si sentono soli, molto soli. Tutti i paesi confinanti, tranne la Francia, hanno chiuso le loro frontiere con l'Italia, spazzando via in un colpo solo i trattati del mercato unico, della libera circolazione europea, dello spazio Schengen. La maggior parte dei paesi europei, a partire proprio dalla Francia e dalla Germania, hanno lesinato sugli aiuti, preferendo tenere per sé i dispositivi medici e i farmaci piuttosto che inviarli oltralpe. Invece di ricevere la solidarietà dell'Europa, gli italiani hanno visto arrivare aerei carichi di mascherine dalla Cina, di aiuti dalla Russia, medici cubani. Tutti gesti mediaticamente messi in scena, in nome della fraternità internazionale: ognuno di questi paesi ha di fatto capito che c'erano delle pedine da riposizionare nello scacchiere geopolitico che si sta velocemente trasformando sotto l'effetto della pandemia, e che l'Italia potrebbe rappresentare l'anello debole. Gli stessi italiani si stanno interrogando: a cosa serve questa Unione che, anche in momenti di estrema emergenza, non è in grado di dimostrare la minima solidarietà? Ma molti osservatori, e in molte capitali del mondo, si stanno ponendo la stessa domanda. “A ogni crisi macroeconomica riappaiono tutti i difetti di concezione della zona euro e ogni volta la crisi dell'Europa si risveglia”, osserva Eric Dor, economista della Ieseg School of Management di Lille. Le lacune della zona euro sono note da anni: mancano un budget comune, un'unione bancaria e un meccanismo di compensazione.