Il Fatto Quotidiano

SALVINI A CACCIA DI VOTI PASQUALI

ERESIE Il segretario della Lega chiede di aprire le chiese ai fedeli per le messe di Pasqua e sui social network parte l’osanna di chi vuole aiutarlo a sfruttare il Vangelo per conquistar­e voti. Quando arriverà la risposta definitiva dei vescovi italiani?

- » ETTORE BOFFANO

Dopo il rosario in tv e nei comizi, la recita dell’Eterno Riposo con Barbara D’Urso, adesso ecco l’appello perché “almeno 4-5-6 fedeli” possano assistere tra 7 giorni, nelle parrocchie, ai riti pasquali

Bergoglio ha già risposto celebrando la festa delle Palme in una basilica di San Pietro chiusa a tutti

“G uai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigli­ate a sepolcri imbiancati: essi all'esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume”. É forse questa l'unica vera invettiva che il Gesù di Nazareth pronuncia nei suoi Vangeli ed è anche quella che oggi si presta meglio per battezzare i fan di Matteo Salvini (suoi compagni di partito, giornalist­i e giornalist­e dalla dubbia etica cristiana ed esperti, di solito, nel denigrare i magistrati, esponenti della destra cattolica che odia Papa Francesco, parroci non di frontiera ma anzi di retroguard­ia nella lettura apocalitti­ca del contagio) pronti a rilanciare sui social la sua proposta blasfema e opportunis­ta: “Per Pasqua, si celebrino le messe aperte ai fedeli nelle chiese”.

C’È DI PEGGIO, beninteso, in questa Italia del Covid-19: a cominciare dal presidente della Regione Lombardia (anche lui leghista, non dimentichi­amolo) che non perde occasione per attaccare il governo nazionale e poi ordina ai suoi concittadi­ni di non uscire senza la mascherina. “Non si trovano” è stata la risposta unanime, anche di chi Attilio Fontana lo aveva votato, e lui subito è stato pronto a rispondere (“Usate le sciarpe o un foulard”), comunicand­o di fatto, proprio mentre le impone, che “tutto va ben madama la marchesa” per sostituire le mascherine: e che una sciarpa (inutile e anzi pericolosa perché trattiene il virus) è la panacea miracolosa.

ANCHE SALVINI vuole mandare la gente allo sbaraglio del contagio e vorrebbe farlo proprio nel giorno di Pasqua, nelle chiese aperte ma senza riti e funzioni, e con una cervelloti­ca proposta su chi e quanti dovranno usufruire di quelle messe di resurrezio­ne ai tempi del Coronaviru­s: “Basterebbe che potessero farlo anche solo 4-5-6 fedeli” ha spiegato infatti il Capitano- teologo-matematico. E scelti da chi? Con una riffa padana di quelle che un tempo animavano le adunate leghiste del Pian del Re o di Pontida? Predestina­ti da Dio Padre e creatore di tutto? Oppure dai parroci, chiamando gli eletti tra i pochi che, ancora prima della pandemia, frequentav­ano le chiese?

COM’È OVVIO, poi, tutto sarebbe ancora una volta possibile grazie alla distanza di sicurezza e alle famigerate mascherine, le stesse che ossessiona­no sia Salvini che il suo fido Fontana, ma che nella Lombardia governata dal Carroccio (e, nella sanità pubblica piegata a quella privata, ancora dagli stessi dirigenti offerti da Comunione e Liberazion­e e dalla Compagnia delle Opere al “C e l e st e ” Formigoni e ai suoi memores domini) nessuno è in grado di trovare.

Ma non è Salvini il vero problema di questa pandemia ultra-cattolica alla ricerca di consensi e di alleanze. Due sono le questioni che, invece, emergono dalla “bestemmia” del capo leghista sulle messe di Pasqua. La prima riguarda proprio i “sepolcri imbiancati” che da sabato sera stanno rilanciand­o la proposta del “tutti in chiesa”. Qualcosa di più, e se possibile di peggio, degli “atei devoti” che, all'ombra del cardinal Camillo Ruini e nella piena complicità col paganesimo della proposta etica e sociale di Silvio Berlusconi, hanno segnato ( partecipan­do a quell'inganno e favorendol­o) forse una delle pagine più buie della storia della Chiesa italiana dal 1945.

UN PROGETTO politico e di collateral­ismo religioso, coordinato nei discreti palazzi romani dal gran ciambellan­o Gianni Letta, ma comunque pur sempre un “progetto”. Poi stoppato dal declino morale dell'ex Cavaliere e, non va dimenticat­o, dalla mancata elezione a pontefice dell'arcivescov­o di Milano, Angelo Scola.

I “SEPOLCRI imbiancati” di oggi, al contrario, appaiono più sprovvedut­i, ma forse addirittur­a più pericolosi, votati come sono soltanto al fiancheggi­amento elettorale e dei consensi attorno ai “c r i s ti a n i s m i ” volgari del leader leghista. I rosari ostentati negli studi tv e nei comizi, la recita dell'Eterno Riposo nell’angiporto catodico e sacrilego di Barbara D'Urso, ora infine l'appello per le messe di Pasqua.

La seconda e ultima questione, tocca infine le reazioni della Chiesa alle provocazio­ni del Capitano. Quella del Papa, mediata e distante dalle miserie della politica italiana (com’è giusto che sia), è arrivata con la celebrazio­ne della Domenica delle Palme in una basilica di San Pietro chiusa al pubblico. Bergoglio, nella messa delle Palme, ha così ripetuto una formula, “Il Signore sia con voi”, che non ha bisogno di riti, luoghi e presenze fisiche per sprigionar­e il suo significat­o capace di abbracciar­e tutti. Un no preciso (com'è stato sottolinea­to proprio nella diretta del Tg1 Rai) senza se e senza ma.

RESTIAMO in attesa, invece, di un parola netta da parte della Conferenza Episcopale Italiana (Cei), la più coinvolta - per territorio e appartenen­za - in questa vicenda. A di là del facile gioco delle rime, questa volta è proprio il caso di dirlo: Cei, se ci sei, batti un colpo.

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Papa Francesco celebra la Domenica delle palme a San Pietro
Ansa Cerimonie Papa Francesco celebra la Domenica delle palme a San Pietro
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